Parco di Capoprati? Da settembre potrebbe non esistere più
Il parco fluviale di Capoprati è uno dei fiori all'occhiello del verde romano. O meglio lo era e forse non sarà più: a settembre infatti rischia la chiusura
04 July, 2014
Roma è una città particolare sotto tanti punti di vista. Uno di questi è che, a differenza di tante altre capitali europee, non ha un rapporto diretto con il suo fiume. Gli argini infatti sono così alti da impedirne la fruibilità a meno di sporgersi dai parapetti.
In alcuni punti però la visuale cambia, gli argini si abbassano ed è possibile avvicinarsi alle sponde e godere della vista. Sicuramente il Tevere non ha delle acque limpide e rinfrescanti, ma l'amore per l'ambiente nasce anche dalla possibilità (o meno) di poterne fruire e quindi di entrarvi in contatto. Il parco fluviale di Capoprati, nato nel 2001 dopo la bonifica dell'area del 1996, è un ottimo esempio di questa filosofia ed ha offerto per anni biciclette, aree per bambini, passeggiate e laboratori a tutti i passanti, turisti e romani.
Da tempo ormai Capoprati è soffocato da una vegetazione che il Comune di Roma ha smesso di curare, non potando più gli alberi, inoltre non si pulisce più la pista ciclabile e ci sono scarichi abusivi che arrivano dal Lungotevere sul parco: la bella vista che si apriva sul fiume è ridotta a un pertugio da cui passa uno spiraglio di luce. La Regione tramite l’Ardis non interviene dal 2010 nella pulizia degli argini e il ripristino della situazione pre-esistente dopo le alluvioni che si verificano annualmente e sulle quali i volontari sono intervenuti togliendo il fango, ma servono interventi più consistenti che solo le istituzioni possono realizzare. Tutto questo determina uno stato d’incuria che allontana la possibilità di fare educazione ambientale, è ormai difficile il passaggio delle biciclette e la realizzazione di altre attività che hanno strappato al degrado quel tratto di fiume.
“C'è bisogno di rilanciare il sostegno a questa straordinaria esperienza di volontariato che ha segnato tanti e tanti anni di vita associativa e che oggi rischia la chiusura" dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente. "I troppi mancati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sul fiume, stanno infatti vanificando il lavoro volontario che, negli anni, ha restituito alla cittadinanza l'area, nella forma del parco che conosciamo oggi, e la costante presenza per renderlo continuamente fruibile”.
Se le istituzioni non interverranno, a settembre il parco verrà chiuso e sarà una sconfitta per tutta la cittadinanza.