Milano, bocciate le bici del bike sharing
"Sono usurate, spesso frenano poco e si pedala male". "Repubblica" boccia le bici del BikeMi. "A sei anni dal debutto sulle strade milanesi le due ruote gialle denunciano molti problemi. Ecco il test su 10 mezzi provati nelle stazioni del centro" - da REPUBBLICA.IT del 21.07.2014
21 July, 2014
di Franco Vanni
Non frenano. È questo il difetto, non da poco, più diffuso fra le biciclette gialle di BikeMi. Un inconveniente frutto dell’usura delle bici, alcune delle quali vecchie più di cinque anni. È questo il più evidente risultato della prova di 'uso intensivo' che abbiamo fatto del servizio di bike sharing. Per cinque ore di fila abbiamo girato la città con dieci diverse bici prese a noleggio in stalli di zone diverse.
Le 3.587 biciclette di BikeMi in servizio in città, distribuite in 197 stazioni, sono quasi identiche fra loro nell’aspetto, ma con anni di uso hanno sviluppato ciascuna peculiarità proprie. E non tutte piacevoli. Passare da una all’altra significa scendere da bici in ordine, con gomme gonfie e luci efficienti, per salire su mezzi in condizioni precarie, con pneumatici a terra, cambio impreciso, pedali fuori asse e freni che non fanno il loro mestiere. In particolare il posteriore, fondamentale in caso di pioggia. Ed è proprio la condizione dei freni l’elemento che porta a dire che le condizioni in cui si trovano delle biciclette di BikeMi sono complessivamente negative.
Abbonamento. La prova comincia con un abbonamento giornaliero da 2,50 euro, attivabile con smartphone. Quello che, con ogni probabilità, faranno i visitatori di Expo 2015 che vorranno muoversi in bicicletta in città. Tutto fila liscio: il sito web è ben fatto, si indica il numero di carta di credito, subito arriva l’sms dall’account BikeMi che comunica il 'codice utente' e ricorda la password (quattro numeri) scelta al momento della sottoscrizione. Si parte.
Stazioni. Ci muoviamo in senso antiorario lungo la cerchia dei Bastioni, con qualche puntata più in centro, passando per lo più da stazioni 'storiche', attive sin dal varo di BikeMi, nel novembre 2008 sotto il sindaco Letizia Moratti. Il giro comincia in viale Regina Margherita, dove preleviamo la prima delle dieci biciclette. Codice 6678. Impossibile saperlo, ma si rivelerà la peggiore dell’intera prova, fra gomme a terra, luce anteriore che funziona solo a sprazzi e freno posteriore inesistente. Il giro continua in piazza Cinque Giornate (con una buona bicicletta, codice 6993) e arriva in piazza Tricolore. Qui succede l’unico vero inconveniente del test: lo stallo 22 non riconosce che la bici è stata restituita, quindi è impossibile prenderne una nuova. Per proseguire (verso Porta Venezia, viale Tunisia, via Paolo Sarpi, via Canova, piazza Sant’Ambrogio, piazzale Cantore e via Col di Lana) tocca chiamare il servizio clienti.
Assistenza. Il numero di telefono è indicato sul totem elettronico. Dopo quattro minuti di attesa, l’operatore si fa spiegare il problema e dà il suo verdetto: «Fra mezz’ora il tecnico sarà da lei». Mezz’ora è troppo. Scatta il piano B: «Faccia un’altra tessera da 2,50 euro». Seguendo il consiglio, pur avendo dovuto pagare due volte, in dieci minuti siamo in sella. Cortesia e tempi di risposta sono eccellenti, meno i tempi di intervento del tecnico.
Ruote e pedali. Con l’usura, la trasmissione di alcune bici è diventata pesante. La resistenza a ogni pedalata in alcuni casi è notevole. A ciò si aggiunga che alcune bici hanno pedali fuori asse. È il caso del mezzo che ci porta da viale Tunisia a via Paolo Sarpi (codice 6446), come di quello che da piazzale Cantore ci conduce in via Col di Lana (1594). Per quanto riguarda le gomme, sono generalmente gonfie, ma con eccezioni. Quando la pressione non è adeguata, la fatica di pedalare sull’asfalto è comunque compensata da una migliore ammortizzazione su pavé e fondi sconnessi.
Sella, luci e antifurto. Le selle sono generalmente in ottime condizioni e solo in rari casi (come la bici numero 6678) bisogna fare forza per variarne l’altezza. Capita invece più spesso che l’inclinazione del sellino non sia ottimale, costringendo a posizioni scomode. Anche le luci, nella maggior pare dei casi, funzionano. Delle dieci bici, solo tre avevano il faro anteriore o posteriore fuori uso. Evidentemente il sistema a led schermato da una scatola di plastica e metallo (pesante, come tutto sulle bici di BikeMi) protegge da pioggia e colpi. Per quanto riguarda l’antifurto — oltre a un caso in cui mancava la chiave (2102) e un altro in cui bastava tirare il cavo per aprire (6809) — il problema principale è che spesso estrarre la chiave è difficoltoso.
Freni e cambio. Oltre ai freni, insufficienti in quasi tutte le bici provate, sembra essere il cambio la parte meccanica maggiormente stressata dall’uso intenso. Il selettore a tre marce, molto comodo, viene azionato ruotando parte della manopola destra. Ma la fluidità del movimento non è la stessa in tutte le bici. In un solo caso (mezzo 6446) è stato di fatto impossibile mettere la terza marcia, che “usciva” da sola. In un altro (1921) il blocchetto al manubrio era guasto e in almeno altre tre bici il cambio è risultato impreciso. Altro aspetto da curare maggiormente è senz’altro la pulizia dei mezzi, sia per quanto riguarda le parti in plastica, sia per la parte bassa del telaio, vicino al braccio del cardano.