Efficienza energetica, la Commissione UE propone un target del 30% al 2030. Legambiente: occasione persa
Sostenendo di aver cercato un compromesso tra costi e benefici, la Commissione europea ha proposto un nuovo obiettivo di efficienza energetica del 30% al 2030. Ma sarà il Consiglio a decidere se sarà un target vincolante o meno. Legambiente sperava in una proposta più ambiziosa
23 July, 2014
La Commissione europea ha proposto di introdurre un target per l'efficienza energetica del 30% al 2030, ma saranno gli Stati membri, durante il Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre prossimi, a decidere se rendere l'obiettivo vincolante o meno. Nei mesi scorsi, Bruxelles aveva già avanzato le sue proposte in tema di emissioni e rinnovabili: un taglio della CO2 del 40% rispetto ai livelli del 1990 e l'impegno vincolante di portare fino al 27% il contributo delle rinnovabili sul fabbisogno totale dell'Unione europea. Per Legambiente, la proposta in tema di efficienza rappresenta «una grande occasione sprecata».
Come sottolineato nella risoluzione del Parlamento europeo dello scorso febbraio, ricorda l'associazione, secondo un recente rapporto dell'Istituto Fraunhofer, sarebbe invece tecnicamente ed economicamente fattibile raggiungere l'obiettivo del 40% di riduzione del consumo finale di energia entro il 2030 e ridurre in questo modo l'utilizzo di gas equivalente alle attuali importazioni dalla Russia. Usare il 40% in meno di energia, inoltre, taglierebbe le importazioni complessive di gas del 40% e aumenterebbe l'occupazione del 3,1%
«Serve un accordo ambizioso – ha dichiarato Mauro Albrizio, responsabile politiche europee di Legambiente - in grado di dare gambe ad una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio. L'Europa entro il 2030 deve pertanto impegnarsi a ridurre le emissioni di gas serra del 55% e raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo di energia del 40%. Una sfida che l’Europa e l’Italia non possono assolutamente fallire. Il premier Matteo Renzi si impegni dunque a cogliere questa sfida».
L'associazione ricorda che l’Europa, per quanto riguarda l’energia, ha il più grande deficit commerciale al mondo, grazie alla sua dipendenza dai combustibili fossili, la cui riduzione può avere un impatto fortemente positivo sulla sua sicurezza energetica sempre più a rischio come testimonia la tragica crisi ucraina. Il deficit energetico lo scorso anno ammontava a ben 423 (64 per l'Italia) miliardi di euro. Secondo recenti analisi, è possibile ridurre al 2030 il consumo di combustibili fossili di 550 Mtep per un ammontare di circa 360 miliardi di euro, di cui ben 250 miliardi grazie all'aumento del 40% dell'efficienza energetica.
Secondo la Commissione europea, invece, la proposta sull’efficienza energetica presentato permetterebbe di trovare il giusto equilibrio tra costi e benefici. «La nostra proposta è la base per guidare l’Unione verso una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti, l’innovazione e la sostenibilità, il tutto in un modo economico è ambizioso e allo stesso - ha dichiarato Günther H. Oettinger, vicepresidente della Commissione responsabile per l’energia - La strategia di efficienza energetica completerà il quadro 2030 in materia di energia e clima, che è stato presentato nel gennaio 2014».
Non è d'accordo Monica Frassoni, presidente dell’Alleanza europea per il risparmio di energia (EU-ASE). «La Commissione europea sembra aver perso credibilità come mostra una evidente mancanza di ambizione nella proposta finale – ha commentato - La proposta è chiaramente non basata su una reale valutazione scientifica e una seria analisi costi-benefici, altrimenti sarebbe stato proposto un target tra il 35% e il 40%».
Intanto, stando a un documento ufficioso della stessa Commissione UE diffuso da EurActiv, gli Stati membri sarebbero avviati a fallire il target non vincolante al 2020, che prevedeva un aumento del 20% dell'efficienza complessiva. L'Europa, in particolare, sembra avviata verso un 18-19% di risparmio energetico, anche se Bruxelles non dispera ancora di raggiungere il 20%, purché «tutti gli Stati lavorino sodo per dare piena attuazione alla nuova normativa approvata».
(Foto ©Pixaday)