Operai morti per esalazioni dell'autocisterna. L'impianto di compostaggio non c'entra
L’Ansa diffonde la notizia che le esalazioni fatali ai due operai di Aprilia provenissero dall’impianto di compostaggio ma poi corregge il tiro. Ancora una volta sono le autocisterne ad allungare la lista dei decessi. Le fonti esperte del settore
28 July, 2014
di Giuseppe Miccoli
Incidente nell'impianto di compostaggio Kyklos di Acea, in località Le Ferriere nel territorio comunale di Aprilia. I due operai, dai primi accertamenti, non avevano le mascherine di protezione e secondo alcuni fonti, tra cui l’Ansa, sono morti «respirando esalazioni letali che provenivano da un'autocisterna».
L'azienda Kiklos esprimendo, «il più profondo cordoglio alle famiglie e ai colleghi dei due lavoratori deceduti» in una nota spiega che «i due lavoratori avevano avuto regolare accesso all’impianto, con due autocisterne appartenenti alla propria società. Il percolato che avrebbero dovuto trasportare è un rifiuto liquido derivante dal trattamento di rifiuti non pericolosi (prevalentemente materiale organico di rifiuti domestici) che viene prodotto presso l’impianto. Tale liquido viene prelevato più volte al giorno, con operazioni svolte in ambiente aperto mediante autobotti, per essere poi smaltito in impianti autorizzati. La dinamica dell’incidente, pertanto, è al momento oggetto di approfondimento e, in questo senso, la società sta collaborando attivamente con la competente autorità giudiziaria per verificare le cause dell’accaduto.
Ma gli impianti di compostaggio sono così pericolosi? L’Ansa,il mattino dopo, corregge il tiro e spiega che i due uomini sono morti nell'impianto di compostaggio Kyklos di Aprilia, ma respirando esalazioni letali che provenivano da un'autocisterna esterna alla ditta. Così si allunga tristemente la lista delle vittime provocate dalle operazioni di pulizia o manutenzione di vasche e cisterne.
Secondo le fonti esperte del settore contattate da Eco dalle città «gli impianti di compostaggio non producono esalazioni letali. E dunque è impossibile che si possa morire respirando dalle esalazioni provenienti dall’impianto di compostaggio o dalle fosse del percolato oppure perché è stata aperta una biocella. Sono le autocisterne il problema tanto da aver provocato negli ultimi anni numerosi decessi.
Silvestro delle Foglie, presidente dell'impianto di compostaggio della Tersan Puglia di Modugno, ci fornisce alcune sue valutazioni tecniche.
«Dalle fonti ho compreso che il magistrato Spinelli che si sta occupando delle indagini, ha predisposto il sequestro soltanto delle autocisterne e invece non ha non ha ritenuto di sequestrare l'intero sito (ossia l'impianto di compostaggio), perchè "il problema" è stato portato nell'impianto, cioè prima che venisse ritirato il percolato (il liquido che si forma dalle infiltrazioni di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi, ndr).
A quanto pare l'incidente è avvenuto nel momento in cui sono state aperte le manichette (sembra che le autocisterne contenessero dei residui di "perclorato"): da qui l'esalazione che è venuta fuori è stata micidiale.
Dai giornali inoltre si appende che un operaio è molto in cabina. Un qualsiasi percolato, anche quello persino di discarica, non può provocare un simile danno. Il percolato non provoca esalazioni letali, nonostante parliamo di sostanze capaci di inquinare la falda o il suolo. Concludo, inoltre rassicurando i vostri lettori dicendo che tutti gli impianti di compostaggio, compreso il nostro, sono soggetti a controlli mensili, da parte dell'Arpa e dell'Asl, e questo riduce il rischio di incidenti».
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A distanza di qualche giorno riceviamo in redazione una lettera dal signor Massimo Persieri, collega dei due operai deceduti, in cui ci viene segnalato che nel proseguo delle indagini ci sono state importanti novità.
Ecco il testo della lettera:
Caro direttore , mi chiamo Massimo Persieri e sono un collega dei 2 operai morti lunedì mattina presso Latina .
Ho letto l'articolo del suo corrispondente pugliese e mi sento offeso x tutte le menzogne " CAZZATE " scritte .
Punto 1 : il percolato non è pericoloso , quindi le norme di sicurezza non prevedono mascherine di nessun genere .
Punto 2 : Falsa la notizia riguardante le analisi ARPA, sono risultate estremamente pericolosi i campioni presi dall'impianto di compostaggio , tale da sequestrare immediatamente l'intero impianto.
Punto 3 : le cisterne avevano fatto lo stesso lavoro il venerdì antecedente l'accaduto .
Punto 4 ultimo ma il più importante , prima di gettare fango su 2 persone, che svolgevano il proprio lavoro con professionalità e non più in grado di difendersi , bisognerebbe collegare il cervello 5 secondi prima.
Vi ricordo che ci sono dei famigliari che stanno ancora aspettando risposte sincere sul perché FABIO e ROBERTO non faranno mai più ritorno a casa .
E anche noi colleghi che proseguiamo quotidianamente lo stesso lavoro col pensiero fisso che quel viaggio di lunedì poteva capitare a ognuno di noi .
VOGLIAMO LA VERITÀ , Perché noi siamo sicuri della nostra innocenza e personalmente , la sera , voglio tornare daalla mia famiglia .
DISTINTI SALUTI
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RISPOSTA
Gent.le Operaio Massimo Persieri,
mi dispiace per i suoli colleghi deceduti in questo triste incidente e la ringrazio per aver contattato la nostra redazione.
Nell'articolo mi accusa di aver scritto "cazzate" e "falsità". Se l'ho fatto mi dispiace, ma può immaginare che comprendere la verità non è semplice, soprattutto quando ci sono tante fonti.
Non essendo un tecnico, comunque, mi sono rivolto a degli esperti del settore. Questi ultimi su ciò che i giornali scrivevano hanno espresso un giudizio. Ho inoltre riportato la fonte dell'ANSA, la quale sappiamo bene che non è un testo sacro, ma è comunque una fonte autorevole tanto da essere ripresa da tutti i "grandi" giornali. Mi auguro che abbia mandato la stessa missiva con lo stesso tono anche al Fatto Quotidiano, Repubblica, Corriere, etc. etc. (e all'Ansa appunto) proprio per sollevare la questione.
Eco dalle Città, ha cercato di comprendere alcune espressioni utilizzate dall'Ansa tipo: "esalazioni letali" e abbiamo cercato di comprendere se fosse il percolato ad essere letale per l'uomo tanto da provocare una morte fulminea, per questo abbiamo contattato dei tecnici.
Ora, secondo gli ultimissimi aggiornamenti, c'è una svolta delle indagini. L'impianto è stato sequestrato. Si tratterebbe di acido solfridico. Su questo andremo subito a pubblicare un aggiornamento.
Nel ringraziarla della segnalazione, la saluto distintamente.
Non esiti a contattare la nostra redazione per dare voce anche ad altri problemi.
Giuseppe Miccoli