Pnue, al via il piano Mediterraneo rifiuti marini
Il Programma Nazionale delle Nazioni Unite per l'Ambiente annuncia l’entrata in vigore di un piano regionale per la gestione dei rifiuti nel mar Mediterraneo. Obiettivo entro il 2020 è raggiungere il "buono stato di salute" delle acque
Con la Conferenza delle parti della Convenzione di Barcellona (COP18), lo scorso dicembre era stato adottato, per la prima volta, un piano regionale per la gestione dei rifiuti marini.
E così, nell'estate 2014, il piano approvato ad Istanbul entra in vigore con lo scopo di tutelare l'ambiente marino e delle zone costiere. Come annuncia l'Unep/Map, il braccio per il Mediterraneo del programma Onu per l'ambiente, esso prevede "misure legalmente vincolanti sui rifiuti marini".
Nel concreto l'accordo rappresenta il plan action che gli Stati devono adottare entro il 2020 tenendo conto delle relative scadenze. Provvedimenti questi, che servono a garantire il raggiungimento del 'buono stato di salute' del mare.
Prevenzione, riduzione, riuso e riciclo e gestione integrata dei rifiuti marini con quella dei rifiuti solidi sono le principali misure da seguire per raggiungere l'obiettivo che i 21 Paesi costieri si sono impegnati a rispettare nel dicembre 2013.
"E' importante sottolineare il fatto che tutti i 21 Paesi costieri che fanno parte dell'accordo di Barcellona, inclusa l'Italia, si sono impegnati a prendere le misure necessarie a livello legale, finanziario ed amministrativo per l'esecuzione di questo piano, che ha una valenza regionale, ma che poi deve essere realizzato a livello nazionale e locale" ha spiegato Gaetano Leone, coordinatore di Unep/Map.
Si tratta di un impegno che rappresenta un passo importante a livello politico e gestionale, perché permetterà di attuare concrete azioni per liberare il Mediterraneo dai rifiuti e regolamentare quei Paesi che non hanno ancora una normativa in merito.
Fra le prime scadenze del 2014 c'è l'aggiornamento dei piani nazionali per combattere l'inquinamento da terra. L'obiettivo è, infatti, ridurre entro il 2017 l'uso dei sacchetti di plastica tramite accordi volontari con supermercati e dettaglianti.
Imballaggi per la vendita di alimenti secchi e prodotti per la pulizia in contenitori riutilizzabili, depositi obbligatori per il recupero e ripristino di contenitori per bevande e di contenitori di polistirolo nel settore ittico sono nel mirino del nuovo plan action della Convenzione di Barcellona. Entro il 2017, infatti, dovrebbero vedere la luce possibili accordi con l'industria della plastica, per ridurre al minimo la decomposizione in micro-frammenti dannosi per l'ambiente e tutta la catena alimentare.
Come si comporterà l'Unep/Map nei confronti di quei Paesi che non rispetteranno le scadenze?
Non verranno applicate multe. Il sistema della Convenzione di Barcellona si basa piuttosto sulla sanzione politica: "Abbiamo un comitato che esamina le relazioni dei Paesi – come spiega Leone - e crea l'opportunità di verificare e comunicare se e quanto l'impegno è stato mantenuto".
Sarà compito degli ambientalisti, tra gli altri, quello di monitorare la situazione e controllare i documenti che sono pubblici: un modo questo, per rendere noto quali sono i Paesi da premiare e quali, invece, quelli da sollecitare perché che non stanno rispettando gli accordi presi.