Impianto idroelettico sul Po. Le associazioni ambientaliste: "Vogliamo accedere alla documentazione"
Il 20 marzo 2012 il Consiglio comunale di Torino ha approvato la realizzazione di una centrale idroelettrica sulle sponde del Po. A settembre 2014 è prevista la fine dell'iter per avviare i cantieri ma le associazioni ambientaliste sollevano preoccupazioni sull'impatto ambientale e paesaggistico dell'opera
26 August, 2014
di Angela Conversano
Risale al marzo 2012 l'approvazione da parte del Consiglio comunale di Torino della realizzazione di un impianto idroelettrico in corrispondenza della diga Michelotti e di alcune opere complementari, come una conca per la navigazione dei battelli sul Po. Secondo le stime l'impianto potrebbe produrre in un anno cinque gigawatt di energia pulita, ma le associazioni ambientaliste e circoli remieri sul Po chiedono chiarimenti e maggiori informazioni sull'opera.
In vista della fine della procedura per poter poi avviare il cantiere, prevista per il mese di settembre, le associazioni Pro Natura, Legambiente, Wwf e Italia Nostra hanno inviato un lettera indirizzata a Regione, Provincia e Comune di Torino, Sopraintendenza ai Beni Architettonici ed ente parco Aree Po e Collina Torinese. “Poter accedere alla documentazione e a tutti i pareri rilasciati dai vari Enti nel corso dell’elaborazione del progetto definitivo sulla base delle prescrizioni formulate dalla Giunta Provinciale di Torino il 20 marzo 2012”, questa è la richiesta presentata, prima che venga dato il via libera alla concessione e al permesso di costruire.
Numerose sono le perplessità in riferimento all'impatto ambientale e paesaggistico dell’opera, che si inserisce in un contesto dal forte valore storico come quello dell’area Gran Madre, del Ponte Vittorio Emanuele, dei Murazzi del Po e del parco Michelotti.
Queste le principali preoccupazioni presentate nella lettera:
- Guasti all’ambiente fluviale e alla vegetazione ripariale in un tratto di fiume che
presenta ancora elementi di naturalità, a differenza di altri tratti cittadini del corso
d’acqua, che rischiano di compromettere la tutela dell’ittiofauna e dell’avifauna, in una
zona di riproduzione di quest’ultima.
- Riduzione del flusso idrico, e conseguenze negative per il mantenimento del Deflusso Minimo Vitale, in un tratto di fiume caratterizzato da scarsità d’acqua per lunghi periodi
dell’anno. Il Deflusso Minimo Vitale che dovrebbe essere garantito è di soli 13 metri
cubi/sec, per la massima parte assorbito dallo scivolo per le canoe (12 metri cubi/sec.),
che sembra di capire si prolungherà a valle fino a 150 metri circa., con forte impatto visivo; l’alveo del fiume per una lunga tratta si trasformerà in un letto di sassi.
- La bocca di presa, che assorbirà 37 metri cubi/sec., e si troverà solo a 50 metri a valle del ponte napoleonico, potrebbe provocare anche fenomeni di erosione del pilone del ponte in prossimità della sponda destra, con rischi che non paiono essere stati valutati opportunamente.
- Il forte impatto visivo dei manufatti previsti, come l’opera di presa, la centrale idroelettrica emergente, e soprattutto la conca di navigazione, “scatolone” cementizio di cui non si comprende in modo alcuno l’utilità, in quanto agganciato ad un progetto del tutto virtuale di prosecuzione della navigazione a motore del fiume Po a fini turistici fino a Sassi, con l’ipotesi di scavo di un canale navigabile nel letto del fiume, attracchi per i battelli, e ulteriori conche di navigazione; progetto che peraltro non risulta essere stato mai condiviso e presentato nella sua complessità a tutti gli Enti aventi titolo a pronunciarsi.
- Dubbi sulla tempistica e sulla complessità del cantiere, ipotizzato della durata di due anni, e prevedibili complicazioni in fase di cantierizzazione, data anche la contiguità con corso Casale in adiacenza con la spalla del ponte Vittorio Emanuele I in sponda destra, e con i Murazzi del Po in sponda sinistra. Circa la tempistica facciamo anche presente, come esempio negativo, il fatto che ormai da a alcuni mesi inspiegabilmente si
sono bloccati i lavori per la realizzazione della centrale idroelettrica sulla Dora in corrispondenza del canale della Pellerina, che avrebbero dovuto concludersi a luglio del
corrente anno, lasciando purtroppo una vasta area di cantiere con scavi a cielo aperto nel parco della Pellerina, compromettendo vegetazione e ambiente fluviale, e incertezza sul
termine dei lavori.
- Compromissione di una parte dell’alberata storica della sponda destra del Po in corrispondenza del parco Michelotti, e vaghezza progettuale circa gli impatti previsti sull’alberata suddetta. Andrebbero inserite nel progetto anche adeguate visualizzazioni
degli interventi.
- Non abbiamo infine reperito nella documentazione da noi consultata alcun accenno a compensazioni ambientali, certo indispensabili, giacché la scala di risalita per i pesci è
una prescrizione obbligatoria secondo le norme vigenti, e certo non inseribile tra le compensazioni.