Fiera del Levante 2014, pochi rifiuti e raccolta differenziata grazie ai ragazzi di “Ecofesta Puglia”
Il nuovo padiglione (modulo n.1) della Fiera del Levante ospita, tra le attività dell’assessorato alla Qualità dell'ambiente della Regione Puglia, “Ecofesta Puglia” che ha l’obiettivo rendere sostenibile questo evento. I visitatori e gli espositori potranno differenziare i loro rifiuti nelle isole ecologiche presidiate. In azione le "saccheggiatrici". Intervista ai responsabili
14 September, 2014
A portare avanti il progetto di Eco festa sono Roberto Paladini, Ilaria Calò e Loreta Ragone, già vincitori del Bando “Smart Cities and Communities and Social Innovation” finanziato dal PON Ricerca e Competitività” 2007-2013 per le Regioni della Convergenza, con il progetto dal titolo “La Tradizione fa Eco – modello di sostenibilità per innovare la tradizione e rivoluzionare gli eventi pugliesi”.
Cosa è Ecofesta Puglia?
Ilaria Calò: «Ecofesta Puglia è una certificazione. Il nostro obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale che ogni evento inevitabilmente produce sul territorio. La certificazione segue un regolamento, che prevede tre principi: riduzione dei rifiuti e della produzione e del consumo di CO2 , quindi un’azione a monte; differenziazione dei rifiuti; informazione, uno dei punti di forza di Ecofesta. L’idea nasce in seno ad un’associazione ambientalista, che è attiva già sul territorio da 10 anni, e da una osservazione del territorio che si è concentrata su contesti come sagre, feste, concerti che avevano la caratteristica costante di produrre un enorme e indiscriminato accumulo di rifiuti. E quindi ci siamo chiesti: perché un cittadino deve partecipare a un evento, divertirsi, senza rispettare l’ambiente? Abbiamo iniziato a fare degli studi, e abbiamo scoperto che azioni in questo senso esistevano altrove in Italia, in altre realtà, già da 10 anni, ma secondo un modello completamente differente da quello che poi noi abbiamo messo in atto, cioè un modello calato dall’alto, dalle amministrazioni, dalle istituzioni, e l’organizzatore doveva fare tutto quanto da solo. Quello che noi abbiamo cercato di fare invece è partire dal basso, coinvolgendo direttamente l’organizzatore e rendendolo parte attiva. Noi offriamo un servizio di consulenza, di supporto, portiamo le attrezzature, degli operatori già formati e altro ancora. Ecco perché il progetto Ecofesta Puglia è unico in tutta la Regione Puglia e si differenzia da altre realtà nel resto d’Italia. Anche per questo abbiamo vinto con un bando di social innovation e smart citiy nel 2012».
Governare i rifiuti di un evento sembra un obiettivo ambizioso. Ma voi siete attivi già da diverso tempo. Sono già arrivati dei risultati? Come è andata quest’estate in Puglia?
Ilaria Calò: «Be’, esistiamo dal 2011, abbiamo iniziato, attraverso l’associazione, con pochissimi mezzi a disposizione, ma ci abbiamo creduto fortemente, finché dopo due anni abbiamo vinto social innovation e smart citiy. Siamo partiti con tre eventi nel 2011, sperimentali e supportati dalla Regione Puglia, perché l’assessorato all’agroalimentare ha dato un contributo agli organizzatori, e poi siamo andati via via crescendo. Nel 2012 abbiamo fatto 26 eventi, nel 2013 40 eventi in sei mesi e quest’anno non riesco più a contarli. Questa ad esempio è stata un’estate molto proficua, perché abbiamo affrontato eventi sempre più importanti, per quantità di persone che giungono sul luogo e anche per tipologia. Abbiamo gestito la raccolta non solo andando nelle sagre e in eventi di enogastronomia, ma anche durante eventi culturali, concerti, festival. Ricordo il Festival Locus a Locorotondo o e il concerto di Mannarino evento extra del Locus festival. Ancora, c’è uno degli eventi più grossi che si svolgono nella regione, e cioè La notte della Taranta. Fino ad arrivare, adesso, alla Fiera del Levante. Abbiamo potuto così testare tutto il ventaglio di possibilità di eventi su cui agire, ampliando e completando il nostro know how».
Quante persone c’erano al concerto di Melpignano? E come è andato
Loreta Ragone: «È stata una bellissima sfida, che possiamo dire di aver affrontato con successo. Infatti su un popolazione di 150 mila visitatori, concentrati in una superficie densissima, ci siamo attestati sul 18-20% di raccolta differenziata. Ci riteniamo soddisfatti eppure si sarebbe potuto fare di più se ci fossero state più risorse. Avevamo a disposizione una ventina di informatori ecologici e più o meno altrettanti volontari, che sono stati chiamati con una CALL sul social network, quindi coinvolgendo anche lo staff di Lecce 2019. Piccoli numeri, nonostante i quali siamo riusciti a raccogliere, un dato su tutti, quasi 3 tonnellate di vetro, la maggior parte raccolto da terra, tra la gente, dalle nostre eco-hostess. Anche la risposta della gente è stata positiva, perché vedevano a fine concerto i nostri informatori con i carrelli molti si alzavano per aiutare, raccogliendo i rifiuti da terra. Spesso facevano domande, cosa importante anche solo per iniziare a capire che si può fare qulacosina per ridurre l’impatto inquinante».
Oggi siamo alla Fiera del levante. Come avete organizzato il servizio? Governare i rifiuti dei baresi è altrettanto difficile?Loreta Ragone: «In realtà i rifiuti, al di là della provenienza geografica, sono difficoltosi. L’impegno è uguale ovunque. Abbiamo messo all’interno della fiera delle postazioni fisse, che noi chiamiamo isole ecologiche, sono dei punti di raccolta differenziata dove sono presenti degli informatori ecologici. Oltre a questo abbiamo anche un servizio di raccolta mobile, con carrelli itineranti per la differenziata che batteranno soprattutto le zone ristoro, a ora di pranzo o di cena, quando si concentra il maggior numero di persone e di conseguenza la maggiore produzione dei rifiuti, soprattutto dove ci sono i tavoli. Molti purtroppo lasciano i rifiuti sui tavoli, magari vedendo che i cassonetti sono molto pieni, o non trovandoli a breve distanza. I nostri informatori saranno lì ad invitare i consumatori a differenziare i loro rifiuti, utilizzando l’isola ecologica o i bidoni per il vetro o per la plastica presenti a pochi passi. Ma anche semplicemente si occupano di sensibilizzare le persone, passando tra i tavoli e segnalando la presenza di ecofesta puglia. Inoltre abbiamo, anche qui come per la notte della Taranta, le eco hostess, vere e proprie “saccheggiatrici” che girano tra la gente con una cintura dotata di sacche e “saccheggiano” perché derubano le persone dei loro rifiuti, chiedendo loro di vuotare la borsa, o le tasche, anziché portarsi i rifiuti in giro o magari buttarli a terra perché non hanno la cultura del rifiuto gettato correttamente. In cambio regalano un gadget, e in questo modo informano, sensibilizzano e divertono al gente. In più la invitano a visitare il padiglione dove c’è lo stand della Regione Puglia.
Grazie al vostro intervento qual è il risultato che concretamente si produce?
Roberto Paladini: «La nostra politica non è esclusivamente informativo-comunicativa, non si tratta soltanto di sensibilizzare i partecipanti, né tanto meno di fare del semplice green washing, bensì di produrre, anche se piccole, delle azioni concrete, e quindi materialmente raccogliere i rifiuti. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la percentuale di raccolta differenziata durante gli eventi, nonché ridurre l’impatto delle emissioni, perché negli eventi non ci sono solo i rifiuti, non le vediamo ma ci sono anche emissioni. Questo produce anche, di riflesso, un risultato molto importante, quello di portare buone pratiche nelle comunità, dimostrando che se esse sono applicabili durante un evento così complesso, lo sono a maggior ragione alla vita di tutti i giorni. Noi ad esempio abbiamo, in un padiglione dotato di moquette e altri arredi, una compostiera che ha funzionato fino all’altro giorno compostando i rifiuti di altri eventi e che andrà a compostare anche quelli della fiera non appena avremo raccolto un po’ di organico. E non mi pare che nessuno scappi dal padiglione per il cattivo odore … »
Senza odore, quindi una compostiera elettromeccanica?
«Esatto, e lo dico per sottolineare che i rifiuti se si sanno gestire bene non puzzano, in tutti i sensi, sia dal punto di vista organico che dal punto di vista gestionale».