Per Renzi e Galletti la TAP si farà. La posizione di Legambiente Puglia
Eco dalle città ha intervistato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia in merito alle recenti decisioni che il governo ha preso sul gasdotto TAP che arriverà in Puglia sulle coste del Salento dopo aver attraversato il mar Adriatico
15 September, 2014
«La posizione di Legambiente sulla tap è chiara, noi sin dall’inizio, quando qualcuno chiedeva a Legambiente di aderire al comitato no tap o si tap, noi abbiamo detto: noi siamo per il comitato “dove tap”. Per noi il gasdotto è strategico e importante per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, però visto che i livelli e la domanda di gas in Italia è diminuita, è ovvio che la Puglia, visto anche il contributo che da in termini di produzione di energia elettrica, noi chiediamo che la Puglia abbia un solo gasdotto, e siccome in ballo, la procedura non si è chiusa, c’è anche il gasdotto di Otranto, noi abbiamo chiesto al governo regionale che la Puglia abbia un suo gasdotto e che questo attracchi nel punto meno impattante possibile».
«Legambiente ha condiviso quelle che sono le osservazioni del Mibac per quanto riguarda il punto di approdo di Melendugno. Io penso che siamo ancora in tempo perché le parti politiche trovino un punto di approdo meno impattante. Per il resto noi siamo favorevoli al gasdotto, purchè, é ovvio poi non scatti la cosiddetta sindrome di NimbY (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile, ndr), che dove si va e si va sul territorio tutti sono favorevoli al gasdotto, anche perché, ripetiamo, il gasdotto non ha l’impatto che può avere un rigassificatore o un termovalorizzatore».
«Secondo noi si è perso un po’ troppo tempo nella fase in cui si è discusso del progetto preliminare e quindi sullo studio di fattibilità, lì bisognava chiudere e trovare una soluzione, un punto di approdo idoneo, invece poi è ovvio, si sa, quando il progetto viene presentato in via definitiva alla commissione Via ministeriale, la commissione valuta quel progetto, bocciandolo, approva dolo, o approvandolo con prescrizioni, è ovvio che non può valutar la commissione Via altri punti di approdo, ma lo deve fare la politica, e noi speriamo che a quel punto il governo nazionale col governo regionale si sieda intorno ad un tavolo e decida una localizzazione alternativa prima che poi sia emanata l’autorizzazione unica definitiva da parte del ministero dello sviluppo economico».