Fiera del Levante, il recupero della frazione organica in Puglia. Situazione e prospettive
Nel pomeriggio ha avuto luogo il convegno organizzato dal Consorzio Italiano Compostatori: 'Il recupero della frazione organica in Puglia: la situazione e le prospettive di crescita'. Gli interventi di Lorenzo Nicastro, assessore all’Ambiente, Massimo Centemero del CIC Sergio Romano, Aseco dell’Acquedotto Pugliese, Eliana Bruschera dell’azienda Novamont Spa. Le slides
19 September, 2014
Bari, Fiera del Levante. Convegno organizzato dal Consorzio Italiano Compostatori: 'Il recupero della frazione organica in Puglia: la situazione e le prospettive di crescita'. Tra i relatori: l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro, sul tema ‘I tratti essenziali del nuovo Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani’ e ‘La situazione territoriale’, Massimo Centemero del CIC sul tema ‘Il ruolo delle raccolte dell'umido nello scacchiere della gestione rifiuti in Italia’. Casi concreti di aziende CIC nel territorio pugliese, Aseco dell’Acquedotto Pugliese con una relazione su“ Gli impianti di compostaggio pugliesi tra innovazione e criticità”; Novamont Spa su ‘L’importanza del manufatto compostabile per la raccolta dell'organico’; Verrastro e Raeli dello IAM Bari sul tema ‘Il ruolo della ricerca nel campo del compostaggio’.
«Il convegno – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro - ha costituito un momento di incontro significativo, perché quando parliamo di recupero della frazione organica parliamo di uno degli aspetti qualificanti dei sistemi di raccolta differenziata e quindi di chiusura del ciclo rifiuti, nonché di uno dei punti di forza del nostro piano regionale dei rifiuti urbani, proprio quello della Regione Puglia. Penso quindi che il momento di incontro oggi, sia con i soggetti pubblici che con i soggetti privati che operano nell’attività di compostaggio, sia stato particolarmente produttivo. Speriamo che non si verifichi anche per il compostaggio quello che si verifica quando si parla di chiusura del ciclo dei rifiuti, o quando si parla di energie rinnovabili, di sfruttamento di fonti fossili, e cioè che qualunque cosa si decida di fare non va bene. Adesso sono in fase di realizzazione due grossi impianti, uno a Manfredonia e uno a Cellammare, quest’ultimo fortemente voluto dall’amministrazione comunale e, inizialmente, anche da una fetta assai considerevole di popolazione. Certo, se poi a fare premio su ogni cosa che si decida di fare è la sindrome del “facciamolo, ma non nel mio giardino”, bèh, così non andiamo da nessuna parte».
«La Puglia – ha dichiarato Massimo Centemero del CIC - è una delle regioni che adesso più sta crescendo come numero di comuni che adottano la raccolta differenziata e tra l’altro ha cominciato anche bene, con una buona qualità, e una raccolta porta a porta. E’ una regione, inoltre, che ha anche gli impianti di compostaggio, quindi il rifiuto organico prodotto nel territorio regionale viene compostato nel territorio stesso. Questa è una cosa positiva, perché di fatto adesso, dal punto di vista della chiusura della filiera, è la regione numero uno nel sud Italia. La Campania, per esempio, produce molto rifiuto organico ma che va intermente fuori regione. L a Puglia effettivamente si è organizzata un po’ meglio.
Sul numero degli impianti di compostaggio in Puglia - ha continuato Centemero - quando la raccolta differenziata coprirà il maggior numero di centri urbani allora sicuramente ci sarà un’esigenza almeno di raddoppiare gli impianti tuttora presenti nella regione Puglia». In merito alla tipologia di impianti di compostaggio, se di tipo aerobico o con digestione anaerobica, Centemero ha detto che di fatto non c’è una differenziata sostanziale, «perché il prodotto finale è sempre un fertilizzante organico, quindi il compost. È vero che nella digestione aerobica i processi di compostaggio vengono preceduti da una produzione di biogas e di energia elettrica, però è vero anche che quegli impianti sono un po’ in una situazione di crisi economica, poiché hanno costi molto elevati. Perciò si è in una situazione di rallentamento del numero di impianti, che sono autorizzati però tuttora non si stanno costruendo».
Infine sul problema odorigeno, Centemero ha rassicurato i cittadini, dicendo che «le tecnologie sono mature affinché ci siano degli impianti sicuri, dal punto di vista anche delle emissioni odorigene e che sono tutti al chiuso, quindi nessuna operazione viene fatta all’aperto, proprio a garanzia della popolazioni. Ancora, che un simile impianto non ha mai causato nessun tipo di danno grave alla salute, anche se mi rendo conto che in alcune situazioni ci siano stati dei disturbi olfattivi di un certo tipo (parlo in generale nella nazione Italia). Ribadisco però che le tecnologie, le impiantistiche, anche le aziende, il personale , i tecnici, sono tutti pronti per costruire degli impianti sicuri».
«Tra le maggiori criticità che noi operatori di impianti di compostaggio abbiamo – ha dichiarato Sergio Romano, imprenditore dell’impianto di compostaggio Aseco (del gruppo dell’AcQuedotto Pugliese) – ci sono l’assenza di una programmazione a livello regionale e la qualità della frazione organica. In merito a quest’ultimo punto va detto che quando in un comune parte la raccolta differenziata porta a porta, se la cittadinanza è pronta e preparata, se è stata fatta una buona campagna di comunicazione, nel giro di poco tempo la gente risponde bene, riuscendo a fornire un prodotto con basse percentuali di impurità. Il problema c’è quando vengono inviati carichi di frazione organica con alte percentuali di impurità, e purtroppo, questo, non accade di rado».
«In merito alla programmazione, noi compostatori chiediamo di realizzare un piano operativo annuale sotto la supervisione della Regione. Data la particolarità della gestione degli impianti di compostaggio e data la necessità di avere un flusso continuo e costante in entrata della frazione organica, tutti gli operatori, devono necessariamente riunirsi, verso settembre e ottobre, per avere una pianificazione certa e sicura. Nei momenti di maggiore entrata dei flussi è chiaro che possiamo fare degli sforzi per sopperire alle emergenze, ma è opportuno avere una programmazione annuale in maniera tale ad esempio per investire nell’acquisto di macchinari».
Eliana Bruschera dell’azienda Novamont spa ha spiegato in merito alla raccolta dell’organico l’importanza dell’utilizzo dei sacchetti biodegradabili e compostabili in luogo di quelli in plastica. «Nel processo di trattamento della frazione organica (digestione anaerobica, ad esempio), se si utilizza il sacchetto di plastica non compostabile, l’impianto è costretto a separarla e a smaltirla in discarica, e aumentano di conseguenza i costi per i cittadini. Milano, che è partita con la raccolta differenziata anche dell’umido, oggi ha raggiunto dei buoni risultati anche sotto l’aspetto della qualità, con una comunicazione molto forte. I milanesi hanno molto ben accolto questo tipo di raccolta. Il livello medio di impurezza è del 4,7%. A Milano si usano i contenitori aerato e il sacchetto compostabile. Dopo una prima fornitura gratuita, i cittadini milanesi ora devono acquistare i sacchetti dai supermercati in modo da riutilizzarli per l’umido».
«La busta è compostabile e non produce effetti negativi nel compost - infine ha spiegato la dottoressa Bruschera - quando la bioplastica non sopravvive nel compost, se si disintegra nel terreno fino a che non “sopravvivano” pezzettini di bioplastica superiori a pochi millimetri, e ovviamente infine se c’è l’assenza di metalli pesanti ».