Banche del Tempo, intervista ad Elena Carli di "Basta un Ritaglio"
"Basta un Ritaglio" è la banca del tempo di San salvario, una delle sei attive a Torino. In occasione della festa nazionale delle banche del tempo abbiamo fatto due chiacchiere con la presidente Elena Carli
28 September, 2014
di Bruno Casula e Albana Muco
Numerose le attività organizzate in Largo Saluzzo all'insegna dell'aggregazione e della condivisione. Le Banche del Tempo hanno dedicato la giornata ad attività di scambio di tempo e oggetti e tra loro non poteva mancare anche quella di San Salvario. Incontriamo la preseidentessa Elena Carli e le facciamo qualche domanda sull'attività organizzata.
In cosa consiste l'iniziativa “Questioni di tempo”?
“Questioni di tempo è un progetto finanziato dalla Compagnia di San Paolo della durata di un anno. L'idea è nata dalla curiosità di capire se le Banche del tempo potevano essere un aiuto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. In passato le attività di scambio tra soci/e della Banca del Tempo riguardavano più l'hobbistica. Ora, invece, le necessità riguardano bisogni primari, come ad esempio riqualificarsi, dopo aver perso il lavoro, senza dover pagare; genitori bisognosi di babysitter, ecc. Insomma, un autoaiuto tra famiglie. Altro principio cardine del progetto era il rafforzare e sostenere la rete di collaborazioni tra attività e realtà senza moneta.”
Insieme ad Elena c'è Rosalba Vinci, Presidente della Banca del Tempo di Chieri e Presidente del Coordinamento Banche del Tempo della Provincia di Torino, con cui facciamo altre due chiacchiere.
Quante sono Le Banche del Tempo nella Provincia di Torino?
“17, ufficialmente iscritte, ma ne esistono anche altre non iscritte. La Banca del Tempo è molto legata al luogo di residenza delle persone. A seconda delle esigenze territoriali si ha una gestione diversa delle attività pubbliche o private, queste ultime sono iniziative rivolte solamente ai/alle soci/e. Vorrei precisare che noi offriamo assistenza, anche burocratica, per il giusto funzionamento o la gestione di una nuova Banca del Tempo. Seguiamo i vari gruppi via mail o telefono.”
Come sono nate le Banche del Tempo?
“Venendo a mancare la grande famiglia e il vicinato, serviva un aiuto alle persone per soddisfare le esigenze quotidiane, dall'imparare a usare il tablet o il decoder all'essere accompagnati con la macchina per fare una visita di salute, ecc. E' chiaro che soci e socie hanno diversi bisogni e offrono in cambio varie competenze, ma l'unità di misura per gli scambi è il tempo. Un'ora di tempo, ad esempio, vale sia per chi si propone di cucinare che per chi fa da bebysitter. Le Banche del Tempo più sono grandi e più non funzionano bene e, soprattutto, non deve essere lontana da casa. E' opportuno averne una per ogni circoscrizione. ”
Come ci si iscrive a un Banca del Tempo e come comunicano tra loro le persone?
“Il mezzo di comunicazione maggiore è il telefono. Le informazioni tra i/le soci/e con le varie richieste vengono trasmesse via mail. A ogni persona, nel momento in cui si iscrive, viene data una scheda in cui specificare disponibilità e abilità. Una volta compilata la scheda e pagati i 20 euro d'iscrizione si diventa soci/e. La somma d'iscrizione serve per pagare l'assicurazione dei/lle soci/e e per le spese legate alla gestione dell'ufficio o all'organizzazione di eventi, per volantini e fotocopie, ecc. Ogni persona possiede l'elenco soci/e con pertinente indirizzo e numero di telefono. Per migliorare il circuito delle conoscenze e, quindi, degli scambi si organizzano cene, passeggiate, e altre attività conoscitive e aggregative. Se non ci si conosce, non si scambia niente.”
Che ruolo hanno i mezzi di comunicazione nel promuovere le vostre attività?
“Se non si conoscono certe realtà non si ha neanche il desiderio di emularle o farle nascere nei posti in cui viviamo. I mezzi di comunicazione danno alle persone in giusto input informandole, facendo così nascere la curiosità di volerne sapere di più sulle Banche del Tempo.”