Buoni mobilità: incentivi in arrivo per chi va al lavoro senza motori?
Era già realtà in Francia e ora i buoni mobilità potrebbero approdare anche in Italia, se gli incentivi saranno approvati da Camera e Senato. All'orizzonte ci sono 35 milioni di euro per bandi pubblici dedicati alla mobilità sostenibile e allo studio la possibilità di "risarcire" chi va al lavoro in bici con "sconti orari" e altre agevolazioni
Dal 2015 potrebbero arrivare in Italia i primi incentivi per chi decide di abbandonare i motori e andare a lavorare in bicicletta o a piedi. Sono i buoni mobilità, contenuti nel collegato ambientale alla legge di stabilità, approvato il 4 settembre scorso dalla Commissione Ambiente della Camera. Ma a chi saranno destinati e come verranno riconosciuti i crediti?
Per il momento le linee del progetto sono due. Da un lato i bandi pubblici, che interesseranno associazioni ed enti istituzionali impegnati nella promozione della mobilità dolce, e dall'altra gli incentivi privati, più complicati da gestire.
Il relatore del provvedimento, Alessandro Bratti, ha concesso un'intervista al Fatto Quotidiano, in cui ha ammesso che le modalità dei buoni devono ncora essere studiate e che non necessariamente dovrebbe trattarsi di incentivi economici. “Il buono potrebbe concretizzarsi con la possibilità di entrare alcuni minuti più tardi al lavoro per chi dimostra di andarci in bicicletta, per esempio, oppure con la possibilità di avere in comodato gratuito delle bici elettriche”, ha detto il deputato al quotidiano.
Gli incentivi in denaro non sono comunque esclusi, e il modello di riferimento è quello francese: ai lavoratori che decidono di lasciare a casa l’auto e andare al lavoro in bicicletta in Francia è stata riconosciuta un’indennità di 25 centesimi a km. (Si veda qui per approfondimenti). Ma quanti fondi saranno messi a disposizione?
La somma stanziata per il momento è di 35 milioni di euro e i soldi serviranno al finanziamento di progetti degli enti locali (con popolazione superiore ai 100.000 abitanti) diretti a incentivare iniziative di mobilità sostenibile, incluse iniziative di car-pooling e bike-sharing, la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati, casa-scuola a piedi o in bicicletta, di laboratori e uscite didattiche con mezzi sostenibili, di programmi di educazione e sicurezza stradale, di riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta delle auto in prossimità degli istituti scolastici o delle sedi di lavoro.
Perché tutto ciò diventi realtà, Camera e Senato dovranno approvare il collegamento e di lì in poi il Ministro dell’Ambiente avrà 60 giorni di tempo per definire i criteri per l'assegnazione dei bandi.
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