Impurità raccolta vetro. “Stradale” o “porta a porta”? Intervista a Franco Grisan, presidente Coreve
Per ogni pezzo di impurità di ceramica le macchine di selezione ne scartano mediamente 13 di vetro. E’ meglio utilizzare l’apertura calibrata delle “campane” a livello stradale o il “bidoncino” a bocca larga con un sistema di porta a porta? E poi c'è il problema del decoro urbano.. Intervista a Franco Grisan, presidente del consorzio
07 October, 2014
Per ogni pezzo di impurità di ceramica le macchine di selezione ne scartano mediamente 13 di vetro. E’ meglio utilizzare l’apertura calibrata delle “campane” a livello stradale o il “bidoncino” con sistema di porta a porta? Eco dalle città al termine del convegno dal titolo “Raccolta del vetro. Costi o opportunità?” promosso da Coreve e Anci che si è tenuto a Bari ha intervistato Franco Grisan, presidente del consorzio.
Per quanto riguarda la qualità della raccolta è meglio effettuare una raccolta mono materiale porta a porta, oppure è meglio proseguire nell’utilizzo delle campane stradali. Questo può costituire dei problemi?
No, se la raccolta porta a porta viene fatta separando il vetro dagli altri materiali. In realtà, però, noi consigliamo di utilizzare le campane stradali, intanto perché, essendo la quantità di vetro raccolta ogni giorno da una famiglia media molto più bassa rispetto per esempio a quella della plastica, conferire questo poco vetro in una campana che non sia molto distante da casa è fattibile, funziona in alcune aree e a noi sembra sia il modo migliore per raccogliere il vetro. Ciò anche in considerazione di un altro aspetto: la campana presenta un’apertura di una certa dimensione, tale da non permettere l’ingresso e il mescolarsi con il vetro di altri materiali, che sono poi quelli che provocano problemi nella fase del riciclo.
Quali, ad esempio?
La cosa peggiore che può accadere nella fase di conferimento attraverso il porta a porta è di incontrare i "falsi amici". Per esempio, un contenitore in pyrex, o un vaso da fiori di cristallo che si siano rotti, vengano conferiti insieme al vetro. O anche i piatti in ceramica che, pur non essendo in vetro, vengono spessissimo messi insieme al vetro. Tutti questi materiali non sono compatibili con il vetro, e nella fase di trasformazione si mescolano ai rottami di vetro, creano dei grossi problemi quando arrivano al reforming. Per ogni pezzo di impurità di ceramica ne vengono scartati mediamente 13 di vetro.
Eppure la tendenza adesso, almeno per quanto riguarda la Puglia, è di eliminare la campana del vetro. Le faccio l’esempio del comune di Andria: 100 mila abitanti, 70% di raccolta differenziata, sistema con campana stradale. Adesso tuttavia il sindaco Giorgino riferisce che, per una questione di decoro urbano, si sta attivando un cambio di metodologia e cioè il passaggio al porta a porta monomateriale…
Bè, bisognerà vedere come funziona, se l’ amministrazione riesce a fare una comunicazione così efficiente ai cittadini, tanto da sensibilizzarli. Perché quando si fa il porta a porta significa che uno ha un bidoncino o un sacchetto con una bocca molto larga e lì dentro mette tutto quello che è simile, o che pensa, sia vetro o che si può riciclare. Questo finora ha creato un problema. Ci si può quindi orientare verso questo tipo di soluzione, ma solo a patto che sia accompagnata da una forte comunicazione.