Più ore per gli autisti, controlli ed efficienza: il nuovo piano industriale di Atac
Dopo una giornata intera di discussione è stato presentato lo scorso mercoledì il nuovo piano industriale di Atac S.p.a. che consentirà all'azienda di riportare a pari il bilancio entro il 2016
31 October, 2014
Sono tantissimi gli attacchi all'attuale amministrazione soprattutto nel campo della mobilità romana rivoluzionata da pedonalizzazioni e aumento del costo delle strisce blu, ma senza un reale efficentamento del trasporto pubblico.
Istituzioni, Atac, stampa e cittadini si sono quindi incontrati proprio per discutere non solo su come migliorare l'efficienza del servizio ma anche su come sanare i debiti dell'azienda romana. Si è quindi discusso di Metro C ma soprattutto di linee di superficie al vertice della commissione trasporti di mercoledì scorso. Le condizioni dell'azienda sono davvero critiche visto il debito di 1,6 miliardi di euro che però, a quanto riferito dall'assessore alla mobilità Guido Improta, non è nulla rispetto alla situazione con cui l'azienda è stata consegnata dalla giunta Alemanno a quella Marino. “Quando ci siamo insediati non era nemmeno scontato che l'azienda arrivasse al 31 dicembre 2013 - ha affermato Improta - invece siamo riusciti a mettere in sicurezza una situazione disastrosa”.
Nel futuro di Atac c'è un taglio netto alle dirigenze con una riduzione del 33% dei costi , ma tante le novità per autisti e dipendenti che vedranno aumentare il numero di ore di servizio.
Novità anche per i viaggiatori che vedranno aumentare il costo degli abbonamenti mensili di 3 euro e quelli annuali di 30. Provvedimento che, tra l'altro, pare abbia trovato l'opposizione dello stesso sindaco di Roma che si dice contrario agli aumenti. "Prima bisogna apportare misure per migliorare il servizio" ha dichiarato il primo cittadino.
Verranno messi in circolazione ben 330 nuovi autobus ed il tasso di regolarità dovrebbe salire dall'autocertificato 83% al 93% nonostante gli enormi tagli alle linee e alla razionalizzazione delle stesse.
Si parla ovviamente anche di Metro C la cui apertura appare sempre più scandalosamente lontana e su cui perfino la Procura e l'Antimafia stanno indagando. A conti fatti la metro ha infatti determinato un danno erariale da 363 milioni di euro e secondo Danilo Broggi, ad di Atac, "fino a quando non si arriverà a San Giovanni genererà perdite pari a 5 milioni nel 2014, 10,4 nel 2015 e 10,1 nel 2016".