Legambiente, Tarantini: "Il 29% delle scuole in Puglia necessita di manutenzione urgente"
XV Rapporto "Ecosistema Scuola". L’indagine annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi scolastici conferma Lecce (21° posto)come primo capoluogo del sud nella classifica nazionale. Bari occupa il 65º, Taranto l’80° e Foggia l’82º. Gli altri capoluoghi di provincia fuori graduatoria: "Non presentano i dati"
13 November, 2014
In Puglia sono pari al 29,4% le scuole che necessitano di interventi di manutenzione urgente. Sotto la media nazionale i dati relativi alla messa a norma e all’acquisizione delle certificazioni degli edifici scolastici pugliesi. Non crescono le pratiche ecocompatibili: carente il pedibus, nessun istituto presente in parchi urbani e Zone 30 e pochi quelli con piste ciclabili nelle aree antistanti. Negativi i dati della raccolta differenziata soprattutto per alluminio e organico. Invece in nessuna mensa sono somministrati pasti interamente biologici. Ottimo il dato sulle rinnovabili: il 44,6% degli edifici utilizza fonti rinnovabili. Tra questi edifici, il 97,7% ha impianti solari fotovoltaici, il 2,3% impianti solari termici
Ripartire da quelle opere davvero utili per sbloccare l’Italia e darle un nuovo futuro. Tra queste ci sono anche gli edifici scolastici italiani, molti dei quali, più di 41mila, hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza, come emerge dalla quindicesima edizione di “Ecosistema Scuola”, l’indagine annuale di Legambiente sulle strutture e sui servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia. Temi chiave di questa XV edizione, che raccoglie i dati relativi al 2013, sono la sicurezza e la qualità degli edifici scolastici, la perenne diversità della qualità del patrimonio edilizio, legata alle diverse aree del Paese e agli investimenti, i servizi e le buone pratiche ecosostenibili. Tre ambiti sui quali Legambiente invita il Governo Renzi ad investire per uscire da un quadro che in quindici anni di indagine non risulta migliorare.
A guidare la graduatoria della qualità dell’edilizia scolastica anche quest’anno sono sempre le città del nord con Trento in prima posizione seguita da Pordenone (2º) e Forlì (3º).
Per quanto riguarda la Puglia, invece, Lecce è al 21° posto della classifica, prima fra le città del Meridione. Mentre a chiudere la graduatoria di “Ecosistema Scuola” vi sono Bari (65°), Taranto (80°) e Foggia (82º). Le province di Bat e Brindisi non entrano in classifica perché non hanno risposto al questionario.
«La fotografia scattata dalla XV edizione di Ecosistema Scuola 2014 – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – è poco rassicurante. In Puglia, eccetto Lecce che è la prima città del sud nella classifica nazionale, tutti gli altri capoluoghi si piazzano in coda alla graduatoria. L’unico dato positivo riguarda l’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili degli edifici scolastici. Per il resto, rimangono sotto la media nazionale i dati relativi alla messa a norma e all’acquisizione delle certificazioni degli stessi. Risultano assolutamente carenti i servizi sulla mobilità sostenibile, sono negativi i dati sulla raccolta differenziata, soprattutto per alluminio e organico. Ancora pochi i monitoraggi ambientali effettuati per verificare la presenza di sostanze inquinanti in prossimità delle scuole. Sul fronte delle mense scolastiche, in nessuna di esse sono somministrati pasti interamente biologici. Per questo serve investire su politiche che intreccino la sostenibilità e la sicurezza degli edifici con la diffusione delle buone pratiche. Le nostre scuole devono diventare luoghi di eccellenza, portatrici di una cultura del cambiamento e attente ai bisogni strutturali, ambientali ed educativi».
Tornando ai dati di “Ecosistema Scuola”, la Puglia appare una regione con edifici scolastici di più recente costruzione rispetto alle media nazionale, visto che il 58,1% di essi risulta costruito dopo il 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica, contro il 42,1% del dato medio nazionale. Nessun edificio risulta edificato secondo i criteri della bioedilizia, solo l’1,2% degli edifici è costruito con criteri antisismici. Edifici più nuovi e con una minore necessità di interventi di manutenzione urgente sono invece pari al 29,4% contro il 32,5% della media nazionale.
Un risultato che tuttavia trova poche conferme nei dati relativi alla messa a norma degli edifici e acquisizione delle certificazioni, quasi tutti sotto la media nazionale. Solo il 15,5% degli edifici risulta in possesso del certificato di agibilità, il 28,7% del certificato di collaudo statico mentre gli edifici con impianti elettrici a norma sono il 60,6%. Superiori alla media i dati relativi alla certificazione igienico-sanitaria (64,5%) e di prevenzione incendi (48,4%). Buono il dato sugli edifici con i requisiti di accessibilità con l’86,1%.
Rispetto alle buone pratiche e ai servizi messi a disposizione delle scuole i risultati presentano tante luci ma anche molte ombre. Interessante il dato sul servizio di scuolabus, garantito al 46,2% degli edifici, contro una media nazionale del 22,5%, assolutamente carente il pedibus a disposizione dello 0,4% delle scuole (esattamente la metà rispetto alla media nazionale del 5,2%), pari al 4,2% gli istituti con piste ciclabili nelle aree antistanti. Tutti i Comuni dichiarano di finanziare progetti educativi nelle scuole e iniziative per gli under 14. La sicurezza nelle aree antistanti le scuole è garantita dalla presenza di attraversamenti pedonali per l’82,2%, aree di sosta per le auto per il 49,2%, nonni vigili per il 18,6%. Nessuna scuola risulta posta in Zone 30.
Per quanto riguarda le mense scolastiche in nessuna di queste sono somministrati pasti interamente biologici. Se nelle mense vengono utilizzati solo piatti in plastica/carta usa e getta, in nessuna è presente la cucina interna, mentre nel 46,6% viene distribuita acqua di rubinetto, contro il 65,1% della media.
Negativi i dati della raccolta differenziata, tutti sotto la media nazionale, soprattutto per quanto riguarda alluminio e organico.
Sul fronte dell’efficienza energetica sono pochi gli istituti che utilizzano neon o altre fonti d’illuminazione a basso consumo. Ottimo invece il dato sulle rinnovabili: il 44,6% degli edifici utilizza fonti rinnovabili, contro il 13,6% della media nazionale. Tra questi edifici, il 97,7% ha impianti solari fotovoltaici, il 2,3% impianti solari termici.
Rispetto ai monitoraggi ambientali per verificare la presenza di amianto e di radon: Lecce è l’unica città ad averli realizzati entrambi, Bari e Taranto hanno solo quello dell’amianto, Foggia nessuno dei due. Le antenne cellulari costituiscono la principale fonte di rischio ambientale, con il 13,1% di edifici in prossimità. Su queste antenne non vengono realizzati monitoraggi.