Appunti e pensieri finali sulle Cartoniadi di Torino
Segue un unico testo a più voci, montaggio di frasi e messaggi scritti da chi ha lavorato con Eco dalle Città per organizzare e promuovere le prime Cartoniadi di Torino: Albana Muco, Andrea Cannas, Angela Conversano, Bruno Casula, Fabio Zanchetta, Ivano Casalegno, Maria Sorino, Matteo Volpengo, Mohamed El Amrani,Patrizia Spadafora, Sonia Migliore
29 November, 2014
Ho trovato l'evento delle Cartoniadi molto interessante, un tema fondamentale a cui non si dà tanto valore e iniziative di questo genere ce ne ricordano l'importanza. Ho visto quanto cartone viene sprecato anziché riciclato (Porta Palazzo ne è esempio). Sono contento di aver promosso questa iniziativa, perché è per una buona causa.
Ho guardato il video in cui i bambini (della scuola "Alfieri") spiegavano in cosa consistono le cartoniadi e più volte ripetevano: non bisogna buttare la carta a terra! Sembrerà banale, ma io sono convinta che quei bambini davvero non lo faranno più e che saranno pronti a riprendere i propri genitori se lo faranno. Azioni più riuscite durante questo mese? Io penso proprio al coinvolgimento delle scuole, dei bambini e, di riflesso, dei genitori. Termino la prima fase delle Cartoniadi con un pò di "orgoglio", perché mi sono resa partecipe di un piccolo cambiamento in una città che con il passare del tempo sento sempre più mia, ma anche con un po' di disillusione, perché non so se l'impegno che ci abbiamo messo tutti abbia davvero "educato" la maggior parte dei cittadini torinesi.
I rifiuti per definizione sono qualcosa da scartare, di cui liberarsi e da tenere lontano. Tuttavia, in queste settimane di pubblicità, alle prime
Cartoniadi di Torino sembra che per la maggior parte delle persone sia anche qualcosa di cui ci si deve occupare il meno possibile. Una scocciatura insomma. Le risposte a domande e sollecitazioni sulla raccolta differenziata della carta erano spesso svogliate e poco inclini al coinvolgimento. Ciò significa che è necessario cambiare la percezione dell'oggetto rifiuto e per fare ciò deve cambiare la sua natura. Bisogna farne capire il valore prezioso e allo stesso tempo "a buon mercato", perché tutti ne possono disporre, che si tratti di carta catone o qualsiasi altro materiale.
Posso dire ottima iniziativa e ben accolta negli ambienti preparati/fertili, mi è sembrata poco diffusa o poco sostenuta dalle Circoscrizioni o Case di quartiere o altre associazioni. Credo che non si debba parlare solo dei lati positivi.
Si dovrebbe: 1) Mantenere l'attenzione puntata sul premio di marzo incentivando le scuole con il "servizio" uscita o attività e articolo seguente su Eco dalle Città. Diciamo che sarebbe un buon compromesso per continuare la buona pratica e stimolare i ragazzi, che a loro volta devono stimolare i propri parenti. 2) Segnalare seriamente le questioni ad Amiat e Cartesio, affinché siano più concreti e vicini alle esigenze di tutti. 3) Continuare il cartonaggio perché è sia azione che dimostrazione.
Varie sparse: eliminare davvero l'idea di rifiuto ma vederla sempre come risorsa. Partecipazione dei non tecnici al tema rifiuto. Fare comunità politica della premialità per chi fa bene
alla bellezza dell' ecosistema mercato della città,e i suoi possibili cambiamenti. La disinteressata vicinanza di persone che avresti pensato al circolo del the. La potenza del passaparola a supplire la carenza di pubblicità. L'occasione dei cittadini per stimolare Amiat a far meglio. L'orgoglio del proprio lavoro degli operatori Cartesio.
Io stesso all'inizio ero scettico riguardo all'utilità di una tale iniziativa. Pensavo ci fossero cose molto più interessanti e importanti di cui occuparsi. Ma dopo aver messo il naso nei cassonetti della città, dopo essermi confrontato in prima persona con i problemi e i diversi atteggiamenti nei confronti di questi problemi, mi sono reso conto della necessità di iniziative di questo genere, che possano incoraggiare istituzioni, aziende di settore, commercianti e cittadini a fare del loro meglio nei confronti di una questione che troppo spesso è sottovalutata e accantonata. Non buttiamo la questione del riciclo dei rifiuti nel cassonetto dell'indifferenza.
Le Cartoniadi viste da fuori hanno rappresentato un ottimo pretesto per parlare di un problema ancora troppo poco percepito: buttare carta e cartone nell'indifferenziato (e quindi non riciclare. Questo non è solo una forma di mancanza di senso civico, ma uno spreco di denaro e risorse per la collettività. Trovo, tuttavia, che la maggior parte delle persone sia fondamentalmente d'accordo. Non vi sono quindi contrapposizioni forti (come nel recente caso della "malasosta", legalisti contro chi predica tolleranza verso le doppie file: sempre di senso civico si tratta), né prese di posizione ideologiche. Ciò nonostante - e questo lo dico da promotore, quindi "da dentro" - durante le fasi di perlustrazione, nei bidoni dell'indifferenziato abbiamo trovato quintali di carta e cartone da differenziare... Evidentemente manca qualcosa.
Le Cartoniadi sono state il pretesto per la reciproca conoscenza, incontro, collaborazione tra realtà sociali (associazioni, scuole, cittadini organizzati in varie forme) già attive in diversi territori o che si sono mobilitati per l'occasione. Sta ora agli enti promotori saper canalizzare tale disponibilità ed entusiasmo in nuove progettualità, che promuovano un attivismo diffuso e responsabile sul miglioramento della gestione dei rifiuti (riciclo e riduzione).
- Esperita una mala gestione nello smaltimento e (non) differenziazione rifiuti.
-Bambini nelle classi estremamente sensibili alle tematiche ambientali e la maggiorparte molto informata (due classi hanno voluto vedere il video ben due volte.
-Dovrebbero esserci le Cartoniadi tutto l'anno e puntare sugli incontri nelle scuole.
Ci vuole un'educazione e una spiegazione generale che non si potrà ottenere con le multe, ma solamente con azioni concrete volta per volta dedicate alle esigenze reali dei quartieri o zone.
Per poter migliorare sempre più l'impegno dei cittadini per la rd bisogna dimostrare che a farlo c'è risparmio sulla tassa e creazione di lavoro. Creare mappa dei punti critici e risolvere con i servizi gli enormi sprechi di materiale riciclabile. Più bidoni per la differenziata e più multe.