Metro di Milano, la metropolitana che va a pompe idrovore
Ogni giorno ATM fa funzionare 343 pompe idrovore nelle gallerie delle tre (e mezza) linee metro attive a Milano. Per aspirare l'acqua di una falda acquifera sempre più alta. Uno sforzo enorme. Ma perché a Milano l'acqua è sempre più invasiva?
Se non c’è il Seveso che esonda, se non ci sono le piogge “tropicali” - per frequenza ed intensità - di un clima che è irrimediabilmente cambiato, a Milano c’è la falda acquifera che si alza. Un problema che rischia diventare un tormentone, come quello del Seveso. Mercoledì 17, la città ha vissuto un altro capitolo delle proprie disavventure legate all’acqua e purtroppo la sensazione e che non sarà davvero l’ultima.
Una novità per Milano, un rischio di allagamento da falda acquifera tale, da fare chiudere il servizio per circa 6 ore – dal primo mattino alle 13 circa – sulla tratta più nevralgica della M3 (la linea metro costruita più in profondità): quella dalla Stazione Centrale (dove incrocia la M2) a Porta Romana, e che passa per il Duomo (dove incrocia la M1), Montenapoleone, ecc. I disagi sono stati enormi, per i milanesi e per i turisti, vista la tratta coinvolta, in pieno orario di punta mattutino. ATM ha schierato tutti i suoi mezzi di comunicazione, in primis l’account twitter, poi personale di linea per informare, mezzi alternativi in superficie, aggiornamenti in tempo reale sull’intervento dei Pompieri e sulle alternative di percorso.
Molti però si sono sorpresi quando, verso tarda mattinata, hanno letto l’annuncio (vedi foto) del twitter di ATM: “Contro le infiltrazioni da falda, ogni giorno ATM mette in funzione 343 pompe sulle linee, 118 solo su M3, 50 in funzione 24 ore. ATM"
Eh già, molti non lo sanno. La metropolitana milanese “va a pompe”. Se non ci fossero infatti 350 pompe idrovore che lavorano continuamente per aspirare l’acqua che s’infiltra nella gallerie, a causa appunto dell’innalzamento della falda acquifera, saremmo tutti a mollo. Come poi ha aggiunto ATM, "la falda ha raggiunto livelli tali che le idrovore devono essere messe in funzione 24h su 24 e se anche una sola pompe cede, l'acqua rischia di entrare”.
La pressione dell’acqua non è tale da poter sfondare le gallerie – ha spiegato al Corriere della Sera, Laura Scesi, docente di Geologia tecnica al Politecnico – quindi si escludono scenari di allagamento del sottosuolo da film apocalittici, ma l’innalzamento della falda acquifera (o falda idrica, ossia quello strato di suolo in grado di contenere e fornire acqua alla città) è un problema sorto già negli anni Ottanta e legato soprattutto al processo di “deindustrializzazione” di Milano, che ha ridotto l’utilizzo di acqua da parte degli impianti industriali. Così la falda idrica ha continuato inesorabilmente a salire. Un problema che oggi si è evidentemente molto aggravato, a causa di altri fattori che stanno incidendo sulla nostra città.
Lo sforzo che ATM e Comune devono fare per contrastare il problema, oltre a rimediare il grave danno d’immagine che si verifica in situazioni come quella di mercoledì, è enorme. Non solo le 350 pompe idrovore collocate nelle gallerie, di cui 50 in funzione 24 ore su 24; si è anche intervenuti con un’ulteriore lavoro di risanamento e impermealizzazione di decine di km di tunnel, soprattutto lungo la M2, come si vede in questo “reportage dal sottosuolo”, sempre del Corriere, per “sigillare” i giunti delle pareti ed impedire le infiltrazioni. Interventi realizzati dopo lo stanziamento di 18 milioni di euro da parte del Comune.
Ma purtroppo l’innalzamento della falda acquifera si trova oggi a fare i conti anche con altri problemi, come il recente incremento delle pioggie – per quantità e per intensità – che a loro volta causano più frequenti e gravi esondazioni del Seveso, che impattano sul tracciato non solo della M3 (Zara e Maciacchini), ma anche su quello già attivo della M5, la linea lilla, aperta da Garibaldi a Bignami.
Quello che invece non si sa con certezza, è quanto abbia contribuito all’innalzamento della falda acquifera di questi decenni la cementificazione senza sosta della città; l’aver tolto con cantieri e cemento ancora migliaia di metri cubi di spazio, anche nel sottosuolo. Perché le decine di nuovi grattacieli e palazzi che sono sorti in questi anni, e ancora si stanno costruendo, hanno anche sotto di loro migliaia di metri cubi di spazio sottratti al suolo: fondamenta, garage, magazzini, condotte, ecc.
Così come ci si chiede se, con tutta questa "invasione" del sottosuolo che toglie ulteriore spazio alla falda acquifera, la costruzione in corso di altre 2 linee metro, con le loro decine di km di tunnel, non sia in qualche modo pericolosa per la città.