Gasdotto Tap, il sindaco Potì dei NoTap: “Deciderà il Consiglio dei Ministri, ma daremo battaglia”
In Italia siamo alle battute finali del procedimento amministrativo. TAP attende che il Consiglio dei Ministri rilasci l’Autorizzazione Unica, in seguito avvierà i lavori di approdo del gasdotto anche in Italia, nella spiaggia di San Foca del comune di Melendugno (Salento). Eco dalle città ha contattato il sindaco Marco Potì, del fronte NoTap
02 February, 2015
Dopo aver intervistato l’amministratore delegato Giampaolo Russo, amministratore di Tap Italia, Eco dalle Città ha intervistato il sindaco di Melendugno Marco Potì, tra i più convinti sostenitori del fronte NoTap.
Signor sindaco, a che punto siamo?
Il decreto dello sviluppo economico decide incredibilmente di rimettere la questione alla Presidenza del Consiglio. Dico incredibilmente perché con una nota del gabinetto del Ministro, un ufficio politico, si decide che le procedure previste da una legge dallo Stato si possono saltare, che il dissenso della Regione Puglia non ha valore, e viene superato in un batter d’occhio e si va avanti secondo il programma che ha determinato TAP. Io prego che le istituzioni dello Stato non si pieghino facilmente alle volontà delle società private. Noi daremo battaglia e impugneremo questi atti. Non escludiamo di informare la Procura perché si stanno facendo degli abusi e dei soprusi. Noi si può, per un interesse ipoteticamente strategico nazionale o internazionale, bypassare le leggi e le procedure previste dallo Stato Italiano.
In particolare qual è la norma o l’articolo che è stato bypassato?
L’articolo 52 quinques, comma 6, della legge con cui è stata convocata la conferenza dei servizi per rilasciare l’autorizzazione unica. Questo articolo prevede che, in caso di dissenso tra la Regione interessata e il Ministero, venga istituito un comitato tecnico per individuare soluzioni alternative. Su questo, il comune di Melendugno, come Anci Puglia, e Regione stavamo lavorando, per trovare soluzioni alternative che non fossero incompatibili e impattanti come quella proposta da Tap. Con una nota del gabinetto, con una interpretazione estensiva e discutibile, si decide che la Regione Puglia non ha più voce in questa procedura decide solo la presidenza del Consiglio.
Lei dice, dunque, che siete stati impossibilitati a poter esprimere un sito alternativo?
Si. Il gabinetto del Ministero dello sviluppo economico ha deciso che la Regione Puglia e gli altri locali non devono contare in questo processo: perché? Perché lo dice una multinazionale privata straniera che ha fretta di concludere. Per noi tutto questo è falso, non vediamo il problema delle riserve del gas o l’affaire ucraino. E’ soltanto una affare a cui qualcuno tiene molto.