Bici+treno, petizione a Trenitalia, ma già in cinque regioni è gratis. Pioniera la Puglia
Sui treni nazionali è vietato viaggiare con la bici, a meno che non sia smontata e riposta in una sacca. Ora una petizione (57.000 firme in un mese) chiede a Trenitalia che attivi la combinazione treno+bici gratuita, oppure con abbonamento. Sui regionali, solo 5 regioni hanno il trasporto bici gratuito. Pioniera è stata la Puglia nel 2007
04 February, 2015
In Italia la bicicletta continua a non avere pari dignità rispetto agli altri mezzi di trasporto. Secondo uno studio presentato dalla trasmissione di “Geo & Geo” le regioni che permettono ad oggi il trasporto gratuito delle bici sui treni regionali sono cinque: prima la Puglia, poi la Campania, l’Abruzzo, le Marche e la Liguria. In Lombardia e Toscana si può trasportare la propria bicicletta ma occorre abbonarsi annualmente. Male nelle altre regioni d’Italia dove il trasporto sui treni regionali costa oltre i 3,5 euro/giorno pari più o meno a 1000/l’anno. Un costo insostenibile per i pendolari.
Sui treni nazionali (Frecce bianche, rosse, intercity) nonostante la pubblicità del sito di Trenitalia faccia intendere il contrario con un titolo “In treno con la bici”, di fatto, è vietato portare le biciclette, a meno che, non siano smontate e contenute in un apposita sacca le cui dimensione da regolamento non devono essere superiori a 80x110x40. Il quel caso il trasporto è gratuito. Discorso a parte per i treni internazionali abilitati al servizio: il trasporto della bici montata in genere avviene utilizzando appositi bagagliai. “Se non ci fosse abbastanza spazio -si spiega sul sito di Trenitalia - puoi sistemarla altrove, purché non sia d'intralcio o fastidio per gli altri clienti o per il personale di bordo. Il trasporto della bicicletta montata – continua il regolamento – non è mai consentito sui treni di media e lunga percorrenza ovvero sui treni Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, Intercity ed Intercity Notte”.
A confermare l’Italia ha un gap culturale con gli altri paesi europei è la bolognese Sara Poluzzi, ciclista pendolare, che ha lanciato una petizione on line “Abbonamento bici+treno nazionale” che ha raccolto in pochi giorni circa 57.000 firme. Ospite della trasmissione televisiva “Geo & Geo”, Poluzzi ha spiegato quanto sia variegata la situazione in tutta Italia. In Emilia Romagna, ad esempio, la combinazione bici+treno costava fino al 2014, 122 euro l’anno (attualmente però la convenzione è stata annullata), mentre in Lombardia invece costa la metà.
Dopo la petizione è arrivata una prima risposta da parte di Trenitalia, da parte del responsabile che siede al tavolo della Conferenza delle Regioni, il quale rimette la responsabilità alle Regioni, mentre nulla si dice del trasporto delle bici sui treni a lunga percorrenza. Ecco cosa scrive Trenitalia, riportato nel blog della petizione: “Nell’ambito del contratto di servizio con le imprese ferroviarie, ogni Regione può autonomamente stabilire anche l’introduzione di forme di abbonamento particolari per i servizi di propria competenza, incluso quello che prevede il trasporto delle bici a bordo dei treni regionali. Nulla preclude quindi l’autonoma scelta delle singole Regioni di stabilire forme di abbonamento o altre agevolazioni per il trasporto delle biciclette sostenendone il costo".
L’esperienza del sud Italia che ha fatto scuola. Nel 2007, la Puglia è stata la prima regione in Italia a fare un protocollo di intesa con le cinque ferrovie che effettuano il servizio in Puglia (Trenitalia, Ferrovie del gargano, Ferrovie Sud Este, Ferrovie Appulo Lucane, Ferrovie Ferrotranviarie Bari Nord) per sviluppare il servizio intermodale integrato bici+treno e in particolare per eliminare il biglietto supplemento bici che, invece, viene tutt’ora pagato nelle altre regioni. L’esempio fu poi seguito dalla Campania e dalla Basilicata, ma per quest’ultima solo per i primi tempi. In ultimo è stata la Liguria ad attivarsi e sono coinvolti anche i treni interregionali. Qui la copertura viene garantita dal bilancio regionale. I proventi delle sanzioni dei disservizi vanno a rimborsare il biglietto gratuito dei ciclisti.
L’iniziativa in Puglia scaturì dal progetto Interreg "CYRONMED" (Cycle Route Network of Mediterranean") a cui parteciparono le regioni del sud Italia (Puglia che fu capofila, Campania, Basilicata, Calabria) insieme a Malta, Grecia e Cipro. Lo studio fu coordinato dal pugliese Lello Sforza responsabile della mobilità sostenibile e ciclistica della Regione Puglia (e attualmente ne è il mobility manager), il quale,dopo aver individuato i tratti pugliesi dei percorsi delle reti Eurovelo e Bicitalia, per sviluppare l’integrazione modale con porti e aeroporti, propose di azzerare il costo per il trasporto della bici sui treni: proposta che fu accolta dalla giunta di allora. In quell’anno fu rinnovato il parco mezzi, e le ferrovie Sud Est acquistò 23 nuovi treni ATR al fine di munire le carrozze di appositi spazi porta-bici.
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