Ecoreati in Senato, a che punto siamo? L'aggiornamento di Stefano Ciafani
Il vicepreseidente di Legambiente fa il punto sulla votazione in Senato del ddl sui delitti ambientali: "Nelle due sedute di giovedì scorso e di ieri pomeriggio (martedì 17 febbraio) sono stati votati in totale 35 emendamenti. Ne restano da votare altri 125. Insomma siamo ancora purtroppo nelle fasi iniziali"
18 February, 2015
Ecco il resoconto del vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani:
"Ieri secondo giorno di votazione in aula al Senato sul ddl sui delitti ambientali nel codice penale. Con Enrico Fontana, direttore di Libera, eravamo lì per monitorare le votazioni, insieme ai comitati della Terra dei fuochi e ad alcuni deputati M5S. Erano con noi Luigi Di Maio, Roberto Fico e Salvatore Micillo, l’onorevole cofirmatario del ddl sugli ecoreati nel codice penale insieme a Ermete Realacci (Pd) e Serena Pellegrino (Sel).
Eravamo in alto nella tribuna aperta al pubblico. La visuale era perfetta. Da quella postazione si capiva benissimo chi vuole l’approvazione degli ecoreati e chi la ostacola. Bastava ascoltarli nelle loro dichiarazioni di voto. A volte bastava semplicemente guardare i loro comportamenti durante la discussione. Nelle due sedute di giovedì scorso e di ieri pomeriggio sono stati votati in totale 35 emendamenti. Ne restano da votare altri 125. Insomma siamo ancora purtroppo nelle fasi iniziali.
Sono due le modifiche (migliorative) approvate. La prima riguarda la definizione del delitto di inquinamento ambientale: non è più “una compromissione o un deterioramento durevoli dello stato preesistente” ma è diventato “una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili”. La seconda prevede aggravanti in caso di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale. Non si è ancora votato l’emendamento che deve sopprimere la frase incriminata made in Confindustria che prevede la non punibilità per i reati colposi in caso di interventi di messa in sicurezza e bonifica. Insomma un salvacondotto per chi inquina, una, dieci, cento, mille volte. Sull’abrogazione di questa frase ieri il ministro Andrea Orlando ha detto in Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che il governo darà parere favorevole. Aspettiamo con ansia il voto di questo emendamento.
Negli ultimi 21 anni - dal lontano 1994 quando iniziammo a presentare i nostri rapporti sulle ecomafie - abbiamo incessantemente chiesto l’inserimento dei delitti ambientali nel codice penale e visto come in Parlamento il partito degli inquinatori sia trasversale e subdolo. Noi continueremo a tenerli d’occhio, in Aula e non solo. Il voto probabilmente riprenderà martedì prossimo (oggi e domani in Aula si vota il decreto Ilva). Questa riforma di civiltà si vince solo se le forze sane - dentro e fuori al Parlamento - lavorano insieme per fare in modo che d'ora in poi "chi inquina paghi" senza condoni e che non si ripetano più vergogne come i disastri impuniti di Marghera, Eternit, Bussi, Augusta, Gela, etc.
Siamo all’ultimo chilometro di questa maratona iniziata vent’anni fa. Ci siamo quasi.
Continuiamo a stare col fiato sul collo ai senatori. Intasiamogli la casella di posta elettronica col nostro mail bombing. Basta un click a questo link http://www.legambiente.it/chi-inquina-paghi.
Vogliamo i delitti ambientali subito, senza condoni per gli inquinatori. L’ambiente, la salute e la parte sana dell’economia ci ringrazieranno".