Scala Mercalli, sabato 28 febbraio la prima puntata. Intervista a Luca Mercalli
"Parleremo delle città in maniera trasversale, non in una sola puntata. Rifiuti e inquinamento i temi principali, ma pareleremo anche di quelle che si stanno organizzando per risolverli". Così il climatologo Luca Mercalli, che da sabato 28 febbraio per sei sabati sarà in onda su Rai Tre in prima serata
27 February, 2015
Sabato 28 febbraio alle 21.30 su Rai Tre andrà in onda la prima puntata di “Scala Mercalli”, girato in uno studio realizzato appositamente all’interno della F.A.O. e condotto da Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico. Sei puntate in prima serata, ogni sabato, dedicate ai problemi più urgenti per la salvaguardia del Pianeta Terra, dai cambiamenti climatici, alle risorse energetiche fossili e rinnovabili, dalla gestione dei rifiuti, all'agricoltura sostenibile.
Abbiamo raggiunto Luca Mercalli alla vigilia della prima puntata e gli abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa sui temi e sulla preparazione del programma.
Ci siamo, Scala Mercalli sta per partire. Spesso lei si rammarica del fatto che le tematiche ambientali trovino poco spazio...
Finalmente è la volta buona per voltare pagina!
Il programa affronterà anche temi relativi all'ambiente urbano?
Sì ma in maniera trasversale nel corso di più puntate, non in una puntata sola. Parleremo ad esempio di rifiuti e di inquinamento, come quello che riguarda le grandi città della Cina. Ma parleremo delle città anche in modo positivo, nel senso che daremo spazio anche a quelle che si stanno organizzando per risolvere questi problemi.
Lei ha organizzato migliaia di conferenze in Italia e all'estero. Che differenza c'è nel preparare la divulgazione scientifica per una conferenza e quella per un programma televisivo?
La differenza è enorme. Innanzitutto i tempi. Io dico sempre che per ogni minuto di televisione ci vuole un intero giorno di lavoro. E mi riferisco al lavoro di una squadra, tra la redazione, i tecnici, eccetera. Un sacco di persone, un lavoro davvero notevole. Qui abbiamo la Rai alle spalle, quindi le risorse non sono mancate. In 7 mesi si è fatto ciò che vale per circa due anni. E poi l'altra differenza fondamentale è il linguaggio. Ad una conferenza viene chi vuole, mentre il pubblico televisivo è fatto soprattutto di persone in poltrona col telecomando. Se non utilizzi un linguaggio interessante l'attenzione rischia di calare molto presto. Bisogna tenerla alta.
Da quello che si sa, il programma farà vedere numerosi documentari. Qualche anticipazione?
Be' si può partire da quelli di domani sera. Faremo vedere un documentario sul caldo in Australia, dove gli effetti del surriscaldamento sono talmente evidenti da portare il Bureau of Meteorology a classificare con un nuovo colore le zone del continente che hanno già raggiunto i 50 gradi centigradi di temperatura. Altro documentario interessantissimo è quello sulle miniere di rame in Cile, dove si trova la miniera di rame a cielo aperto più grande del mondo, qualcosa di davvero immenso. Il rame prodotto non è più sufficiente per soddisfare il fabbisogno mondiale, per cui lo prenderemo come esempio per mostrare i limiti delle risorse utilizzate dall'umanità.