Foodsharing Torino e FoodforGood, i due progetti contro lo spreco alimentare presentati a "Refood, cibo in ri-creazione"
Il primo marzo presso l'Associazione culturale Qubì di Torino si è tenuto l'incontro dedicato al tema del food waste e del recupero cibo. Tra gli interventi, il racconto dell'esperienza di Foodsharing e di FoodforGood
01 March, 2015
“C'è troppo buon cibo che va perduto, dobbiamo trovare una soluzione!”
Questa è la frase di presentazione del progetto londinese FoodforGood, ma può anche essere il leitmotiv dell'incontro “Refood, cibo in ricreazione” che si è tenuto il primo marzo presso l'associazione culturale Qubì di Torino. Un appuntamento dedicato interamente al tema del cibo recuperato, al suo valore, e a ciò che da questo può nascere. Nuovi piatti, buoni e creativi, ma soprattutto momenti di condivisione e di incontro tra persone.
Parte proprio da questo concetto il racconto di Marco Regoli del gruppo Foodsharing di Torino e del nuovo gruppo nato a Venaria, durante il quale sono state delineate le attività dei volontari. Giovani e non che girano per i mercati torinesi a recuperare frutta e verdura scartata dalla vendita.
Dai contadini di corso Brunelleschi a quelli di corso Racconigi, da quelli di piazza santa Giulia ai mercati di Venaria: il grande protagonista dell'incontro di ieri, il cibo recuperato, è stato raccolto da gruppi di persone accomunate dal desiderio di voler “smuovere processi” e instaurare un legame tra chi dona e chi raccoglie.
Ma cosa succede, invece, all'estero? Lo hanno raccontato Anna e Marta di FoodforGood, il progetto, nato nel 2011 durante il percorso unversitario al London College of Communication, è diventato una piccola realtà che cerca di trovare una soluzione al problema del food waste.
Come spesso accade con questo tipo di progetti, tutto è nato dalla constatazione in prima persona del fatto che ogni giorno enormi quantità di cibo vengono gettate nella spazzatura in maniera ingiustificata.
“Abbiamo subito deciso che qualcosa doveva essere fatto, così abbiamo pensato a come collegare le imprese alimentari con enti di beneficenza, mense, chiese – spiegano. L'obiettivo è quello di trasformare il rifiuto alimentare in qualcosa di valore”. Da lì l'idea di fornire un valore aggiunto anche a tutto ciò che circonda il cibo: piatti, vassoi e tovaglioli, oltre a "custodire" il cibo, lanciano messaggi ben precisi di tutela dell'ambiente e delle sue risorse attraverso i loghi rappresentati su di essi.
(Foto dell'Associazione culturale Qubì. Clicca qui per vedere le altre foto dell'evento)