Roma, ecodistretto a Rocca Cencia. Fortini: "Vogliamo dare valore ai rifiuti"
"Daremo valore ai rifiuti, che saranno processati senza lavorazioni chimiche o termiche". Così Daniele Fortini, Presidente Ama, spiega ad Eco dalle Città il progetto dell'ecodistretto a Roma
07 April, 2015
È stata consegnata la scorsa settimana alla Regione Lazio la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il progetto dell’ecodistretto di Rocca Cencia, il primo dei 4 siti di trattamento dei rifiuti che l’Ama prevede di realizzare a Roma. Si tratta di un progetto che intende realizzare aree industriali attrezzate per ricevere rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. All’interno dell’ecodistretto avverrà infatti la trasformazione in "prodotto" di tutti i rifiuti in ingresso che saranno poi avviati a specifici trattamenti tecnologici per la produzione di materia prima seconda, cioè prodotto da collocare sul mercato.
Un progetto che l’Ama discute con l’amministrazione romana da ormai un anno e che potrebbe prendere il via proprio da Rocca Cencia, area che già oggi ospita impianti focalizzati sul trattamento del rifiuto indifferenziato e che, secondo i piani di Ama, sarà sottoposta a riqualificazione per realizzare un ecodistretto che accoglierà solo i materiali provenienti dal quadrante est della città. L’impianto a regime darà lavoro a 300 persone. Nelle previsioni di Ama, gli ecodistretti saranno quattro, tuttavia ad ora non sono state individuate le altre 3 aree.
I cittadini della zona, che da anni convivono l'impianto di Trattamento Meccanico Biologico attualmente in azione, temono che la situazione si aggravi e non hanno nascosto il malcontento.
Abbiamo chiesto dunque a Daniele Fortini, Presidente Ama, se i cittadini dovranno preoccuparsi per il sorgere degli ecodistretti.
“C’è molta diffidenza e molto sospetto, diffusi, radicanti e anche comprensibili”, ha spiegato Daniele Fortini. “Per troppo tempo ci hanno raccontato che l’amianto era la grande invenzione italiana e che costituiva la soluzione ai problemi della gestione termica dei fabbricati, che era un materiale ignifugo e di grande facilità d’impiego, ma sappiamo tutti come è andata a finire. Ci hanno raccontato che l’Ilva a Taranto sarebbe stata una grande risorsa per tutto il Mezzogiorno, ma anche in questo caso abbiamo visto come sono andate le cose. Che ci sia diffidenza dunque è comprensibile. Tuttavia - ha sottolineato Fortini - nel caso degli ecodistretti a Roma stiamo parlando di una organizzazione che intende dare valore ai rifiuti che arrivano nell’impianto e escono come prodotto che avrà un mercato. L’ecodistretto sarà un aggregato di impianti in cui arriveranno i rifiuti ‘freschi’ che abbiamo tolto dal piatto, dal negozio o dall’ufficio, che verranno immediatamente processati con lavorazioni a freddo, non ci saranno né lavorazioni chimiche né termiche, e alla fine del processo, che si conclude in giornata, quello che è stato scartato come banana diventerà terriccio da usare per il compost, quello che abbiamo scartato come bottiglia di vetro diventerà rottame di vetro pronto forno da destinare alle vetrerie, quello che abbiamo scartato come plastica andrà agli stampatori della plastica. Si tratta quindi di impianti in cui non ci sono lavorazioni che abbiano una produzione di emissioni in atmosfera, non ci sono fumi, non c’è nulla che brucia o che è sottoposto a una reazione chimica. Tutte le operazioni che saranno svolte all’interno dell’ecodistretto saranno di selezione dei materiali per matrici omogenee tali da determinare la materia prima seconda da affidare agli utilizzatori successivi. Dal punto di vista della salute o delle minacce per la salute questo tipo di impianti non avrà alcun impatto negativo. Sarebbe più minaccioso un nuovo parcheggio, ad esempio, che produrrebbe inquinamento atmosferico rispetto ad un impianto di trattamento a freddo”.
“Se andassimo ad aggredire aree di aperta campagna o non antropizzate - ha spiegato ancora Daniele Fortini - sicuramente andremmo a distruggere degli ecosistemi naturali, ma in questo caso intendiamo operare in zone già di proprietà di Ama, già ingombrate da attrezzature tecniche per la gestione dei rifiuti e già oggi impianti nei quali arrivano decine di automezzi al giorno di rifiuti tal quali. Nell’ecodistretto invece arriveranno, in maggior parte, rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata. Le stesse aree in cui si andranno ad insediare gli ecodistretti saranno dunque riqualificate urbanisticamente e messe in condizione di diventare modernamente organizzate con apparecchiature tecniche innovative ma tutte testate, consolidate, e con lavorazione a freddo. Può essere percepita come fastidioso il flusso veicolare di automezzi, ma la loro presenza c’è già oggi e comunque sarà minore di quella attuale”.
Quale potrebbe essere dunque il ciclo del rifiuto all’interno dell’ecodistretto?
“Ad esempio - ha spiegato ancora Fortini - il vetro proveniente dalla raccolta differenziata, all’interno dell’ecodistretto come prima cosa verrà distinto tra vetro trasparente e colorato. Verranno separati i flussi e sarà tolta la granella, cioè la polvere che nella frantumazione del vetro viene generata e che può essere destinata all’impianto in cui vengono trattati i laterizi o i materiali edili, per recuperarla come uno dei componenti di inerti che possono essere utilizzati nell’edilizia o in opere di edificazione. Il rottame di vetro colorato sarà caricato su un mezzo da destinare alla vetreria come vetro colorato, il rottame di trasparente sarà mandato ad altre vetrerie per esser rilavorato”.
Nell’ecodistretto saranno in parte trattati anche i rifiuti indifferenziati che saranno preselezionati per estrarne materie da affidare al ciclo del recupero: ad esempio, la componente organica eventualmente ancora presente sarà sottoposta ad un processo di mineralizzazione, che ne può consentire il successivo riutilizzo, mentre le frazioni secche saranno trattate al fine di recuperarne combustibile utilizzabile nei cementifici e nelle centrali elettriche. Per quanto riguarda il TMB, la quantità di rifiuti trattati sarà ridotta.
Relativamente all’iter amministrativo, la Regione Lazio avrà ora 6 mesi di tempo per rilasciare la Valutazione di Impatto ambientale alla quale si arriverà solo dopo un percorso partecipativo che coinvolgerà istituzioni e cittadini. Nel frattempo, è apparsa online nel sito di amaroma.it un’intera sezione “work in progress” dedicata agli ecodistretti che permetterà a tutti i cittadini di consultare il piano: ad ora sono già disponibili alcune importanti informazioni ma ad ogni modo Fortini prevede una campagna di confronto con il territorio e i cittadini e preannuncia che, quando l’ecodistretto sarà in esercizio, ci saranno percorsi pedonali e accessibilità permanente: “gli impianti sono infatti concepiti per essere visitati, spiegati e comprensibili a chiunque, a partire dalle scolaresche. E ci saranno dei percorsi sicuri all'interno degli stabilimenti”.
Secondo Ama “la realizzazione degli Ecodistretti consentirà di creare valore e ricchezza per il territorio”: ciò sarà reso possibile dalla “valorizzazione dei materiali recuperati all’interno della rete di utilizzatori finali” senza dimenticare che “l’avvio a trattamento all’interno degli Ecodistretti dei rifiuti prodotti nel territorio di Roma Capitale semplificherà il sistema logistico a valle della raccolta, che oggi vede decine di camion quotidianamente in uscita dal territorio capitolino per il trasporto di rifiuti in diverse Regioni italiane, con un dispendio economico oltre che ambientale (oltre 1.000 tonnellate di CO2/anno, che verranno azzerate)”.