Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: "Green economy volano per la crescita"
Le tendenze, le risorse, le prospettive dello sviluppo della green economy sono state esaminate in occasione del Meeting di Primavera, l'evento annuale organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile
14 April, 2015
La green economy come volano per la ripresa. Segnali positivi si colgono
a livello globale: nella finanza, tra il 2013 e il 2014 sono stati
emessi 42 miliardi di obbligazioni verdi e si stima si possa raggiungere
i 100 miliardi nel 2015; gli investimenti in rinnovabili nel 2014 sono
aumentati del 16% (310 mld di dollari) sul 2013, soprattutto in Cina con
un +32% (stabile invece l'Europa con un +1%) e hanno fatto arrivare il
numero degli occupati a 6,5 milioni. Quanto all'occupazione, nella
produzione di beni e servizi ambientali, nonostante la crisi, si è
registrata in Europa una crescita continua: gli occupati erano poco più
di 3 milioni nel 2003 e sono diventati 4,282 milioni nel 2012.
Le tendenze, le risorse, le prospettive, le proposte per lo sviluppo
della green economy sono state esaminate in occasione del Meeting di
Primavera, l'evento annuale organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo
Sostenibile, che quest'anno ha come tema 'Il contributo della green
economy per la ripresa dell'Italia'.
"La via verso un mondo a
bassissime emissioni di gas serra - ha detto Edo Ronchi, presidente
della Fondazione - potrà essere tracciata con un nuovo buon accordo
internazionale sul clima, ma potrà avere successo solo con lo sviluppo
della green economy che è la via maestra per la crescita e l'occupazione
sia a livello globale che nazionale. Proprio in Italia è necessario
saper avvalersi degli strumenti economici a disposizione, come i fondi
europei, e prendere la strada di una fiscalità ecologica che sappia
orientare il mercato, le produzioni e i consumi verso la green economy".
I fondi europei per orientare il mercato in direzione green sono
consistenti: quelli di coesione prevedono nel periodo 2014-2020
investimenti per 50 miliardi di euro l'anno per l'avvio e il
rafforzamento delle filiere produttive. Consistenti le risorse dei
cinque Fondi Sie (fondi strutturali e di investimento) per l' Italia,
ricorda la Fondazione. Ad esempio, dei Fondi FESR (Fondo europeo
sviluppo regionale) e FSE (Fondo Sociale europeo) ci sono 22,2 miliardi
per le regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e
Sicilia), 1,35 mld per le regioni in transizione (Abruzzo, Molise e
Sardegna) e 7,56 mld per le regioni più sviluppate (tutte le altre del
centro nord). E gli obiettivi tematici di green economy del FESR
(economia a basse emissioni, adattamento climatico e protezione rischi,
utilizzo razionale delle risorse, trasporto sostenibile) dispongono di
un plafond di risorse pari a 8,6 mld, il 41% del totale.
Per
disporre di nuove entrate per alimentare gli investimenti green, sono
necessarie anche misure di fiscalità ambientale. "Il modo più efficace e
immediato di avviare un percorso di riforma della fiscalità in chiave
ecologica -osserva Ronchi - è introdurre una carbon tax, in prima
istanza, su gasolio e benzina per autotrasporto". Si tratterebbe di un
importo di 20 euro a tonnellata di CO2 che si tradurrebbero in un
aumento di soli 3,8 centesimi al litro e darebbe un gettito di 1,6
miliardi. La fiscalità green dovrebbe anche essere estesa e correlata
alle emissioni di carbonio indotte dalla produzione di beni e servizi
anche importati. "In questo modo - conclude Ronchi - si potrebbe
consentire, con le maggiori entrate, di compensare una consistente
riduzione del cuneo fiscale a favore di lavoro e imprese e disporre di
entrate aggiuntive, formate anche solo da una quota minoritaria delle
nuove entrate, per alimentare investimenti green in ricerca e
eco-innovazione". Proprio i paesi leader in eco-innovazione come Svezia,
Finlandia, Danimarca, Regno Unito, e Germania dispongono, infatti, di
un PIL pro capite più alto e di una disoccupazione più bassa della media
Ue.