Stati Generali della Mobilità Nuova, ecco il documento del Comitato Scientifico
Si intitola "Pedoni, Pedali e Pendolari al centro delle politiche urbane per la Mobilità Nuova" ed è il frutto del lavoro del comitato scientifico degli Stati Generali presieduto da Anna Donati
13 April, 2015
“C’è voglia di cambiare comportamenti personali e stili di vita spostandosi di più a piedi, in bicicletta, sul trasporto pubblico, di condividere servizi di mobilità come il car sharing, anche per vivere in modo collettivo lo spazio urbano. In fondo l’automobile è una forma estesa di “privatizzazione” degli spazi pubblici nelle nostre città, centri storici, quartieri, aree metropolitane”.
È uno dei passaggi più significativi del documento elaborato dal Comitato Scientifico degli Stati Generali della Mobilità Nuova, presieduto da Anna Donati e composto da Maria Berrini, Lorenzo Bertuccio, Francesco Ferrante, Giovanni Ginocchini, Alessandro Meggiato. Gli Stati Generali si sono riuniti a Bologna il 10, 11 e 12 aprile per la seconda volta dopo il primo incontro inaugurale di Reggio Emilia nel 2012. Una tre giorni organizzata dal comune del capoluogo emiliano e dalla Rete Mobilità Nuova, la grande coalizione che coinvolge quasi 200 associazioni di tutto il territorio nazionale, unite nel chiedere un nuovo modello di mobilità per l'Italia “che metta al centro delle politiche urbane pedoni, ciclisti e utenti del trasporto pubblico”.
Il documento, di circa dieci pagine, si sommerà a quelli prodotti da ognuno dei 5 tavoli tematici che hanno lavorato durante gli Stati Generali (città, spazio pubblico, sicurezza, infanzia e turismo) per arrivare ad elaborare la "Carta di Bologna per la Mobilità Nuova", il documento programmatico per reindirizzare le politiche nazionali, regionali e locali in materia, che sarà presentato al neo ministro per le Infrastrutture e trasporti, Graziano Delrio, e al Governo a breve. “La realtà dei numeri dell’attuale sistema di trasporti è estremamente squilibrata a favore dell’automobile – sottlinea il comitato scientifico - Le risorse per il trasporto pubblico locale e regionale sono passate dai 6.1 miliardi del 2009 ai 4.8 del 2014, mentre cresce il numero dei pendolari e la voglia di spostamenti collettivi, non è stata rifinanziata la legge 211/92 per le reti tranviarie e la legge 366/98 per la mobilità ciclistica”.
Esemplari alcuni numeri sulla composizione e l'organizzazione della mobilità italiana, che ne confermano la natura ancora decisamente autocentrica: “L’indice di motorizzazione nel 2013 si è attestato a 60,8 automobili ogni 100 abitanti, mentre nel 2012 erano 62,1 - sottolinea il documento - Nelle principali 50 città italiane questo indice diminuisce: nel 2013 erano 58 le auto circolanti ogni 100 abitanti mentre solo nel 2011 questo indice era pari a 63”. Il confronto con alcune delle principali città europee è impietoso: a Parigi ci sono 45 auto ogni 100 abitanti, a Barcellona 41, Londra 36 e nella celebratissima Berlino 35. “Nelle città italiane, secondo i dati Istat del censimento 2011, nei propri spostamenti quotidiani il 15,8% dei cittadini va a piedi ed il 3,3% usa la bicicletta. La restante parte sono spostamenti motorizzati. Tra questi vi è con una forte prevalenza dell’auto (60,8%) un utilizzo modesto del trasporto pubblico (13,4%) a cui vanno aggiunti autobus aziendali e scolastici (2,9%) ed il 3,5% che usa il motoveicolo a due ruote.”
Ovviamente il traffico veicolare causa notevoli problemi di inquinamento dell'aria: “Nel 2014, su 88 capoluoghi di provincia ben il 37% ha superato i livelli di PM10 in almeno una centralina, tra cui le principali grandi città”. Il comitato sottolinea, inoltre, come la maggior parte degli spostamenti che avvengono quotidianamente in ambito urbano siano piuttosto brevi, se non brevissimi: “Nel 2013 il 23,8% dei cittadini ha percorso fino a 2 km, ben il 21,9 % ha percorso da 3 a 5 km, il 39,9 % ha fatto da 6 a 20 km, il 14,5% ha fatto più di 20 km. A conti fatti, in città circa il 45% non fa più di 5 km chilometri ed un altro 40% non supera i 20 km”. Cosa più di questo rappresenta un motivo concreto a spostarsi maggiormente a piedi, in bicicletta o con il trasporto pubblico?
Ecco i 10 punti principali su cui il documento chiede di intervenire:
1)Piano Generale Trasporti e Logistica Sostenibile.
Il PGTL vigente è del 2001 ma in realtà non è stato mai attuato e deve essere aggiornato con obiettivi precisi di riconversione verso la Mobilità Nuova e che si integri con i diversi Piani e strategie nazionali come il Piano nazionale per la mobilità ciclistica. Un Piano dotato di obiettivi stringenti di riduzione delle emissioni inquinanti, dei gas serra, del rumore, del consumo di suolo e per l’efficienza nell’uso delle risorse pubbliche finanziarie ed ambientali.
2) Piani Urbani della Mobilità Sostenibile.
I Piani Urbani per la Mobilità, pur previsti dalla legge 340/2000 non hanno mai trovato un’estesa attuazione per l’assenza di politiche nazionali di incentivo, di obbligo di redazione almeno per le realtà di grande dimensione e complesse, di linee guida di riferimento. Serve l’emanazione di questa cornice di riferimento per le amministrazioni, che tenga conto dei fenomeni di area vasta e delle nuove Città Metropolitane, e che sia coerente con le Linee guida approvate dalla Direzione Generale per i Trasporti della Commissione Europea (SUMP).
3)Riforma del Codice della Strada.
E’ urgente che dopo il lungo e positivo lavoro con l’approvazione alla Camera dei Deputati della Legge Delega di riforma del Codice della Strada, il testo adesso superi ostacoli e veti e venga approvato anche al Senato. Una riforma che metta al centro gli utenti deboli e la mobilità attiva, la sicurezza stradale, gli interventi di moderazione del traffico, rafforzando gli strumenti di controllo telematico ed in remoto degli abusi sulla strada.
4) Sostegno alla Mobilità Ciclistica.
La norma vigente 366/98 ha esigenza di essere rifinanziata in modo stabile e di essere inquadrata in un contesto più vasto di programmazione, finanziamento e realizzazione degli interventi, che deve riguardare impegni ad ogni livello locale, regionale e nazionale.
5)Mobility Manager 2.0 e comunicazione per la Mobilità Nuova.
Serve aggiornare il Decreto Ronchi del 1998 per adeguarlo alle nuove esigenze ed esperienze, per una crescita del ruolo professionale del Mobility Manager, con il riconoscimento dei benefici di sostenibilità raggiunti dall’azienda (sia privata che pubblica) e l’adozione di efficaci sistemi di misurazione e reporting come presupposto per l’introduzione di premi ed incentivi.
6)Trasporto Pubblico, servizi innovativi ed investimenti per le reti tranviarie.
La Mobilità Nuova impone un radicale ripensamento nell’allocazione delle risorse economiche per i trasporti, privilegiando le opere di mobilità urbana, locale e regionale rispetto alle opere autostradali e all’alta velocità ferroviaria.
7) Piano Industriale di FS: treni per pendolari, treni + bici, stazioni multimodali.
Il piano Industriale di FS - sia la parte investimenti (RFI) e sia la parte servizi (Trenitalia) - deve essere riorientato verso obiettivi di Mobilità Nuova, con il potenziamento dei servizi per il trasporto metropolitano e regionale.
8) Piano Straordinario Mobilità turistica.
All’ Art. 11 della legge 106/2014 sono previste “Norme urgenti in materia di mobilità, accoglienza e guide turistiche” con la finalità di promuovere un turismo sostenibile capace di coniugare la tutela e la fruizione dei beni storici, la valorizzazione del patrimonio pubblico e lo sviluppo sostenibile delle aree interne e del Sud del Paese.
9)Ferrovie turistiche, rete dei cammini, greenways e ciclovie.
Questo insieme di offerta turistica definita ormai mobilità dolce, si caratterizza per essere basata su movimenti prevalentemente non motorizzati, utilizza spesso diverse modalità e promuove il recupero di ferrovie locali complementari a scopo turistico, che spesso sono sospese o lasciate in disuso dalle Ferrovie dello Stato.
10) Innovazioni tecnologiche per Sistemi di Trasporto Intelligente.
App dedicate, infomobilità, prenotazione servizi, pagamenti e bigliettazione elettronica, car sharing e bike sharing, controllo contro abusi e sanzioni con tecnologie telematiche, dati sui flussi dei passeggeri e dei servizi di trasporto pubblico, controllo in tempo reale dei flussi di traffico, gestione delle emergenze: sono solo alcune tra le numerose applicazioni ormai presenti della telematica applicata al campo della mobilità.