Torino, tregua tra Comune e taxisti in vista dell'Ostensione. Task force contro Uber
Fassino mette in campo una task force contro gli abusivi e potenzierà il servizio taxi.
15 April, 2015
Le proteste di questi giorni dei taxisti di Torino, che minacciavano di bloccare la mobilità cittadina durante tutto il periodo dell'Ostensione, hanno sortito il loro effetto. Durante l'incontro tra il Sindaco Piero Fassino e i rappresentanti dei taxisti il Comune si è impegnato a mettere in campo “un n nucleo di Polizia Municipale esclusivamente dedicato al controllo e alla repressione del fenomeno del trasporto abusivo di persone e un programma di misure di rafforzamento del servizio taxi”. In realtà a far parte della task force saranno i vigili della sezione “Sequestri e rimozioni”.
“Siamo
una città che conosce flussi
turistici
in continua crescita – ha ricordato Fassino -. Un fatto che
rappresenta un’opportunità di sviluppo anche per il servizio taxi.
E, dunque, occorre adottare tutte le misure per offrire la migliore
accoglienza.
Per
questo è intenzione della Città potenziare l’offerta del servizio
taxi – che peraltro a Torino esprime non da oggi alti livelli di
efficienza e di qualità -, aumentare accessibilità e fruibilità
per i cittadini e, al tempo stesso, contrastare
ogni forma di abusivismo”
Tra
le misure per favorire il più efficace servizio taxi, si opererà
per migliorare l’agibilità delle corsie preferenziali, regolare
l’accesso alla ZTL,
riorganizzare le aree di stazionamento taxi in prossimità di musei e
stazioni ferroviarie, sperimentare tariffe promozionali.
Il
comunicato
stampa del Comune però non tira in ballo direttamente Uber,
l'azienda californiana che con la sua applicazione per mobile ha
scatenato la protesta dei taxisti in tutta Italia, ma si limita a un
generico “fenomeno del trasporto abusivo di persone”
probabilmente perché la questione è giuridicamente
spinosa.
Infatti l'azienda ha denunciato davanti alla Commissione europea, con
più ricorsi, Germania
e Francia
per aver bloccato il servizio, dove il fulcro della denuncia è la
libera
concorrenza,
tema centrale per Commissione europea, nella quale Uber accusa i due
stati di agire “per proteggere il tradizionale monopolio dei taxi”.
Il dibattito che grazie ai ricorsi di Uber vedrà la Direzione generale dei Trasporti della Commissione europea esprimersi in merito, deciderà se l'applicazione creata da Uber e di conseguenza l'azienda stessa, siano assimilabile ad una azienda di servizi o una di trasporti, il nodo della questione è questo: se fosse riconosciuta come una azienda di servizi Uber verrebbe considerato come uno strumento per agevolare e semplificare l'interazione tra soggetti privati, l'azienda e il suo servizio (e di conseguenza anche chi mette a disposizione il la propria auto) sarebbero perfettamente legali; altrimenti se l'azienda fosse riconosciuta come azienda di trasporti dovrebbe sottostare a tutti i regolamenti che regolano il trasporto di persone, in primis le licenze d'esercizio.
In attesa che la task force produca gli effetti sperati dai taxisti, segnaliamo un documento dei taxisti tedeschi che raccolgie le disavventure legali di Uber in giro per il mondo.