Il caos di venerdì scorso verrà di certo ricordato a lungo. Treni fermi, sciopero anticipato, tentativi di assalto ed occupazione dei vagoni. Disordini e disagi che si sono poi ripercossi come un domino sul traffico di tutta la capitale.

"Era chiaro da subito che Venerdi 17 ci fosse  qualcosa di anomalo. Ho infatti parlato di agguato, e non smentisco.- dichiara Guido Improta, assessore alla mobilità di Roma Capitale -  Lo sciopero è un diritto dei lavoratori, non un motivo per fare la conta dei numeri delle varie sigle sindacali. Credo che quello sciopero sia stato una prova generale per provare a catturare dipendenti di altre sigle, visto che, forse questo i cittadini non lo sanno, a giugno si andrà al rinnovo delle rappresentanze sindacali. Le sigle che hanno scioperato Venerdì sono rispettabilissime, ma minoritarie in ATAC, non avevano numeri per far preoccupare l’Azienda sul rischio di eventuali interruzioni di servizio sulla Metro A, come invece avvenuto."

Il problema per l’amministrazione sono quindi da una parte i sindacati (non quelli maggioritari con cui Atac ha un accordo ma le sigle più piccole), dall’altra  i lavoratori a cui l’azienda chiede più impegno: 

“In un Bilancio di lacrime e sangue il nostro è l’unico settore che ha ricevuto più fondi, e sottolineo anche parecchi. - prosegue Improta - È arrivato il momento che i lavoratori facciano la loro parte: devono guidare di più, fare turni più lunghi, potenziare il servizio e renderlo più affidabile, non solo in previsione dei grandi eventi, ma per la quotidianità e per i cittadini romani che in tutti i sondaggi indicano nel Trasporto Pubblico  uno dei punti fermi per migliorare la qualità della loro vita."

Sarà poi difficile punire veramente i responsabili del blocco della città. Le “regole del gioco” sono infatti datate e per il TPL bisogna confrontarsi con un Regio Decreto del 1931. 

"L'atac però non è fatta solo da chi, con le proprie azioni, getta discredito sull'azienda - conclude Improta - ma soprattutto da dipendenti "silenziosi e laboriosi che cercano di fare il meglio in condizioni disagiate, con mezzi vecchi e sporchi. Questo va ribadito perché sui giornali si è letto solo del caos generato da una minoranza" .