"Hai paura di restare senza?" a #Expo2105 il Padiglione svizzero contro lo spreco e per la responsabilizzazione
Le domande che accolgono e seguono il visitatore lungo il percorso all'interno delle torri che ospitano l’esposizione della Svizzera centrano il cuore del tema e della riflessione sulla disponibilità delle risorse naturali
21 May, 2015
di Aglaia Zannetti
Lo sai che al Padiglione della Svizzera di Expo puoi portarti via tutti i prodotti che vuoi?
Attratta e sapientemente ingannata da questa indicazione (il sospetto è che la “voce” sia stata messa in giro appositamente per fuorviare i visitatori) entro nelle alte torri del padiglione, all'interno delle quali le domande scritte sulle pareti – ce n’è per tutti? Hai paura di restare senza? - sono la “sostanza” del percorso. Scopro che sì, è possibile prelevare e mettersi in borsa sale, caffè e mele disidratate collocati in decine e decine di box self-service ma… ad una condizione: aver colto il vero spirito che guida l’esposizione e che richiama ad un uso responsabile e consapevole delle risorse a nostra disposizione.
Per coloro che hanno varcato l’ingresso convinti di fare man bassa di campioni di prodotti tipici, nonché simbolici, come l’acqua, della quale ci si può comodamente servire aprendo i rubinetti posti al centro e collegati alla falda freatica locale, la sorpresa è amara: alla fine si uscirà con in mano la quantità giusta di alimenti, non di più non di meno, per consentire a tutti i visitatori, fino alla fine di ottobre, di poter fare altrettanto, contando sul comportamento responsabile di chi lo ha preceduto e ha scelto di portare con sé solo il necessario.
Diversamente la riserva di alimenti e di acqua andrà esaurendosi.
L’annuncio e la promessa iniziale resta valida, solo che “ciò che si desidera” diviene automaticamente sinonimo di “ciò che si può ed è giusto”; ecco che il tema della sostenibilità e dell’equa distribuzione delle risorse, che dovrebbe essere al centro di Expo, conserva tra questi padiglioni la sua forza e il suo significato. I ragazzi del padiglione, senza imposizioni, osservano il visitatore e raccontano la storia dei prodotti scelti a rappresentare la Svizzera: il caffè, primo prodotto d’esportazione (ha superato cioccolato e formaggio) le mele disidratate, in rappresentanza della centralità dell’agricoltura e della biodiversità, il sale, estratto dal sottosuolo svizzero, elemento base e vitale il cui consumo moderato è essenziale ai fini di una prevenzione per uno stile di vita sano ed infine, l’acqua, elemento portante, scelto come tema conduttore dell’esposizione della città di Zurigo e dei quattro cantoni del Gottardo; di acqua, infatti, si parla quando si fa riferimento al consumo responsabile e sostenibile e dei drammatici dati che ci dicono che ad oggi quasi 800 milioni di persone sulla terra non hanno accesso all'acqua potabile.
La prospettiva di milioni di profughi che si spostano nel mondo alla ricerca di questa preziosa e sempre più rara risorsa, non è fantascientifica e la portata della sfida per frenare questo movimento, già in atto, è globale: la Svizzera gioca il suo ruolo con un investimento annuo di circa 200 milioni di franchi svizzeri “a favore della valorizzazione dell’acqua nelle attività economiche e della promozione nella cooperazione transfrontaliera nella gestione delle risorse idriche a livello internazionale”.