Marche, un “Oasi della Biodiversità” all'interno della discarica “La Cornacchia”
All’interno dell’impianto è stata inaugurata l'Oasi della Biodiversità, uno dei più interessanti progetti in Italia di riqualificazione del territorio e di recupero della biodiversità autoctona
08 October, 2015
Nel corso del Forum Rifiuti di Legambiente, il Direttore Generale di Sogenus, Mauro Ragaini, ha illustrato il modello di gestione ecosostenibile della discarica controllata “La Cornacchia” quale best practice a livello nazionale nella raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti. All’interno dell’impianto, infatti, è stata da poco inaugurata l'Oasi della Biodiversità, uno dei più interessanti progetti in Italia di riqualificazione del territorio e di recupero della biodiversità autoctona.
La discarica “La Cornacchia”, di proprietà del Comune di Maiolati Spontini (AN), è utilizzata, da oltre 20 anni, per lo smaltimento di Rifiuti Solidi Urbani (RSU) e di Rifiuti Speciali. È gestita da Sogenus, società a totale capitale pubblico, che ha come soci diretti i 12 Comuni marchigiani della Vallesina riuniti nel CIS-Consorzio Intercomunale Servizi.
L’impianto, realizzato nel pieno rispetto delle normative, si colloca in un contesto morfologico e ambientale ottimale: grazie agli elevati valori di impermeabilità del suolo, localizzato su terreni argillosi con spessori superiori ai 2 mila metri, si garantisce la massima sicurezza rispetto a eventuali perdite o fuoriuscite di liquidi. Non sono presenti, inoltre, falde acquifere e circolazioni idriche sottostanti la struttura, che consta di 2 vasche di smaltimento impermeabilizzate: nella prima vengono conferiti i Rifiuti Solidi Urbani e nella seconda i Rifiuti Speciali, categoria che include quelli “non pericolosi”, assimilabili agli RSU, e quelli “pericolosi” gestiti solo in minima parte e nella massima sicurezza.
Sogenus gestisce per i Comuni del CIS, inoltre, il servizio di raccolta differenziata, che, tra il 2012 e il 2014, ha registrato una notevole crescita: dagli oltre 13 milioni e 800 mila kg si è passati a più di 14 milioni e 300 mila kg, (+3,9%). Le ottime performance dell’azienda hanno permesso, quindi, di limitare l’impatto dei costi di smaltimento sulla TARI, mai superiori al 15%, con un notevole beneficio per i contribuenti.
L’Oasi della Biodiversità. Questo progetto di miglioramento della qualità ambientale e della biodiversità nell’area della discarica è stato realizzato da Sogenus in collaborazione con l’Orto Botanico “Selva di Gallignano” e con C.Re.Ha. Nature Soc. Coop., spin off dell’Università Politecnica delle Marche. Come primo intervento è stato ridotto l’impatto ambientale della discarica ripristinando gli equilibri strutturali e funzionali dell'ecosistema. Sono state, poi, piantumate in 104 aiuole 13.956 piantine tipiche dell’ambiente autoctono, di notevole interesse mellifero e paesaggistico, per creare un vero e proprio giardino didattico. Nel 2014 è stata elaborata una Cartografia della Vegetazione informatizzata, utilizzata come strumento di monitoraggio della vegetazione e come riferimento per l’interpretazione dei dati provenienti dai biomonitoraggi condotti attraverso bioindicatori (ad esempio il lichene, il carabide e l’anellide). Particolarmente innovativo l’utilizzo delle api impiegate per segnalare eventuale stress ambientale da inquinamento chimico (prodotti fitosanitari, metalli pesanti e radionuclidi).
“La Cornacchia - ha dichiarato Mauro Ragaini, Direttore Generale di Sogenus - è una discarica controllata all’avanguardia, moderna ed efficiente e l’Oasi della Biodiversità rappresenta un ulteriore passo avanti verso una gestione sempre più attenta alla salvaguardia dell’ambiente. Per garantire la massima sicurezza, vengono effettuati nel sito monitoraggi constanti che hanno sempre certificato la totale assenza di impatto sulla salute dei cittadini e sull'ambiente circostante. Puntiamo, inoltre, alla totale trasparenza: i dati sono disponibili sul sito della società e organizziamo visite guidate aperte a tutti. Solo grazie al nostro impegno e al supporto dei cittadini arriveremo in circa 8 anni alla chiusura dell'impianto, per cui è in corso di esame per l’approvazione il progetto di completamento dell'ampliamento, come deliberato dal Comune di Maiolati Spontini. Questo si rende necessario per lo smaltimento dei rifiuti speciali e in minima parte di RSU, comunque trattati, che non possono essere in alcun modo recuperati”.
“La presenza in discarica delle api, controllate da anni seguendo uno specifico protocollo, - ha detto Nunzio Isidoro, Professore Ordinario dell’Università Politecnica delle Marche - è la dimostrazione scientifica che l’impianto non ha alcun effetto sull’ambiente circostante, sull’aria, sulla nostra salute. All’interno dell’Oasi abbiamo realizzato una stazione di biomonitoraggio composta da 4 arnie. Attraverso analisi cliniche sulle api e sul miele prodotto, finora non è stata rilevata alcuna presenza di inquinamento da fitofarmaci e non si è mai verificato il superamento dei valori di riferimento di metalli pesanti per le aree industrializzate”.