Spreco di cibo a scuola , quali buone pratiche milanesi dopo Expo?
Notizie da Milano Ristorazione a un anno e mezzo dall’ introduzione del sacchetto salva cibo si è arrivati a quota 20mila. Ma cosa si può fare per far penetrare in modo più capillare iniziative anti spreco nelle scuole milanesi?
28 October, 2015
di Aglaia Zannetti
Sacchetto salva cibo di Milano Ristorazione, progetto “Adotta un nonno”, recupero delle eccedenze di pane e frutta del programma SitiCibo di Banco Alimentare e, infine, il nostro concorso “Formichine salva cibo. Diario scolastico contro lo spreco alimentare”: anche grazie alla spinta di Expo, a Milano sono nate interessanti iniziative di sensibilizzazione contro lo spreco di cibo rivolte al mondo della scuola, lì dove possono svilupparsi azioni incisive che guardano al futuro.
Nella città di Expo2015 però - e ora che dell’esperienza Expo si faranno i dovuti bilanci - l’elenco delle iniziative anti spreco già esistenti, e perciò attivabili con facilità all’interno delle scuole, non è così ricco come ci si aspetterebbe e l’adesione da parte delle istituti scolastici è su base volontaria, determinata dunque, dopo un’iniziale campagna d’informazione, dal passaparola di insegnanti e genitori.
È il caso dell’ormai noto sacchetto salva merenda del progetto “Io non spreco” di Milano Ristorazione: dall’ aprile 2014, data di avvio di una prima fase sperimentale rivolta alle scuole primarie di primo grado con la distribuzione di 10 mila sacchetti , diventati i 15 mila monitorati lo scorso anno scolastico, si è arrivati agli attuali 20 mila (distribuiti anche in alcuni plessi di secondarie e materne) con un incremento di 5000 sacchetti da settembre 2015 ; il tutto, ci riferisce Milano Ristorazione, grazie all’iniziativa personale dei docenti – dove si scopre che le classi dei più grandi danno l’esempio alle nuove sezioni dei più piccoli- e delle famiglie, con genitori in prima linea nel contattare direttamente l’azienda per chiedere informazioni sul sacchetto e su come adottarlo anche nella scuola dei loro figli, dopo averlo visto in mano a bambini provenienti da altri istituti che hanno aderito all’iniziativa.
Se è vero, come sottolinea Milano Ristorazione, che si tratta di un traguardo importante in quanto raggiunto attraverso un coinvolgimento personale diretto, e non “calato dall’alto”, da parte delle insegnanti e delle famiglie, sovente stimolati dagli stessi bambini, non possiamo fare a meno di chiederci come sia possibile che nella città erede di Expo - che ha realizzato il Food Policy Pact, il patto sulle politiche alimentari del futuro e sottoscritto la Carta di Milano - non sia un dato ormai acquisito l’impegno da parte delle istituzioni scolastiche ad avviare e mantenere nel tempo buone pratiche quotidiane contro il fenomeno dello spreco alimentare.Prendendo in considerazione solo le primarie milanesi, i 20 mila sacchetti anti spreco distribuiti da Milano Ristorazione corrispondono infatti a meno di un terzo del potenziale della popolazione scolastica servita (ogni giorno si preparano circa 74 mila pasti). Dati, questi, che ci fanno riflettere su come coinvolgere ulteriormente il mondo della scuola in queste e futuri progetti , partendo dai dati positivi , ovvero il gradimento da parte di chi ha aderito a iniziative come il sacchetto salva merenda o la nostra prima edizione di Formichine salva cibo, avviatasi lo scorso anno con un progetto pilota che ha visto la partecipazione otto plessi scolastici con risultati qualitativamente rilevanti ma quantitativamente migliorabili.
Comune denominatore è la volontà da parte di chi ha partecipato e partecipa, a voler proseguire l’esperienza per dare continuità a pratiche che, diversamente, avrebbero il sapore dell’evento “spot”, sull’onda di un temporaneo “entusiasmo Expo” destinato, in quanto tale, ad esaurirsi in breve tempo se non alimentato e vissuto come input iniziale per un cambio di rotta in tema di spreco alimentare e politiche per contrastarlo partendo, prima di tutto, dall’ educazione nelle scuole.