Roma, Censis: ciclo di trattamento e smaltimento rifiuti è ancora incompleto
Passi avanti significativi nella raccolta differenziata di Roma, ma per il Censis per valorizzare i rifiuti servono investimenti su intero ciclo industriale: non ci si può limitare solo alla raccolta.
05 November, 2015
Nel 2014 a Roma la raccolta differenziata si è attestata al 35% del totale dei rifiuti e secondo l'Ama nel 2015 si è raggiunta quota 43%. I passi in avanti sono stati significativi, considerato che nel 2010 la differenziata era ferma ancora al 21%. Lo sottolinea il Censis nel 6° numero del diario "Roma verso il Giubileo".
Finora la raccolta differenziata viene effettuata solo in alcune zone con il modello «porta a porta», mentre nel resto della città si effettua tramite i cassonetti stradali. Ma il vero limite resta la mancanza di impianti industriali necessari a valorizzare i rifiuti differenziati e a trasformali in risorsa. Oggi gran parte del materiale viene recuperato fuori regione. Per uscire dalla precarietà e valorizzare i rifiuti come una risorsa servono investimenti sull'intero ciclo industriale e non ci si può limitare solo alla raccolta.
Fino all'ottobre del 2013 Roma conferiva quasi il 75% dei rifiuti urbani nella grande discarica privata di Malagrotta: 240 ettari, circa 5.000 tonnellate di rifiuti scaricati ogni giorno, 330 tonnellate di fanghi e scarti di discarica prodotti ogni anno. Chiusa la discarica e potenziata la raccolta differenziata, rimangono sempre volumi considerevoli di rifiuti indifferenziati (circa un milione di tonnellate l'anno) che devono essere trattati prima dello smaltimento. Su questo fronte la città sconta una carenza di impianti. Sul versante pubblico ci sono quelli Ama di Rocca Cencia e di Via Salaria (temporaneamente non funzionante a causa di un incendio, e comunque destinato alla chiusura perché troppo interno alla città). I volumi eccedenti (quasi un terzo della produzione complessiva annua) vengono lavorati nelle due strutture private di Malagrotta e nel tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà del Consorzio laziale rifiuti. Una volta trattati, per essere smaltiti i rifiuti romani vengono per lo più indirizzati fuori regione, in diversi impianti del Nord Italia, dove sono bruciati o mandati in discarica, con un costo che incide significativamente sulla tariffa (oggi il valore medio della tariffa a Roma è di 162 euro per abitante l'anno). Una volta raccolti, i rifiuti devono necessariamente essere conferiti agli impianti di trattamento meccanico biologico o ai tritovagliatori. Ogni volta che negli impianti qualcosa si inceppa, la capitale va in sofferenza per i cassonetti non svuotati, con un grave danno per il decoro e la pulizia della città.