XXII edizione Ecosistema Urbano, rifiuti e mobilità tengono il Lazio sul fondo della classifica di Legambiente
XXII edizione Ecosistema Urbano, nel Lazio peggiorano 3 capoluoghi su 5, la capitale si trova all'83° posto
13 November, 2015
Ecosistema Urbano, storico dossier di Legambiente, giunge alla XXII edizione restituendo un panorama desolante di città ingessate e performance ambientali statiche: pochi e timidi passi avanti sul fronte della raccolta differenziata e delle energie rinnovabili, male invece il trasporto pubblico.
Anche quest‘anno, sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani tra cui anche i 5 laziali. Tre indici sulla qualità dell‘aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi idrici domestici, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull‘offerta, il secondo sull‘uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull‘incidentalità stradale, due sull‘energia (consumi e diffusione rinnovabili). In questa edizione sono due su diciotto gli indicatori selezionati per la classifica finale (incidenti stradali e consumi energetici domestici) che utilizzano dati pubblicati da Istat.
Nella classifica finale, 4 dei nostri capoluoghi si collocano sul fondo. Troviamo infatti Frosinone al 94° posto (era al 92 l‘anno precedente), Viterbo al 93° (era all’84° nel 2014), Latina alla posizione 85 che recupera 4 posti rispetto all‘anno scorso, e Roma che scende di una posizione piazzandosi al 83° posto. L‘unico capoluogo a trovarsi nella prima metà della classifica è Rieti dal 28° posto del 2014 passa al 21° dell‘edizione 2015.
“Le città del Lazio scendono complessivamente nella classifica generale di Ecosistema Urbano, e Frosinone, Viterbo e Roma perdono posizioni, dati che non ci confortano ma devono essere da sprono alle amministrazioni perché inizino a fare la scelta della sostenibilità ambientale quale chiave dello sviluppo futuro – dichiara Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio – A Roma, se alcune politiche positive sono state messe in campo, andava fatto con una determinazione maggiore, questo raccontano i dati di ecosistema urbano. Non si è riusciti a rilanciare i mezzi pubblici e la mobilità nuova, pensiamo alle corsie preferenziali che in 10 anni sono addirittura diminuite, così come al fatto che non è stato steso neanche un metro di pista ciclabile in più. Sui rifiuti l’aumento della percentuale di differenziata che c’è stato rispetto all’epoca Alemanno, è reale se si pensa al 37% di differenziata del 2015 in confronto al 23% del 2012 ma si deve e si può fare di più perché 150 autoarticolati ogni giorno portano fuori ambito la “monnezza” romana. Emergono dati negativi nella capitale sul consumo idrico e quello di energia elettrica a persona dei cittadini. C’è bisogno di un salto di qualità, perché la capitale possa tornare a rivestirsi di incanto e bellezza di cui è stata sinonimo in passato, perché le strade possano tornare ad essere fatte anche per giocare e la Roma del futuro sia costruita a misura d’uomo e di bambino. Per farlo, chi gestirà amministrativamente Roma nei prossimi mesi deve velocizzare l’attuazione del piano generale del traffico partendo dalla valorizzazione dei mezzi pubblici, attuare il porta a porta in ogni quadrante cittadino e rilanciare sul risparmio energetico e la cura del verde e delle strade”.
Nel settore dei trasporti, complessivamente i dati di Legambiente mostrano una regione affogata nel traffico privato. Su 100 abitanti a Rieti troviamo una media di 70 automobili, a Viterbo 71, a Latina 67, a Frosinone 73 e a Roma 62 , con il 53% di spostamenti effettuati su mezzo privato. Intanto non crescono le politiche per lo sviluppo della ciclabilità e sono scarsi anche i metri quadri pedonali, 0,55 a persona a Frosinone, 0,22 a Latina e soltanto 0,13 metri quadri pedonali per ogni abitante a Roma. Fa il paio con tali numeri, il record negativo di Frosinone, secondo capoluogo per i più alti valori medi di PM10 registrati, il peggiore in assoluto nazionalmente se si considerano i 110 giorni di sforamento nel 2014.
I numeri sulla qualità dell’aria non sono di certo buoni ma quelli sull’acqua e sulla gestione del servizio idrico sembrano altrettanto allarmanti. Nella capitale si arriva in fondo alla classifica virtuosa per il consumo idrico, a Roma infatti è calcolata la cifra spropositata di 184 litri d’acqua consumati al giorno per abitante, e sulla percentuale di perdita nelle reti è Frosinone con il 73% di acqua dispersa a far registrate il peggior dato, il 65% a Latina, il 56% a Rieti e il 42% a Roma.
Sui rifiuti va bene Viterbo 6° nella classifica nazionale per la minor produzione pro-capite con 414 kg annui per abitante, Rieti a metà classifica, Frosinone e Latina in fondo e Roma ultimo dei capoluoghi laziali con ben 603 kg di rifiuti all’anno per persona. Sulle percentuali di differenziata non va di certo meglio, con la sola Viterbo con numeri buoni, 53%, e tutte le altre con risultati negativi: Roma al 37%, Latina al 32%, Rieti al 25% e Frosinone appena al 18%.
Una riflessione merita anche la graduatoria sul consumo energetico pro-capite che se fosse basso garantirebbe un futuro fatto solo di energie rinnovabili senza fonti fossili ed emissioni inquinanti in atmosfera. Su questa graduatoria, se è buona la 17° posizione di Rieti con 1.017 kW/h annui a persona, e il 24° posto di Frosinone con 1.024 kW/h annui a persona, va peggio con il 51° posto di Viterbo e il 78° di Latina, ed è veramente da allarme rosso il 103° di Roma, penultima nazionalmente con addirittura 1.449 kW/h annui a persona nella capitale.
“I numeri dei capoluoghi laziali non sono positivi – conclude Scacchi – e abbiamo dati che fanno emergere problematiche assolutamente da risolvere. In tutte le città c’è bisogno del rilancio della sostenibilità e a Rieti e Latina per prima cosa si deve ancora iniziare a fare per davvero la differenziata.”
“A Frosinone la situazione è davvero preoccupante, e lo è in ogni settore – commenta Francesco Raffa, coordinatore provinciale di Legambiente Frosinone – Oltre il 73% della risorsa idrica nelle reti si disperde e la città, oltre ad avere un ridicolo 18% di raccolta differenziata, è sotto la morsa delle polveri sottili da traffico veicolare privato con il suo record nazionale per giorni da PM10 fuori controllo; nel capoluogo ciociaro bisogna far ripartire assolutamente le politiche ambientali per salvaguardarne la salubrità della vita.”
Il comunicato stampa con tutti i dati dei capoluoghi laziali può essere scaricato qui:
http://www.legambientelazio.it/wp-content/uploads/Ecosistema_Urbano_Lazio_2015.pdf
Il dossier “Ecosistema Urbano; XXII edizione completa su:
http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-XXII-edizione