Torino, siglato con una stretta di mano il “Patto del Pattume”
Le Sentinelle dei rifiuti e la direzione della Casa di Cura Major, con la supervisione di Amiat, stringono un patto per realizzare la raccolta differenziata dell’organico e della plastica all’interno della struttura
20 November, 2015
di Giuseppe Iasparra
Il “Patto del pattume”. È stato salutato con queste parole e con una stretta di mano il primo incontro tra le Sentinelle dei rifiuti e la direzione della Casa di Cura Major di via Vanchiglia 60 a Torino. La riunione, a cui ha preso parte anche un tecnico Amiat, è servita per avviare un percorso che ha l’obiettivo di realizzare la raccolta differenziata dell’organico e della plastica (soprattutto stoviglie usa e getta) all’interno della struttura.
Nella loro attività di sensibilizzazione e vigilanza sulla differenziata nel quartiere Vanchiglia, le Sentinelle hanno spesso riscontrato la presenza di questi materiali all’interno dei bidoni dell’indifferenziato. Una brutta abitudine, spesso causata dai dubbi legati alla pulizia del materiale. Quando butto un piatto di plastica usato nella differenziata deve essere lavato o semplicemente privato di solidi evidenti residui di cibo (come indicato da Corepla)? Una domanda che, nel dubbio, induce molti a conferire questi scarti nei rifiuti misti. Come avviene nella clinica Major.
Attualmente, all’interno della struttura, la produzione di rifiuti misti giornaliera legata ai pasti (organico-plastica) include 80 porzioni che vengono servite due volte al giorno ai pazienti. I pasti, contando anche la tipologia di utenti, tendono a pesare circa 200-250 grammi cadauno. E anche se non avanza molto cibo, come riferiscono i responsabili, gli avanzi e le stoviglie vanno comunque a costituire materia che non viene avviata al riciclo.
Una dinamica che secondo la direzione della struttura è pienamente superabile. Le prime soluzioni ipotizzate, con il supporto di Amiat, sono la dotazione di contenitori dell’umido e della plastica per ogni piano della clinica. In questo modo gli operatori sarebbero facilitati nell’operazione di separazione. Questa soluzione potrebbe inoltre essere estesa ai distributori di cibo e bevande all’interno della clinica. A completare il quadro, arriverebbero i nuovi cassonetti di umido e plastica in strada che Amiat si impegna ad installare davanti alla clinica.