"Per l’Italia si parla di 59.500 morti premature attribuibili all’esposizione a particolato sottile (Pm2,5)". Così la notizia bomba che ha fatto il giro dei media e dei Tg, riferita alle valutazioni dell'Agenzia  Europea Ambiente per il 2012. Ma l'epidemiologo  torinese Ennio Cadum non è d'accordo. "Falso  il presupposto. Ne ho già parlato  anche con gli autori, che mi hanno confermato che si è trattato della scelta di una impostazione ad effetto. Hanno calcolato come mortali anche i primi dieci microgrammi di pm 2,5 quelli che si trovano ovunque, anche in alta montagna o in mezzo a deserti e oceani".

"Non c'è bisogno di queste  forzature. Una svista che passerà alla storia della comunicazione scientifica. La situazione è comunque grave di per sè, calcolando come correttamente abbiamo fatto nei lavori per Arpa e per la Oganizzazione Mondiale. Cioè abbiamo calcolato le conseguenze sulla salute delle concentrazioni superiori ai 10 microgrammi.  Circa 34 mila morti premature  sono  già una bella cifra. E la situazione  negli anni precedenti  era anche peggiore. E' noto da anni che la Pianura Padana sia la  peggiore regione in Europa."

Quando si dice morti premeture, di quanto premature?  "Non si  può valutare esattamente di quanto. Ma detta in altri termini, è comprensibile  e concreta. L'aspettativa di vita media degli italiani  è ridotta di undici mesi e mezzo a causa dello smog. Di 14 mesi per chi vive in Pianura Padana e di  meno per altre zone. Se portassimo  le micropolveri  al di sotto dei 10 microgrammi vivremmo in media  undici  mesi in più."

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