Premio Sviluppo Infrastrutture 2015 all'Area metropolitana di Milano
Le opere di Expo2015, le metro M5 e M4, i grattacieli di Porta Nuova, la riqualificazione della Darsena, l’illuminazione a led, il sistema dei Passanti Ferroviari, la mobilità sostenibile: sono le infrastrutture e politiche alla base del premio per la prima volta dato ad un territorio
30 November, 2015
Il premio Sviluppo Infrastrutture, istituito nel 2012 dalla Rivista Management delle Utilities e delle Infrastrutture (MUI), è assegnato a chi – manager, politico, professionista, finanziere, banchiere, amministratore pubblico, studioso o altro – si sia particolarmente distinto nel determinare lo sviluppo infrastrutturale del Paese e del relativo settore produttivo in particolare (ma non solo) nel corso degli anni. Il Premio viene consegnato in occasione del Workshop annuale dell’Osservatorio su i Costi del Non Fare.
Negli scorsi anni il premio è stato riconosciuto a personaggi quali Carlo Malacarne (Snam), "Per la gestione della delicata separazione Eni-Snam in una prospettiva di connessione delle reti gas europee”, a Franco Bassanin, “Per il prezioso contributo scientifico e istituzionale dato allo sviluppo infrastrutturale del Paese” e a Mauro Moretti, “Per aver contribuito in modo determinante all’Alta Velocità ferroviaria, opera di notevole prestigio per il Paese”.
Quest’anno, per la prima volta, il premio è andato ad un territorio, l'Area metropolitana di Milano, riconoscendo l'efficacia del lavoro di squadra svolto da una pluralità di istituzioni, in particolare Comune di Milano, Regione Lombardia e Governo, delle imprese, delle associazioni, dagli enti pubblici e privati e dai singoli individui. Grazie a questa sinergia, secondo le motivazioni, "è stato possibile realizzare negli ultimi dieci anni l'imponente piano di riqualificazione urbana e di sviluppo infrastrutturale sul territorio dell'Area metropolitana di Milano".
“Questo
riconoscimento – ha detto l’assessore Maran ritirando il Premio - dimostra come
la collaborazione tra pubblico e privato e sia oggi la strada vincente per lo
sviluppo delle infrastrutture. Expo è stato un volano per la realizzazione di
grandi opere e lo sviluppo di nuove politiche, dalla rivoluzione dei led a
quella dei mezzi in sharing. Abbiamo costruito un modello virtuoso di
cooperazione in grado di competere a livello internazionale, che ha saputo
coinvolgere i singoli cittadini e le realtà private. Ora non dobbiamo fermarci,
dobbiamo continuare a costruire il futuro, fare in modo il dopo Expo apra una
nuova fase di progettazione e crescita per tutto il territorio”.
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