Consumi elettrici 2015 positivi dopo 3 anni, ma rinnovabili in calo del 9,6%
Oltre 11 miliardi di chilowattora in meno rispetto al 2014 sono stati generati dalle fonti rinnovabili nel 2015, soprattutto per la forte diminuzione dell'idroelettrico. Cresce il fotovoltaico, che aumenta dell'1,5%, dopo quattro anni di decrescita
21 January, 2016
(ansa ambiente)
Dopo tre anni consecutivi in calo, tornano con il segno positivo i consumi di energia elettrica in Italia. Secondo i primi dati provvisori elaborati da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, il totale dell'energia richiesta in Italia nel 2015 ammonta a 315,2 miliardi di kilowattora, in aumento dell'1,5% rispetto al 2014. Centro e Sud trainano la risalita. Dimininuisce però la produzione elettrica da fonti rinnovabili, che nel 2015 cala di circa 11,6 TWh rispetto al 2014 (-9,6% circa), passando da 120,8 a 109,1 TWh. Come evidenzia Qualenergia.it, torna indietro anche rispetto al 2013 (vedi grafico GSE).
In particolare a trainare l'incremento dei consumi sono state la macro-area Sud (che include Campania, Puglia, Calabria, Basilicata) che ha fatto registrare la crescita più consistente con un +4,4%, poi quella composta da Toscana ed Emilia Romagna con un +4,3% e ancora quella Centro (che comprende Lazio, Abruzzo, Marche, Molise, Umbria) con una variazione del +2,3% rispetto al 2014. Più contenuto l'aumento di domanda elettrica in Sardegna (+0,8%) e Lombardia (+0,4%); stazionario nella macro-area Nordest (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto). Nel 2015 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per il 85,3% con produzione nazionale e per la quota restante (14,7%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (270,7 miliardi di kWh) è in crescita dello 0,6% rispetto al 2014. In aumento le fonti di produzione fotovoltaica (+13,0%), termoelettrica (+8,3%) e geotermica (+4,5%). In calo, invece, le fonti di produzione idrica (-24,9%, dopo il record storico del 2014) ed eolica (-3,3%), prevalentemente a causa delle differenti condizioni atmosferiche registrate nel 2015. Nel 2015, infine, è stato raggiunto il nuovo record assoluto dei consumi elettrici in Italia: alle ore 16 di martedì 21 luglio, Terna ha registrato un valore di picco pari a 59.353 MW (+15,1% rispetto alla richiesta massima del 2014).
Coordinamento Free, prossimo biennio sarà nero
I dati ufficiali di Terna "evidenziano un dato allarmante, in netta controtendenza rispetto a quanto accade in Europa e nel resto del mondo: lo scorso anno si è registrata in Italia una diminuzione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili" è il grido d'allarme delle principali associazioni di categoria presenti nel Coordinamento Free. Nel ricordare che anche Paesi come Cina, India e Stati Uniti si sono impegnati per ridurre in modo deciso le emissioni da fonti fossili e che le rinnovabili crescono ovunque, il Coordinamento Free rileva che gli annunci alla conferenza Onu sul clima COP21 di Parigi non sono coerenti con le politiche in Italia. "Da una parte il Governo Italiano per bocca del ministro Galletti ha chiesto di limitare ad 1,5 (invece che a 2) gradi centigradi l'aumento massimo della temperatura terrestre, dall'altro gli imprenditori eolici, geotermici, idroelettrici e da biomasse non possono realizzare gli impianti che questi obiettivi contribuirebbero a raggiungere perché lo stesso Governo non emana da oltre un anno un Decreto interministeriale che definisce le date per le Aste competitive per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili".
Le principali responsabilità, secondo il Coordinamento Free, sono di "una politica miope, forse addirittura cieca, che questo Governo sta seguendo", che "ha abbandonato a se stesso un settore industriale, quello della Green Economy, privo anche degli elementi base per programmare il futuro". Il Coordinamento ritiene necessario "definire obiettivi coraggiosi al 2030 e al 2050, ma anche e soprattutto completare il quadro nel quale gli investimenti si possano fare. Il 2015 è stato un anno flop per l'Italia in tema di crescita da Fer (Fonti di energia rinnovabile), e lo stallo attuale comporterà il perdurare anche per i prossimi due anni, bisogna quindi agire subito per vedere i primi risultati concreti nel 2018, anno nel quale dovremo inviare a Bruxelles un piano credibile di crescita per il raggiungimento degli obiettivi di più lungo respiro".
Il Coordinamento Free spiega che "mancano le basi normative, con misure per le rinnovabili non fotovoltaiche, che si attendono inutilmente da oltre un anno; manca la stabilità legislativa e la certezza del diritto che, con i numerosi interventi retroattivi, hanno portato alla fuga dei capitali esteri e alla sfiducia degli imprenditori nostrani; manca l'efficienza burocratica, con processi autorizzativi che si trascinano per anni, manca il coordinamento amministrativo, con Regioni che continuano a produrre misure in barba ai fondamentali principi costituzionali; manca una visione strategica, non comprendendo che con piccoli accorgimenti si potrebbe rinnovare nei prossimi anni almeno un terzo degli impianti esistenti portando ad un deciso incremento nella produzione e riducendo sensibilmente gli impatti sul territorio, manca in definitiva la fiducia, l'entusiasmo, il futuro".