Emissioni auto, proposta la riforma del sistema di omologazioni e controlli Ue
La Commissione Europea ha presentato la sua proposta di riforma delle norme sull'omologazione e la vigilanza delle emissioni dei veicoli a motore. Il progetto sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per l'adozione
28 January, 2016
Arriva la stretta sul sistema delle omologazioni auto in Europa, con l'obiettivo di aumentarne la trasparenza, l'indipendenza e il controllo europeo dopo le connivenze emerse dallo scandalo Volkswagen. La Commissione Ue ha presentato mercoledì 27 gennaio la sua proposta per la riforma del quadro, in cui avoca per se stessa più poteri di supervisione sui 28, attribuendosi la facoltà, in caso di carenze da parte delle autorità nazionali, di testare le auto, richiamare quelle in circolazione e imporre sanzioni.
La nuova legislazione intende rivedere la vecchia direttiva del 2007 con un regolamento, quindi di entrata in vigore più rapida.
Tre i pilastri su cui si baseranno le nuove norme, secondo quanto si apprende. Il primo vuole migliorare la qualità e l'indipendenza dei test effettuati sulle nuove vetture, in modo da spezzare il circolo vizioso attuale per cui è lo stesso costruttore che paga le autorità di omologazione per effettuare i test. Con le nuove regole ci sarà l'obbligo di audit regolari dei servizi tecnici.
Il secondo pilastro si basa invece su una maggiore sorveglianza del mercato. Finora, infatti, i test sono stati effettuati sui modelli auto solamente ex-ante, mentre d'ora in poi sarà possibile effettuare anche controlli ex-post, e potrà chiederli anche Bruxelles. L'obiettivo è eliminare il problema già riscontrato in precedenza con il caso Daimler, i cui modelli non a norma sul gas refrigerante avevano continuato a ricevere l'omologazione delle autorità tedesche. La Francia voleva richiamare i veicoli ma non aveva potuto perché l'omologazione, valida in tutti i 28, era stata data dai servizi tecnici della Germania, e quindi solo loro potevano ordinare i richiami.
Da qui il terzo pilastro del nuovo regolamento, che rinforza la supervisione a livello Ue dell'intero sistema. La Commissione avrà il potere di chiedere test e controlli, anche sulle auto già immesse sul mercato. Se le autorità preposte non lo faranno, potrà intervenire al loro posto e ordinare i richiami delle vetture. Infine, in caso di violazioni, Bruxelles potrà imporre multe sia ai costruttori auto che alle autorità di omologazione.
Questa proposta, sottolineano fonti Ue, vuole essere un "pacchetto unico" con i nuovi test su strada (Rde) adottati però "annacquati" dagli stati membri il 28 ottobre scorso. Questi hanno aumentato le soglie di tolleranza di superamento delle emissioni e l'Europarlamento ha già espresso la sua netta contrarietà. Altro obiettivo è quindi cercare di convincere gli eurodeputati a non bocciare, nel voto a inizio febbraio, i nuovi test. Per la Commissione un esito negativo non farebbe altro che provocare un ulteriore slittamento della loro entrata in vigore.
Il progetto di regolamento sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per l'adozione. Una volta adottato, sarà direttamente applicabile. Esso abrogherà e sostituirà la direttiva 2007/46/CE.
Il 2 febbraio il Parlamento europeo voterà sulla proposta di revisione dell’RDE (Real-world Driving Emissions), il pacchetto sulle emissioni in condizioni di guida reali.
Sul tema interviene anche Legambiente che critica fortemente la proposta di revisione dell’RDE (Real-world Driving Emissions) avanzata dal Comitato tecnico dei veicoli a motore (CMTV): permetterebbe di aumentare gli attuali limiti di emissioni inquinanti degli autoveicoli diesel, stabiliti della legge europea.