Torino, Bike Pride al comune: "I ciclisti hanno bisogno di fatti e non di altre inutili promesse"
"L'approccio alla progettazione non è per nulla cambiato e i progetti urbanistici in fase di realizzazione sono colpevolmente sbagliati e pericolosi e continuano a relegare la ciclabilità ai margini dello spazio stradale"
29 January, 2016
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Bike Pride a due giorni dal presidio sotto il Comune di Torino per chiedere più sicurezza per i ciclisti:
I ciclisti chiedono prima di tutto strade sicure
I ciclisti non hanno bisogno di informazioni e nella maggior parte dei casi neanche di educazione.
I ciclisti hanno bisogno di strade sicure dove muoversi liberamente.
Per questo motivo appare sconcertante la scelta dell'Amministrazione di destinare degli 8 milioni di euro, previsti nel contributo del Piano Operativo Nazionale (PON Metro), 2,5 milioni di euro all'infomobilità e solo 2 milioni di euro alle infrastrutture ciclistiche. Va ricordato infatti che il Biciplan prevede circa 16 milioni di euro di investimenti per la ciclabilità e come ribadiva l'Assessore Claudio Lubatti - Assessore Viabilità e Trasporti del Comune di Torino in Commissione mercoledì 27 gennaio, mentre davanti a Palazzo Civico un centinaio di ciclisti manifestava per #bastamortinstrada, il piano dovrebbe essere completato entro il 2020. Pare evidente quindi che manchino all'appello quasi 14 milioni di euro da impiegare in 4 anni.
E' impensabile che, dato che nei passati 5 anni l'Amministrazione abbia fatto poco o nulla per la ciclabilità, in 4 anni possa recuperare un ritardo mostruoso. Anzi forse si è fin peggiorato, basti guardare che l'approccio alla progettazione non è per nulla cambiato e i progetti urbanistici in fase di realizzazione (corso Principe Oddone, corso Grosseto, il sottopasso della rotonda Maroncelli) sono colpevolmente sbagliati e pericolosi e continuano a relegare la ciclabilità ai margini dello spazio stradale, come fastidiosa appendice.
Ci troviamo chiaramente di fronte all'ennesima "sparata" pre-elettorale che cerca di tenere buoni i cittadini e i ciclisti per i prossimi mesi, per poi dopo le elezioni far ripiombare nell'oblio ogni buona intenzione, come avvenuto fin ora. Lo testimonia anche la scelta di spendere 1 milione di euro per 270 metri di pedonalizzazione di via Monferrato, quasi 4.000 euro al metro per una semplice strada, quando la zona 30 di Mirafiori, sempre dimenticata, che ha praticamente azzerato gli incidenti nell'area, è costata poco più di 650.000 euro.
La pedonalizzazione di via Monferrato, per citare un caso all'ordine del giorno, è una scelta più estetica che funzionale, così come il costoso progetto di zona 30 di corso San Maurizio proposto dall'Amministrazione, in risposta ad una richiesta dell'associazione Bike Pride Fiab Torino del 2014 che però proponeva un progetto sperimentale e a basso costo di zona 30 a da allargare in pochi mesi a tutti i controviali. Dopo 2 anni non esiste nulla se non appunto un progetto faraonico. In questa fase di scarsità di risorse si deve optare per progetti economici ed efficaci, ma soprattutto capillari. Non parate elettorali inutili e costose.
I ciclisti hanno bisogno di fatti e non di altre inutili promesse.
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