Dai fondi di caffè alle gomme, così il Poli riciclerà gli scarti
Nuovo piano-rifiuti: ma l’obiettivo della differenziata era quello del 2012 - da La Stampa del 20.04.2016
20 April, 2016
Ridurre gli scarti, studiare il ciclo di vita di auto, macchinari, persino dei fondi del caffè: non ai fini del semplice riciclo. Senza farli diventare rifiuti, gli scarti possono rimettersi in circolo.
Riciclare gli scarti
È il concetto alla base del progetto «Retrace» del Politecnico di Torino, in accordo con la Regione, che si è aggiudicato un bando europeo da 1,5 milioni di euro in quattro anni. Di questi, 360 mila andranno al Poli, al dipartimento di Architettura e design, capofila dell’iniziativa che mette insieme Spagna, Francia, Slovenia e Romania.
Il progetto del Poli
Il Poli dovrà aiutare la Regione a mettere a punto nuove politiche: un piano di sviluppo che promuova l’abbattimento degli scarti, prevedendo ad esempio nuovi criteri per i finanziamenti alle imprese. Con ognuno dei Paesi partner ci sarà uno scambio di conoscenze, poi si analizzeranno i punti deboli del sistema regionale, a partire dalle caratteristiche del territorio e delle imprese. Tra le «best practise» presentate ieri c’è il progetto di riuso dei fondi di caffè della Lavazza per farne funghi commestibili ma anche inchiostri e tessuti. Ancora il recupero, da parte del Centro Ricerche Fca, dei pneumatici per fare l’asfalto. «Il progetto Retrace coglie l’esigenza di portare l’Europa – spiega la docente Silvia Barbero – verso un’economia circolare, a zero rifiuti». Per Vincenzo Zezza, settore Sistema universitario della Regione, «questi studi dovranno servire alle aziende piemontesi per migliorare le proprie competenze in questi settori».
Il piano della Regione
Proprio ieri la Regione ha approvato il nuovo piano dei rifiuti proposto da Alberto Valmaggia, assessore all’Ambiente. Per la giunta è una tappa ambiziosa che dopo vent’anni dota il Piemonte di un piano capace di guardare in prospettiva: fino al 2020, con indirizzi programmatici al 2025 e al 2030. Per la minoranza, in particolare i i Cinque Stelle, è un pessimo compromesso, che oltretutto nasce già superato: accompagnato da un ordine del giorno, firmato dalla maggioranza, per impegnare la giunta a rivedere le leggi regionali sul governo dei rifiuti.
I numeri
Diversi gli obiettivi: riduzione della produzione dei rifiuti a 455 kg per abitante; raccolta differenziata di almeno il 65% per ciascun Ambito territoriale ottimale (il traguardo del 2012, mai raggiunta a causa dello scarso impegno di molti Comuni); produzione pro capite annua di rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 159 kg; tasso di riciclaggio pari ad almeno il 55% in termini di peso; avvio a recupero energetico solo delle frazioni di rifiuto per le quali non è possibile il recupero di materia; autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi; riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili fino al loro azzeramento dal 2020; abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili.
Nessun nuovo inceneritore - i Cinque Stelle hanno ottenuto che alla scadenza dell’impianto del Gerbido l’incenerimento dei rifiuti venga abbandonato - ma ottimizzazione degli impianti esistenti (anche per coprire il fabbisogno di trattamento non soddisfatto, oggi 60 mila tonnellate di organico raccolte con al differenziata vanno fuori Piemonte), riorganizzazione dei servizi di raccolta e, ma qui siamo alla teoria, «la tariffazione puntuale» (chi produce di più paga di più). Ampliate o potenziate al 2020 le discariche ancora operative. Tante azioni, forse troppe, che implicheranno un costo compreso tra 135 e 169 milioni tutti da trovare.