TTIP leaks, Greenpeace: ecco i rischi per la protezione dell’ambiente e per i consumatori
Secondo Greenpeace "con i negoziati segreti sul TTIP rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica".
06 May, 2016
“Yes we can STOP TTIP”. Questo il messaggio aperto stamattina dagli attivisti di Greenpeace sulla terrazza del Pincio a Roma, per iniziare la Giornata di Mobilitazione Nazionale contro il negoziato tra Unione europea e Stati Uniti. Alle ore 14 si terrà infatti, con partenza da Piazza della Repubblica, la manifestazione organizzata dalla Campagna Stop TTIP Italia, nata nel febbraio 2014 per coordinare organizzazioni, reti, realtà e territori che si oppongono all’approvazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti.
Il patto è stato discusso a porte chiuse e in gran segreto tra Europa e Stati Uniti e il timore da parte delle realtà aderenti ai comitati e alle campagne STOP TTIP è sempre stato che l'accordo potesse aggirare le norme europee basate sul "Principio di Precauzione”, in base al quale prima di immettere un prodotto sul mercato deve esserne provata la sicurezza per la salute umana, ambientale e animale.
Nel corso della settimana, Greenpeace Olanda ha avuto accesso a buona parte dei testi negoziali del TTIP: 248 pagine di documenti che, secondo l’associazione, dimostrano come “le pressioni USA per aggirare le norme europee sono enormi”. “Di questo principio, che oggi protegge 500 milioni di cittadini europei dagli OGM e dalla carne trattata con ormoni, non c'è traccia negli accordi”, sottolinea Greenpeace Italia, rilanciando i documenti, pubblicati su www.ttip-leaks.org. “Questi documenti svelano che noi e la società civile avevamo ragione a essere preoccupati: con questi negoziati segreti rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica. Col pretesto di ‘abbattere le barriere al commercio’ tra Stati Uniti e Unione Europea, verrebbero abbassati gli standard di sicurezza e le tutele in quasi tutti i settori dell’economia: dall’agricoltura all’industria tessile, dall’informatica al settore bancario”. Secondo l’associazione, “un caso esemplare è quello dei ‘nuovi OGM’ che potrebbero arrivare nei nostri piatti, camuffati con nomi fantasiosi come “prodotti delle moderne tecnologie agricole”.
I DOCUMENTI
I documenti pubblicati da Greenpeace Olanda constano di 248 pagine in un linguaggio legale tecnicamente complesso: si tratta, nello specifico, di 13 dei 17 capitoli che si ritiene siano arrivati alla fase di “testo consolidato” dei negoziati. I “testi consolidati” sono quelli nei quali le posizioni di Ue e USA sono mostrate una a fianco all’altra. “Questa fase del processo di negoziato ci permette di vedere le aree dove UE e USA sono prossime a un accordo e quelle dove compromessi e concessioni devono ancora essere fatti”. Ai 13 capitoli di “testo consolidato”è aggiunta una nota interna dell’UE sullo stato del negoziato (Tactical State of Play of TTIP Negotiations – March 2016). Greenpeace Olanda ha lavorato assieme al rinomato network di ricerca tedesco di NDR, WDR and Süddeutscher Zeitung. Fino ad ora i rappresentanti eletti avevano potuto vedere parte di questi documenti in stanze di sicurezza, con guardie, senza consulenti esperti e senza poterne discutere con nessuno. Con questa pubblicazione, milioni di cittadini hanno la possibilità di verificare l’operato dei propri governi e discuterne con i loro rappresentanti.
GREENPEACE: "ECCO I RISCHI PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE E PER I CONSUMATORI"
Secondo Greenpeace Italia, dal punto di vista della protezione dell’ambiente e dei consumatori, quattro aspetti sono seriamente preoccupanti:
- Tutele ambientali acquisite da tempo sembra siano sparite
Secondo l’associazione nei capitoli resi noti non vi sono riferimenti alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions) che, stabilita quasi 70 anni fa e compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation (WTO – in italiano anche Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC), permette agli stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”. “L’omissione di questa regola - spiega Greenpeace - suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante”.
- La protezione del clima sarà più difficile con il TTIP
“Gli Accordi sul Clima di Parigi chiariscono un punto: dobbiamo mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi per evitare una crisi climatica che colpirà milioni di persone in tutto il mondo. Il commercio non dovrebbe essere escluso dalle azioni sul clima”, sottolinea Greenpeace. “Ma non c’è alcun riferimento alla protezione del clima nei testi ottenuti”.
- La fine del principio di precauzione
Il principio di precauzione, inglobato nel Trattato UE, non è menzionato nei capitoli sulla “Cooperazione Regolamentare”, né in nessuno degli altri 12 capitoli ottenuti, spiega l’associazione. D”’altra parte, la richiesta USA per un approccio ‘basato sui rischi’ che si propone di gestire le sostanze pericolose piuttosto che evitarle, è evidente in vari capitoli. Questo approccio - sottolinea Greenpeace - mina le capacità del legislatore di definire misure preventive, per esempio rispetto a sostanze controverse come le sostanze chimiche note quali interferenti endocrine (c.d. hormone disruptors)”.
- Porte aperte all’ingerenza dell’industria e delle multinazionali
“Mentre le proposte contenute nei documenti pubblicati minacciano la protezione dell’ambiente e dei consumatori, il grande business ha quello che vuole. Le grandi aziende ottengono garanzie sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali, fin dalle prime fasi”. Secondo Greenepace, mentre la società civile ha avuto ben poco accesso ai negoziati, i documenti mostrano che l’industria ha avuto una voce privilegiata su decisioni importanti e che l’UE non è stata trasparente rispetto a quanto grande sia stata l’influenza dell’industria. “I documenti citano ripetutamente il bisogno di ulteriori consultazioni con le aziende e menzionano in modo esplicito come siano stati raccolti i pareri delle medesime”.
I COMMENTI DI GREENPEACE ITALIA E LEGAMBIENTE
“Chi ha cura delle questioni ambientali, del benessere degli animali, dei diritti dei lavoratori o della privacy su internet dovrebbe essere preoccupato per quel che c’è in questi documenti”, dichiara Federica Ferrario, di Greenpeace Italia. “Si confermano le forti obiezioni della società civile e di milioni di persone che in tutto il mondo hanno protestato contro il TTIP, che non è altro che un grande trasferimento di poteri democratici dai cittadini al grande business. Chiediamo a tutti i rappresentanti eletti, alla società civile, ai cittadini di leggere questi documenti e di impegnarsi in un dibattito approfondito”.
A ribadire la posizione, anche Legambiente: “È una bugia che il TTIP sia nell’interesse dei cittadini perché rimuove le barriere commerciali - afferma Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. "L’accordo non riguarderebbe infatti i dazi sulle merci, ma l’abolizione di regole che oggi tutelano i cittadini europei. Ad esempio, i divieti che oggi garantiscono che in Europa non siano in commercio carni di bovini a cui sono stati somministrati ormoni o polli trattati con il cloro, oltre che cibi OGM. Del tutto inaccettabile - prosegue Zanchini - è poi l’introduzione dell’arbitrato per la risoluzione delle controversie tra imprese e Stati, che permette di aggirare la giustizia ordinaria e potrebbe portare a citazioni per danni con cifre incredibili. Un domani, se il TTIP fosse approvato, una multinazionale americana potrebbe chiedere miliardi di euro di danni a un Comune che ha bocciato delle perforazioni di petrolio o allo Stato italiano per aver approvato norme in materia di qualità e sicurezza dei cibi”.