Stati Uniti, al Congresso la legge per uniformare le etichette di scadenza dei prodotti alimentari
Negli States, come nel resto del mondo ricco, la data di scadenza riportata sulle confezioni è una delle cause che contribuisce maggiormente allo spreco alimentare tra le mura domestiche. Una nuova legge potrebbe risolvere il problema
24 May, 2016
Lo spreco di cibo negli Stati Uniti potrebbe diminuire grazie ad una nuova legge sulle etichette di scadenza degli alimenti appena presentata al Congresso. Negli States, come nel resto del mondo ricco, la data di scadenza riportata sulle confezioni dei prodotti è una delle cause che contribuisce maggiormente allo spreco alimentare tra le mura domestiche. “Sembra ancora buono ma è scaduto, quindi lo butto “ è un’abitudine ancora molto diffusa ed è dovuta ad una scarsa comprensione della data riportata sull’etichetta, che il più delle volte indica semplicemente il picco di bontà del prodotto e non il limite oltre il quale diventa pericoloso per la salute.
Negli Stati Uniti la situazione è un po’ più complessa rispetto ad altri paesi. Secondo il National Resources Defense Council, il 90% degli americani butta via cibo ancora buono e perfettamente commestibile a causa di un’etichettatura confusa e poco chiara. Il disegno di legge, a firma Richard Blumenthal e Chellie Pingree e introdotta dal primo in Senato e dalla seconda alla Camera, mira proprio a stabilire un sistema nazionale che uniformi le etichette di scadenza dei prodotti, semplificando la normativa per le aziende e la lettura per i consumatori: da una parte la data oltre la quale il prodotto inizia a perdere le sue qualità nutrizionali e organolettiche ma rimane buono, dall’altra la data oltre la quale non si può più consumare perché nocivo.
La norma permetterebbe inoltre ai rivenditori di donare più facilmente ad associazioni ed enti benefici l’invenduto che ha superato la scadenza che indica il picco di qualità, con garanzie certe e uniformi sull’effettiva genuinità dei prodotti.
Gli ultimi dati raccontano che un cittadino americano medio getta via da 95 a 115 chili di cibo commestibile ogni anno: il 15% è rappresentato dalla frutta, il 33% dalla carne, il 17% dai prodotti caseari, il 18% dai cereali, il 17% dalle verdure e il il 5% dal pesce.
Il lavoro di Blumenthal e Pingree è ispirato a due recenti studi sullo spreco alimentare dovuto all’etichettatura, uno dei quali è stata condotto dalla Harvard Law Food and Policy Clinic, la National Consumers League, e il Centro Johns Hopkins per un futuro vivibile. Non si tratta tuttavia del primo tentativo del Congresso di creare un sistema universale di marcatura degli alimenti, ma secondo alcuni sondaggi questa volta i tempi potrebbero essere maturi perché la legge venga approvata.