Nuovo elettrodotto “Sorgente Rizziconi”, la linea elettrica da record che unisce la Sicilia e Calabria
L’infrastruttura permetterà al nostro Paese di evitare emissioni nell’atmosfera pari a circa 700 mila tonnellate di CO2 ogni anno e con l’abbattimento di 114 km di elettrodotto potranno essere recuperate 2.500 tonnellate tra acciaio, alluminio, vetro e calcestruzzo
31 May, 2016
Terna ha inaugurato sabato 28 maggio, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, del Presidente della Regione Calabria Gerardo Mario Oliverio, del Presidente AEEGSI (Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico) Guido Bortoni e dell’Amministratore Delegato di Terna Matteo Del Fante, il nuovo elettrodotto “Sorgente Rizziconi”, la linea elettrica da record che unirà la regione Sicilia alla Calabria, al resto della Penisola e quindi all’Europa attraverso il sistema elettrico italiano ad alta tensione.
Con l’entrata in esercizio della “Sorgente-Rizziconi” Terna elimina l’ultimo “collo di bottiglia” esistente a livello zonale, creando le condizioni per annullare il differenziale di prezzo presente tra la Sicilia e il resto del Paese: l’Italia è ora tutta connessa dal punto di vista elettrico, con una linea ad alta tensione che collega la Sicilia alla Valle d’Aosta, senza soluzione di continuità. L’opera consentirà inoltre di utilizzare meglio la produzione rinnovabile siciliana, soprattutto eolico e fotovoltaico, per oltre 700 MW.
L’opera rappresenta un primato tutto italiano, è lunga complessivamente 105 km e utilizza il più lungo cavo sottomarino a corrente alternata a 380 kV al mondo – 38 km posati sul fondo del mare a una profondità massima di 376 metri. Essa consente di aumentare la capacità di trasporto dell’energia fino a 1.100 MW. Sul lato siciliano del collegamento, a Sorgente e Villafranca, così come in Calabria, a Scilla e Rizziconi, saranno in funzione quattro stazioni elettriche ad alta tecnologia che consentiranno il trasporto dell’energia in sicurezza. Nella stazione elettrica di Scilla è stata realizzata la struttura blindata più grande in Europa nel suo genere. Moderni tralicci monostelo a impatto ridotto sosterranno l’elettrodotto nel tratto aereo delle due Regioni, per una lunghezza complessiva di 60 km.
L'impatto ambientale dell'opera
L’impegno per l’ambiente e per uno sviluppo sempre più sostenibile nasce dalla consapevolezza che il mandato di una grande azienda infrastruttura le come Terna, che realizza opere e servizi elettrici di interesse pubblico, non può prescindere da una sensibilità sempre maggiore nei confronti del patrimonio ambientale e paesaggistico del Paese. La realizzazione dell’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi” risponde a questa strategia. La sua entrata in servizio permetterà all’Italia di evitare emissioni nell’atmosfera pari a circa 700 mila tonnellate di CO2 ogni anno, grazie all’utilizzo di impianti più efficienti e tecnologicamente avanzati, e alle minori perdite di rete.
Dall’esigenza di sviluppo della rete a un dialogo condiviso con le istituzioni locali Nel 2003 Terna pianifica un nuovo collegamento tra la Sicilia e la Calabria. Per i successivi 5 anni, in modo del tutto volontario, è stato portato avanti un serrato dialogo con le istituzioni e gli enti locali che ha visto il susseguirsi di quasi 100 incontri tra Terna, le Regioni, le Province di Reggio Calabria e di Messina, e tutte le Amministrazioni comunali (8 per la Provincia di Reggio Calabria e 13 per Messina) territorialmente interessate dall’intervento. Al termine del processo tutti i Comuni interessati hanno espresso parere di massima favorevole all’ipotesi progettuale di un nuovo collegamento mediante deliberazione dei rispettivi Consigli Comunali. Progettare un’infrastruttura in modo sostenibile In fase progettuale Terna ha tenuto in forte considerazione un insieme di indicatori sociali, ambientali e territoriali, per valutare i potenziali effetti della linea elettrica nel territorio e per determinare i “fattori di condizionamento” morfologico, umano, ambientale e culturale rispetto alla predisposizione del tracciato. L’analisi del contesto iniziale è stata utilizzata per individuare l’alternativa migliore per il collegamento tra la Sicilia e la Calabria. Gestire l’impatto ambientale nella costruzione dell’opera.
Il cavo sottomarino
Gli impatti ambientali nella realizzazione del cavo sottomarino sono risultati minimi. Per ovviare a un potenziale danneggiamento delle posidonie sul fondale marino si è optato per l’utilizzo di collari fissati al fondale con appropriati dispositivi di ancoraggio, collocati manualmente dai sommozzatori. L’operazione ha consentito di evitare danneggiamenti delle posidonie sia durante sia dopo la posa dei cavi e impedire che la presenza del cavo possa comportare danni all’ambiente circostante e agli organismi viventi.
L’area siciliana dell’opera
Per la realizzazione la stazione di Villafranca Terna ha coinvolto volontariamente, fin dall’avvio dei lavori di sbancamento, l’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), per analizzare il materiale di risulta e decidere la sua destinazione. La sistemazione del sito ha richiesto poi soluzioni geotecniche e strutturali diversificate per la massima sicurezza dell’impianto, che è stato sottoposto a un monitoraggio topografico, geotecnico e strutturale continuativo. Per l’elettrodotto Terna si è impegnata volontariamente all’utilizzo di sostegni tubolari monostelo (45) per ridurre l’impatto visivo e l’occupazione del suolodi 10 volte rispetto ai tralicci tradizionali.
L’area calabrese dell’opera
La galleria è stata costruita con accorgimenti e criteri anti-sismici. Per realizzare il pozzo verticale, che congiunge la galleria alla stazione, è stata stimata una produzione di materiale inerte per oltre 100.000 metri cubi. Nella fase di esecuzione si è riusciti alimentare il quantitativo a 70.000 metri cubi. Di questi, circa il 43% è stato utilizzato per rinaturalizzare la cava San Giovanni, vicino alla stazione di Scilla. In particolare, la cava ha necessitato un consistente intervento di bonifica, poiché negli anni si era trasformata in una discarica abusiva. L’area interessata dall’elettrodotto non era soggetta a vincolo archeologico. Tuttavia, in casi di potenziale interferenza, come nel caso delle Grotte di Tremusa, si è optato per la costruzione dell’opera sotto la sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Archeologici al fine di garantire la salvaguardia di eventuali reperti archeologici.
L’avifauna
Il canale di Sicilia costituisce un “ponte sul Mediterraneo” attraverso il quale molte specie animali, di ambiente acquatico e terrestre, compiono la propria migrazione. Terna ha effettuato studi e monitoraggi approfonditi in particolare sul movimento migratorio dello Stretto di Messina, che consentono di affermare che la presenza degli elettrodotti, sia in Sicilia sia in Calabria, non hanno influito negativamente sulla presenza e sul transito degli uccelli migratori. Per prevenire la potenziale interferenza con l’avifauna, le fasi di costruzione sono state programmate in periodi dell’anno specifici, in modo da non coincidere con i periodi di migrazione dell’avifauna. In particolare, sono stati salvaguardati i periodi di migrazione primaverile e autunnale.
Le dismissioni di vecchie infrastrutture
La realizzazione dell’opera consentirà di dismettere 114 km di vecchie linee elettriche per un totale di circa 400 tralicci e un recupero di 2.500 tonnellate tra acciaio, alluminio, vetro e calcestruzzo per un peso complessivo di circa 10 Statue della Libertà.
Sviluppo della rete elettrica e rispetto per il territorio
La realizzazione di nuove infrastrutture ha permesso a Terna di demolire, dal 2010 ad oggi, 600 km di vecchie linee, 98 km solo nel 2015, liberando più di 2.200 ettari di terreno. Accanto agli effetti positivi in termini di sicurezza del servizio e di costo finale dell’energia elettrica, lo sviluppo della rete, inoltre, determina una riduzione delle emissioni da parte del sistema elettrico: con la realizzazione degli interventi previsti nel Piano di sviluppo 2015 si stima una riduzione delle emissioni del settore pari – a regime - a circa 15.000.000 di tonnellate annue di CO2, in particolare 400.000/500.000 tonnellate attraverso la riduzione delle perdite, fino a 8.000.000 di tonnellate per il miglioramento del mix produttivo e fino a 7.000.000 di tonnellate per la connessione di impianti da fonte rinnovabile. La politica ambientale di Terna si è tradotta nella sigla dei Protocolli d’Intesa con
le principali associazioni ambientaliste (WWF Italia, LIPU, Legambiente) per migliorare i criteri ambientali nelle attività di pianificazione e sviluppo della rete, con particolare riguardo alla minimizzazione degli impatti sulla biodiversità.