“Non prendete le aree di sosta per dei porcili”
La campagna shock della Vallonia per combattere l'abbandono dei rifiuti fa arrabbiare la Fiat e i club delle 500. Addirittura sulla questione c'è una interrogazione parlamentare al Ministro degli Esteri
29 July, 2016
Sta suscitando parecchie e vibranti polemiche la campagna di sensibilizzazione contro l'abbandono dei rifiuti sulle strade e autostrade della Vallonia (una delle tre regioni che costituiscono il Belgio) promossa proprio dal Ministero dell'Ambiente Vallone, la Sofico (l'azienda che gestisce le principali arterie stradali della regione e Radio Vivacité.
Una campagna studiata nei minimi particolari con 300 maxi poster disseminati lungo le strade, che ogni mese con una creatività sempre diversa cerca di contrastare e sensibilizzare cittadini e automobilisti valloni (e non solo) su di un serio problema che affligge la regione, ossia l'abbandono di rifiuti nelle piazzole di servizio che costeggiano strade e autostrade. Ogni mese, un nuovo messaggio cerca di carpire l'attenzione degli automobilisti, e quello di luglio è davvero una chicca.
La gigantografia raffigura un maiale a bordo di una Fiat 500 mentre getta dal finestrino un sacchetto di rifiuti. L'Headline (la frase principale del manifesto) recita “Non prendete le aree di sosta per dei porcili” e sotto un payoff che chiude il manifesto ricordando a tutti che per chi abbandona i rifiuti di questi la sanzione minima è di 150 euro.
La polemica
Fin dai primi giorni di affissione dei manifesti è divampata una polemica davvero incredibile che addirittura ha attraversato le Alpi per entrare nel parlamento italiano con una interrogazione parlamentare. I primi a protestare sono state le associazioni delle auto storiche, e precisamente dei club delle 500 belga. Che a loro dire la pubblicità affiancava l'immagine della 500 con la sporcizia e i rifiuti.
Poi è arrivata la volta di Fiat Belgio tramite il suo portavoce Wim Willems che ha detto "Tutti riconoscono la Fiat 500 su questo manifesto, anche se il nostro logo non c'è. Alla Fiat, non siamo felici di questo Il minimo che avrebbero dovuto fare era contattarci prima. Siamo molto contrariati della campagna pubblicitaria e dei manifesti e vogliamo proteggere la nostra immagine di auto chic e alla moda". Concludendo che: "Abbiamo avuto una partnership con Gucci, e ora con Riva per un design esclusivo per i nostri clienti. Vedere questi manifesti lungo le strade, è totalmente l'opposto dell'immagine che vogliamo per il veicolo Fiat 500".
Dopo la reazione della Fiat, è arrivata la reazione dell'Ambasciatore italiano in Belgio che dice: "Abbiamo una lettera ufficiale inviata al Direttore Generale di Sofico", ha detto l'ambasciatore Vincenzo Grassi a RTBF. "Abbiamo anche informato le autorità valloni. Questa campagna colpisce direttamente milioni di italiani in Italia, Belgio e Vallonia. La Fiat 500 - continua l'ambasciatore - non è solo un simbolo industriale, si tratta di un elemento fondamentale della nostra identità collettiva. Posizionare un maiale al volante mentre lancia rifiuti attraverso la finestra, suscita fastidio. Inoltre, dà l'impressione che gli italiani sono i principali inquinatori rispetto alla gli altri utenti della rete stradale vallone”.
E se non bastasse, la polemica è arrivata all'interno del Parlamento italiano con una interrogazione fatta al Ministro per gli Affari Esteri Gentiloni, l'interrogazione porta la firma dell’onorevole Avv. Franco Vazio, vicepresidente della commissione giustizia della Camera, e di un gruppo di deputati (Maria Chiara Gadda, Sara Moretto, Marco Donati, Marco Di Maio, Silvia Fregolent, Edoardo Fanucci, Luigi Dallai, Dario Parrini, David Ermini, Alessia Morani) che chiedono al ministro Paolo Gentiloni “quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere nei confronti del Governo Belga in relazione al descritto utilizzo di uno dei principali simboli del made in Italy nel mondo, quale è la Fiat 500 storica, accostato ad un messaggio negativo come quello che, a giudizio degli interroganti, si intende perseguire con la suddetta campagna informativa”.
Dopo tutte queste polemiche, per una campagna che mirava a sensibilizzare sull'abbandono dei rifiuti ma che sta diventando paradossalmente una guerra per salvare “l'onore, la storia e la cultura dell'Italia”, la Sisifo ha deciso di rimuovere la campagna pubblicitaria.
Morale della favola? La campagna è riuscita. E la Fiat e quei
pochi italiani che hanno protestato lo hanno fatto per un motivo che
è davvero difficile da capire. Una domanda sorge spontanea, ma dove
erano la Fiat e questi difensori della cultura italica quando Monkey
Punch (al
secolo Kazuhiko
Katō) disegna
Lupin a
bordo si una 500? Ladri si, ma
sporcaccioni no!