Torino, dopo l’uccisione di tre persone sulle strade Bike Pride chiede un confronto all'Amministrazione
L’Associazione vuole ancora una volta ripetere che queste tragedie non sono “tragiche fatalità”, sono conseguenze di scelte fatte da chi ha amministrato e chi amministra la Città. "Meno gente in auto significa più sicurezza per chiunque esca di casa"
18 October, 2016
Nelle ultime settimane sono state uccise sulle strade di Torino tre persone: sulle strisce pedonali e sul marciapiede, spazi considerati sicuri per chi si muove a piedi, ma che non lo sono stati per errori umani, per eccessiva velocità, per distrazione.
L’Associazione Bike Pride Fiab Torino vuole ancora una volta ripetere che queste tragedie non sono “tragiche fatalità”, sono conseguenze di scelte fatte da chi ha amministrato e chi amministra la Città. Chiediamo alla nuova Giunta, che in campagna elettorale ha promesso di farsi portatrice di politiche a favore della mobilità sostenibile, di lanciare, ora, un segnale chiaro e inequivocabile.
Promuovere una mobilità sostenibile e convincere sempre più persone ad abbandonare l’uso del mezzo privato a favore degli spostamenti a piedi o in bici, porterebbe ad ottenere una riduzione esponenziale di incidenti tra utenti pesanti e utenti leggeri. È l’effetto noto come “Safety in numbers”, la sicurezza nei numeri, conosciuto da tempo nei paesi che hanno scelto di promuovere una mobilità incentrata sulle persone e non sul traffico automobilistico. Lo studio di P. L. Jacobsen del 2003 dimostra che al raddoppiare del numero di persone che si spostano a piedi e in bici, la probabilità che quelle persone siano coinvolte in un incidente con un mezzo a motore si riduce del 66%, più del doppio quindi.
“L’obiettivo di Bike Pride - commenta Maria Cristina Caimotto, presidente dell’Associazione - non è solo a favore di condizioni migliori per i ciclisti, ma mira a promuovere maggiore sicurezza per le persone. Tutte, indipendentemente dal mezzo con cui si spostano. E progettare strade e città sicure, significa far sì che gli errori umani, che sono inevitabili, non siano fatali, né per chi li commette, né per gli altri”.
Chiediamo all’Amministrazione di pubblicizzare gli attuali dati relativi agli incidenti dovuti al mancato rispetto del Codice della strada e di presentare un cronoprogramma volto a ridurre drasticamente quei numeri, con obiettivi e scadenze precise. Immaginiamo non sia necessario specificare che il programma dovrà prevedere controlli della velocità, contrasto a tappeto della malasosta e campagne di comunicazione per la sicurezza, che ribadiscano soprattutto il rispetto degli utenti leggeri della strada. Questo è ciò che serve nell’immediato.
Nel medio periodo poi, serve pianificare una mobilità pensata per le persone e non per le auto e far finalmente capire alla cittadinanza che qualche minuto di ritardo o una multa in più sono un piccolo prezzo da pagare rispetto a una convocazione in obitorio a riconoscere il cadavere di una persona cara soltanto perché qualcuno alla guida “non l’aveva vista”.
Deve migliorare la sicurezza per pedoni e ciclisti, deve migliorare il servizio dei trasporti. Meno gente in auto significa più sicurezza per chiunque esca di casa, una sicurezza che la campagna elettorale ci ha fatto credere a portata di mano. Una città dove la maggior parte delle persone che non sceglie la bici dichiara di non farlo perché “ha paura” non si può definire una città amministrata a dovere.