L'andamento delle emissioni di CO2 in Italia
I dati preliminari 2015 mostrano un aumento delle emissioni totali di gas serra di circa il 2% rispetto al 2014. Un aumento in controtendenza rispetto al 2014 e alla diminuzione generale (- 19.8% rispetto al 1990, anno base dell’Inventario delle emissioni dei gas ad effetto serra di Ispra)
28 October, 2016
La conferma del superamento dei 400 ppm di CO2 ha avuto ampia eco sui giornali italiani. Una notizia che invece ha avuto meno diffusione nei mesi è stata quella riguardante l'andamento delle emissioni nel 2015 in Italia. Tuttavia vale la pena ritornare sull'argomento visto anche la controtendenza registrata la scorso anno. A questo riprendiamo l'analisi partendo dalla domanda: qual è l’andamento delle emissioni di CO2 nel nostro Paese?
Per rispondere a questa domanda siamo andati a riprendere i dati dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. I dati preliminari 2015 mostrano un aumento delle emissioni totali di gas serra di circa il 2% rispetto al 2014, e in particolare delle emissioni di CO2 dal settore energetico che aumentano del 3%. Un dato in controtendenza rispetto al 2014 quando le emissioni totali di gas serra, espresse in CO2 equivalente, sono diminuite del 4.6% rispetto all’anno precedente e del 19.8% rispetto al 1990, anno base dell’Inventario delle emissioni dei gas ad effetto serra di Ispra.
Questa riduzione generale, riscontrata in particolare dal 2008, è conseguenza, sottolinea Ispra, sia della riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica e della delocalizzazione di alcuni settori produttivi, sia della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e di un incremento dell’efficienza energetica.
La divisione delle emissioni per settore secondo i dati dell’Inventario nazionale dell’ISPRA
Secondo i dati dell’Inventario nazionale dell’ISPRA, i settori della produzione di energia e dei trasporti contribuiscono alla metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti. Rispetto al 1990, le emissioni di gas serra del settore trasporti presentano un leggero aumento (1.6%), a causa dell’incremento della mobilità di merci e passeggeri; per il trasporto su strada, ad esempio, le percorrenze complessive (veicoli x km) per le merci sono aumentate del 34%, e per il trasporto passeggeri del 17%. Per il terzo anno consecutivo, però, si riscontra una riduzione delle percorrenze di merci ed anche i consumi energetici del settore, dopo aver raggiunto un picco nel 2007, sono in riduzione.
Sempre rispetto al 1990, nel 2014 le emissioni delle industrie energetiche sono diminuite del 28.1%, a fronte di una riduzione della produzione di energia termoelettrica da 178.6 Terawattora (TWh) a 176.1 TWh, e di un aumento dei consumi di energia elettrica da 218.7 TWh a 291.1 TWh. e nell’industria e ad un incremento dell’utilizzo di fonti rinnovabili. Nel periodo 1990-2014, le emissioni energetiche dal settore residenziale e servizi sono diminuite del 7.2%. In Italia, il consumo di metano nel settore civile era già diffuso nei primi anni ’90 e la crescita delle emissioni fino al 2013, in termini strutturali, è invece correlata all’aumento del numero delle abitazioni e dei relativi impianti di riscaldamento oltre che ai fattori climatici annuali. Dal 2013 al 2014, la diminuzione del 16.6% è dovuta principalmente ad una temperatura media mite nei mesi invernali.
Per quel che riguarda il settore dei processi industriali, nel 2014 le emissioni sono diminuite del 24.9% rispetto al 1990. L’andamento delle emissioni è determinato prevalentemente dalle industrie minerali non metallifere, le cui emissioni sono diminuite del 44.0%, per la riduzione nella produzione del cemento, e dalle industrie chimiche (-72.1%). Le emissioni dell’industria chimica si sono fortemente ridotte, mentre le emissioni dei gas fluorurati, in particolare di quelli utilizzati per la refrigerazione e per l’aria condizionata, sono notevolmente aumentate dal 1990.
Le emissioni dal settore dell’agricoltura sono diminuite del 16.2% tra il 1990 e il 2014. La riduzione principale si è ottenuta nelle emissioni dovute alla fermentazione enterica (-12.6%) e alle deiezioni animali (-23.4%) poiché sono diminuiti i capi allevati, in particolare bovini e vacche da latte, e, grazie a un minor uso di fertilizzanti azotati, anche alle emissioni dai suoli agricoli (-16.3%). Negli ultimi anni si è registrato un incremento della produzione e raccolta di biogas dalle deiezioni animali a fini energetici, evitando emissioni di metano dallo stoccaggio delle stesse.
Nella gestione e trattamento dei rifiuti, le emissioni sono diminuite del 21.8%, e sono destinate a ridursi nei prossimi anni, per la riduzione delle emissioni dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in discarica, avvenuta attraverso il miglioramento dell’efficienza di captazione del biogas e la riduzione di materia organica biodegradabile in discarica grazie alla raccolta differenziata.
Come mai le emissioni nel 2015 hanno ripreso ad aumentare dopo anni di discesa?
Proviamo a rispondere a questa domanda riprendiamo un articolo del notiziario QualEnergia a commento dei dati Eurostat sulle emissioni che sostanzialmente confermano quanto già rilevato da Ispra. Qui di seguito l’inizio del testo, che potete leggere intergralmente su QualEnergia.it.
Sì può commentare così il dato preliminare diffuso ieri da Eurostat sulle emissioni di CO2 del nostro sistema energetico, che nel 2015 sono cresciute del 3,5% rispetto all'anno precedente, mentre a livello europeo sono salite dello 0,7%.
Nel 2014, ricordiamo, le emissioni dell'UE erano scese del 5% e quelle dell'Italia del 6,9%.