Ecosistema Urbano 2016: la salute delle città lombarde, nel rapporto annuale di Legambiente
Aria, acque, rifiuti, mobilità ed energia, gli indicatori considerati per stilare la graduatoria nazionale delle performance ambientali. Milano, anche se la migliore tra le metropoli, slitta dal 51° al 73° posto. Tutti i dati
16 November, 2016
Aree urbane in situazioni di stallo, città che faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile e promuovere interventi innovativi. È il quadro della regione Lombardia dipinto dalla XXIII edizione di Ecosistema Urbano, il dossier di Legambiente realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che mira a tracciare una fotografia delle performance ambientali del Paese attraverso un’analisi dei risultati ottenuti dalle principali città in diversi ambiti. Aria, acque, rifiuti, mobilità, energia: sono gli indicatori presi in considerazione per stilare la graduatoria nazionale, valutando tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.
Nella top ten italiana si trova Mantova, al 3° posto, centrando buone performance nelle basse medie dell’NO2 con 23,6 μg/mc, nella dispersione della rete idrica (solo al 15,5%), nell’ottima percentuale di raccolta differenziata, che raggiunge il 77% e col secondo posto assoluto nell’indice dedicato alla ciclabilità, con 26,66 metri equivalenti ogni 100 abitanti. Lecco mantiene la 14^ posizione rispetto al 2015; Cremona sale di 4 gradini arrivando 20^; Bergamo scala la classifica dal 41° al 30° posto; Sondrio precipita dal 7° al 41°; Pavia guadagna 20 posizioni arrivando 43^; Lodi scende di 4 posizioni attestandosi alla 65^; Milano, pur passando dal 51° posto al 73° e registrando i peggiori dati per le medie di polveri sottili, resta tra le migliori grandi metropoli superando di diverse posizioni Roma, Torino, Palermo.
Tra gli indicatori della qualità dell’aria vengono presi in considerazione NO2, PM10 e Ozono, registrando una condizione generalmente stazionaria in negativo: Milano, insieme a Torino, si guadagna la maglia nera per la presenza di biossido di azoto (NO2), con valori medi superiori a 50μg/mc e per lo sforamento dei limiti di PM10 con 101 giorni; sono oltre 80 i giorni di superamento delle soglie di ozono a Bergamo, Brescia e Lecco. Dati che confermano come nei nostri centri urbani sia la mobilità privata motorizzata a farla ancora troppo da padrona.
"Mentre Milano si attesta come la città capoluogo più innovativa, le altre città fanno fatica a trovare una dimensione che le veda protagoniste in campo ambientale e per il benessere diffuso - ha detto Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – L'inquinamento atmosferico si riconferma il grande nemico della Pianura Padana ma, mentre Milano sta agendo con uno sforzo di promozione di iniziative come il car o bike sharing, altre città non ingranano la marcia giusta. Decongestionare le città dal traffico e attuare una riqualificazione energetica degli edifici aumenterebbero il benessere dei cittadini e ne tutelerebbero la salute. Purtroppo da questi obiettivi siamo ancora lontani. Serve un cambio di passo anche delle amministrazioni anche per intercettare nuove opportunità di finanziamento, al di là dei sempre più scarsi trasferimenti statali”.
Una nota positiva arriva dal dato sul trasporto pubblico: Milano, con 472 viaggi all’anno per abitante è in crescita rispetto ai 457 viaggi del 2014, anche grazie all’aumento dell’offerta del servizio, che passa da 83 a 92 Km-vetture/ab e si conferma al primo posto, seguita da Roma e Venezia. Tra le città di medie dimensioni, spicca Brescia con più di 150 viaggi/ab (+5% rispetto al 2014). Tra le città che non raggiungono la soglia dei 10 viaggi per abitante annui, invece, troviamo Sondrio. È opportuno, però, precisare che il valore dei passeggeri trasportati per abitante è influenzato da due fattori importanti che determinano notevoli variazioni: la presenza turistica e l'incidenza del pendolarismo.
Pessime performance sullo spreco di acqua potabile: Pavia è tra le peggiori per gli per elevati consumi idrici domestici: oltre 200 litri al giorno pro capite. Sempre in tema di acqua, sulla dispersione della rete (differenza percentuale tra l’acqua immessa e quella consumata per usi civili, industriali e agricoli (%) si registrano due città lombarde che rientrano nelle prime cinque virtuose d’Italia, in grado di contenere le perdite a meno del 15%, a fronte di un consistente aumento del fenomeno a livello nazionale: Monza e Lodi.
In allegato il comunicato con le tabelle regionali.
Il dossier nazionale completo di tabelle è disponibile su: http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-2016 [1]
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