'Macchinette mangia-bottiglie e altre raccolte incentivanti': gli interventi del dibattito
L’incontro organizzato da Eco dalle Città, che ha visto la partecipazione di importanti esperti del settore, ha avuto come punto di porta di partenza l’indagine “Raccolta differenziata imballaggi in plastica: tipologia di raccolta e qualità" elaborata dall’OMR della Città Metropolitana di Torino
18 December, 2016
“Macchinette mangia-bottiglie e altre raccolte incentivanti”. E’ stato questo il titolo dell’incontro che venerdì 16 dicembre Eco dalle Città ha organizzato a Torino, presso The Gate Porta Palazzo, per approfondire alcuni aspetti riguardanti il riciclo degli imballaggi in plastica e, in particolar modo, quella forma di raccolta selettiva attuata attraverso le cosiddette “macchinette mangia bottiglie”. L’incontro, che ha visto la partecipazione di importanti esperti del settore, ha avuto come punto di porta di partenza l’indagine “Raccolta differenziata imballaggi in plastica: tipologia di raccolta e qualità. Analisi della raccolta nella provincia di Torino” elaborata dall’OMR della Città Metropolitana di Torino che dedica un capitolo alla “raccolta selettiva di contenitori per liquidi”. Riportiamo di seguito una sintesi degli interventi dei relatori partendo dalla presentazione dell’indagine fatta da Agata Fortunato dell’Osservatorio Metropolitano Rifiuti. Ecco gli interventi dei relatori dell'incontro (che potranno essere integrati nei prossimi giorni):
Agata Fortunato, OMR
L’ Osservatorio Metropolitano Rifiuti ha recentemente realizzato una accurata analisi della raccolta della plastica nella provincia di Torino, con lo scopo anche di stimolare i Consorzi di Bacino e gli Amministratori dei territori più in difficoltà, che in questo modo possono verificare quali sono gli spazi e i margini per aumentare i corrispettivi ricevuti per la raccolta differenziata. Sulle raccolte selettive di contenitori per liquidi abbiamo fatto un focus limitato perché recuperare i dati su questa tipologia di raccolta è stato particolarmente difficile. Sul territorio della Città Metropolitana di Torino fra il 2014 e il primo semestre 2016 abbiamo rilevato tre diverse esperienze di raccolte selettive di contenitori per liquidi: Settimo Torinese, Venaria e Torino.
Sia a Venaria che a Settimo i dati di raccolta mediante macchinette sono impietosi: i corrispettivi ricevuti dal COREPLA non sono sufficienti neppure a pagare i costi di trasporto per portare le bottiglie fino alla piattaforma di selezione. Differente è invece la situazione per un’altra macchinetta installata in via Botticelli a Torino dove le quantità sono state più che buone. Si passa dalle circa 1,92 tonnellate/annue di Settimo, alle 4,92 tonnellate/anno di Venaria, fino alle 27 tonnellate/anno di via Botticelli a Torino.
La differenza è evidente ma non so quali siano i motivi che portano a differenze simili. Sicuramente servizi di questo tipo, in assenza di una adeguata progettazione che preveda fra l’altro una effettiva integrazione del sistema con il modello di raccolta, non risultano efficaci né efficienti.
Michele Rizzello, direttore Assosele (Associazione delle aziende di selezione e valorizzazione degli imballaggi Multimateriali)
Questo tipo di raccolta non può assolutamente sostituire la raccolta tradizionale, deve semmai considerarsi complementare. I contributi erogati oggi dal sistema Conai/Corepla ai comuni sono gli stessi per tutti gli imballaggi in plastica. Per un comune un bicchiere o una vaschetta hanno lo stesso valore di una bottiglia. I contributi di raccolta erogati nel 2015 da Corepla sono stati pari ad oltre 260 milioni di euro, quindi si tratta di contributi importanti, su cui porre la massima attenzione.
Giancarlo Longhi, presidente Coripet
C’è stata una normativa europea, recepita in Italia due anni fa, che ha stabilito che in questa fase sperimentale si può utilizzare il pet riciclato fino a un massimo del 50%, ma presto si potrà arrivare al 100%. Il problema è che questo materiale, per ragioni sanitarie, può essere raccolto in maniera selettiva solo all’origine, quindi con la raccolta differenziata classica non posso fare altre bottiglie.
Se si vogliono raggiungere gli obiettivi europei ma soprattutto rispondere alle logiche dell’economia circolare secondo noi bisogna cambiare il paradigma di riferimento: ovvero più mi spingo a monte a raccogliere meno scarti avrò a valle e più materiale avrò intercettato su cui lavorare. Occorre dunque affiancare la raccolta differenziata classica ad una raccolta selettiva.
Oggi una bottiglia su due viene persa. Bisogna aiutare il consumatore dandogli un incentivo. Alcuni comuni hanno deciso di seguire questo modello ad esempio stampando buoni spesa per i cittadini a fronte dei loro conferimenti. Bisogna proseguire per dare vita a questo nuovo mercato del Pet che varrebbe, in base all’immesso al consumo di 400mila tonnellate, intorno alle 200mila tonnellate, che se aggiungiamo alle 190mila tonnellate raccolte adesso arriviamo a recuperare quella parte di bottiglie che oggi viene butatta via. E si crea occupazione.
Lorenzo Bagnacani, presidente Amiat
Affrontando la questione secondo una logica industriale, occorre coniugare queste esperienze virtuose con quello che è il costo del sistema complessivo. La sfida su cui tutti siamo d’accordo è la qualità, che se viene raggiunta a monte ovvero grazie al cittadino è assolutamente virtuoso, mentre se viene raggiunta a valle, con l’industria, recuperiamo il valore del materiale ma spendiamo anche notevoli risorse.
Sono convinto che se il cittadino ragiona su questa raccolta selettiva della plastica inizia a ragionare allo stesso modo anche per altri materiali. Ad esempio, in Germania, raccolgono il vetro in base al colore. Per cui queste attività hanno anche un valore culturale importante.
Federico Mensio, presidente Commissione Ambiente Comune di Torino
Qui si sta parlando già di rifiuti, mentre preferiremmo parlare di una riduzione del rifiuto a monte. Abbiamo infatti in programma altre audizioni con Smat per vedere di installare nuove casette dell’acqua che riducono l’utilizzo di bottiglie di plastica e noi tra l’altro spingeremo sul vetro.
Per quanto riguarda l’incentivo noi preferiremmo avere uno storno sulla tariffa, perché se migliora la raccolta migliora la qualità, quindi il percorso industriale del riciclo è meno costoso e da questo i cittadini devono beneficiarne.
Noi ovviamente faremo dei ragionamenti a 360 gradi con Amiat e con le aziende che vorranno partecipare. Non vedo ostacoli se non a livello di mercato e di industria, però ribadisco torno al punto iniziale cioè la riduzione a monte dei rifiuti.
Gianluca Bertazzoli, amministratore Hub15
Quanto materiale si raccoglie con una macchinetta? Ho calcolato che verosimilmente si arrivi a 6/7 tonnellate di Pet ad ogni macchinetta, se si è molto bravi a 12. Penso che oggi il Pet di colori misti vale circa 200 euro a tonnellata. Sarebbero quindi 1200 euro di valore di materiale in uscita dalla macchinetta: lo stesso gettito che darebbe Corepla come contributo invece che valorizzarlo da me.
E quali sono i costi che devo considerare quando installo una macchinetta? C’è una quota di ammortamento d’acquisto che sappiamo può variare molto ma ci sono macchine che costano cifre quasi irrisorie. C’è poi la gestione operativa ovvero gli svuotamenti, la manutenzione, l’incentivazione del consumatore che anche quella è un costo e l’eventuale vendita di pubblicità. Il punto di equilibrio da trovare è tra costo della macchina e prestazione della macchina. In conclusione, premesso che parliamo sempre di sistema sussidiario e non sostitutivo, penso che la raccolta differenziata in Italia costi molto ed abbia una qualità cattiva, soprattutto per la plastica. Tuttavia le tecnologie stanno sempre più progredendo. Abbiamo quindi possibilità di selezione sempre più performanti e questo potrebbe farci arrivare ad una raccolta hard discount da una parte e una raccolta da boutique dall’altra, come nel caso delle macchinette.
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