Spreco di cibo, ecco il decalogo di Enea per evitare sprechi quotidiani
Dalla lista della spesa al cibo bio, dal recupero degli avanzi alla raccolta dell’umido. Sono solo alcune delle buone pratiche consigliate dall'Agenzia per lo Sviluppo Economico Sostenibile nel suo vademecum per il cittadino
03 February, 2017
Dalla lista della spesa al cibo bio, dal recupero degli avanzi alla raccolta dell’umido. Sono le buone pratiche elaborate dall’Enea e raccolte in un decalogo dedicato alla lotta allo spreco alimentare. Perche’, secondo i dati Fao, in Italia, un anno di spreco di cibo potrebbe sfamare quasi 44 milioni e mezzo di persone. Mentre a livello mondiale, ogni anno, piu’ di un terzo della produzione mondiale di cibo si perde o si spreca lungo la filiera: circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti sprecati solo considerando la frazione commestibile.
Secondo dati ENEA, nel nostro Paese vengono gettati nel cassonetto circa 5,5 milioni di tonnellate di cibo/anno, in pratica 42 kg di cibo a persona sotto forma di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati a male, con un valore economico che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro all’anno. Di questi 42 kg, oltre 10 sono costituiti da verdure e prodotti ortofrutticoli per un totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate. Con i prodotti vegetali che gettiamo nella spazzatura, oltre a fitosanitari e nutraceutici, potremmo produrre 41 milioni di m3 di biometano, l’equivalente dell’energia necessaria per riscaldare 46mila appartamenti, con un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate di CO2. Ma non è tutto. I nostri scarti possono trasformarsi in cibi “Superfood” per mantenerci in forma, cosmetici per farci belli o nuovi alimenti per la zootecnia.
Da qui nasce il ‘Decalogo anti-spreco’, un vademecum da usare quotidianamente:
– aiutati con la lista della spesa e valuta il piu’ possibile quanto cibo puo’ essere consumato in un pasto medio: cosi’ potrai evitare acquisti inutili e avanzi con conseguenti sprechi.
– Controlla la scadenza dei prodotti, pensando a quando utilizzarli: il mancato consumo si traduce automaticamente in uno spreco.
– Fai attenzione alle etichette: scegli prodotti che riportano informazioni su tecnologie o ingredienti che aiutano a limitare lo spreco alimentare. Il latte, ad esempio, puo’ essere sottoposto a processi (come la pastorizzazione Esl, Extended Shelf Life, o la microfiltrazione) che ne mantengono inalterate le proprieta’ estendendone pero’ la ‘vita sullo scaffale’; alcuni prodotti come biscotti, grissini, fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti con processi sostenibili che prevengono l’irrancidimento in modo naturale e sicuro.
– Cerca di scegliere prodotti con indicato il destino della confezione a ‘fine vita’: cosi’ contribuirai a ridurre la quantita’ di indifferenziata nell’immondizia.
– Preferisci il biologico: riduce i consumi energetici di agricoltura e industria alimentare di almeno il 25%, consente di limitare le emissioni di CO2 e non inquina le falde acquifere con fertilizzanti e fitosanitari di sintesi.
– Utilizza alcuni semplici accorgimenti per allungare e migliorare la conservazione dei cibi. Ad esempio, condisci insalate e verdure solo al momento di servirle: cosi’ si mantengono piu’ a lungo e possono essere consumate in pasti successivi.
– Prova a utilizzare gli avanzi per inventare nuove pietanze: con fantasia e creativita’ potrai cucinare piatti gustosi evitando di sprecare alimenti.
– Dopo feste e ricevimenti, valuta se gli avanzi possono essere consumati a breve e invita gli ospiti a portare con loro parte di quello che e’ avanzato.
– Informati sui programmi contro lo spreco alimentare della tua citta’, oppure prendi contatto con le onlus che raccolgono gli avanzi di cibo ‘buono’ e lo ridistribuiscono a chi ne ha bisogno.
– Metti gli avanzi di cibo nella raccolta dell’umido (se vuoi anche insieme agli shopper in bioplastica biodegradabile e compostabile): si trasformeranno in ottimo compost ‘fatto in casa’, creando ‘valore’ sia per le minori spese di smaltimento (ogni tonnellata di frazione organica in discarica costa alla comunita’ circa 200 euro, cioe’ il 50% delle spese totali per la gestione dei rifiuti), sia perche’ il compost puo’ essere commercializzato a un valore che puo’ variare da 20euro/ton per i prodotti all’ingrosso a circa 3 euro per kg per prodotti venduti al minuto.
L’Enea ha individuato metodologie e tecnologie innovative per trasformare i rifiuti in risorse, attraverso nuovi percorsi di sviluppo, di recupero e di valorizzazione degli scarti alimentari. Per ‘dare nuova vita’ agli scarti, per la produzione di sostanze nutraceutiche, cosmetici, ma anche energia rinnovabile (biogas) e compost di qualita’, oltre che per realizzare alimenti meno deperibili e processi di produzione piu’ sostenibili.