Europarlamento approva Pacchetto Economia Circolare. Prossimo passo, l'accordo con il Consiglio UE
Target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani ed all’80% per gli imballaggi. On line i comunicati di Legambiente e Simone Bonafé, eurodeputata e relatrice del provvedimento.
14 March, 2017
Disco verde da parte Parlamento europeo al pacchetto sull'economia circolare che contiene target di riciclo più elevati rispetto a quelli proposti dalla Commissione Ue. La plenaria di Strasburgo ha confermato a larghissima maggioranza l'aumento al 70% di rifiuti urbani riciclati entro il 2030 (contro il 65% chiesto da Bruxelles) e all'80% per gli imballaggi (contro il 75%), la riduzione al 5% di quelli in discarica (contro il 10%), e ha introdotto anche il taglio del 50% degli sprechi alimentari. L'Aula dovrà ora negoziare il testo con il Consiglio Ue per arrivare a un accordo finale.
Come spiega bene Veronica Ulivieri sul Fatto Quotidiano questi target per molti Paesi europei "non sono proprio dietro l’angolo": oggi in Europa la media del riciclo dei rifiuti urbani arriva al 44%, mentre per gli imballaggi la percentuale è del 65%. L’Italia per quanto riguarda i rifiuti urbani si attesta a circa il 47% mentre per gli imballaggi è al 67% quindi non troppo lontana dall'obiettivo posto dal Parlamento. Ma forse il target più ambizioso, allo stato attuale, è quello che sta costando al nostro paese milioni in multe proprio dall'Ue, ovvero la riduzione dello smaltimento in discarica. Bisogna arrivare al 5% partendo dall'attuale 26% . La media europea è del 28%.
Riportiamo di seguito i comunicati di Legambiente e Simone Bonafé, eurodeputata e relatrice del provvedimento.
Legambiente: “Questa è l’Europa che vogliamo. Il 24 aprile saremo a Bruxelles insieme ai campioni italiani dell’economia circolare a sostegno di un accordo ambizioso con il Consiglio”
Un ulteriore passo verso un’ambiziosa riforma della politica europea dei rifiuti. Il voto di oggi a larga maggioranza del Parlamento Europeo apre la strada verso una politica europea finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica ed occupazionale. Il rapporto adottato – grazie all’impegno della relatrice Simona Bonafè - migliora considerevolmente la proposta del 2015 fatta dalla Commissione Europea, in particolare per quanto riguarda i target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani ed all’80% per gli imballaggi.
Il raggiungimento di questi obiettivi consentirebbe – secondo la valutazione della stessa Commissione Europea – di creare 580 mila posti di lavoro, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie ad un uso più efficiente delle risorse e quindi ad una riduzione delle importazioni di materie prime. I posti di lavoro potrebbero crescere sino a 867 mila se, all’obiettivo del 70% di riciclaggio si accompagnassero a livello europeo e nazionale anche misure ambiziose per il riuso, in particolare nell’arredamento ed il tessile. Solo nel nostro paese si possono creare almeno 190 mila nuovi posti di lavoro, al netto dei posti persi a causa del superamento dell’attuale sistema produttivo.
Opportunità che non possono essere sprecate. Legambiente nelle prossime settimane si mobiliterà per una rapida approvazione del pacchetto legislativo sull’economia circolare in linea con quanto proposto oggi dall’Europarlamento.
“Questa è l’Europa che ci piace. Un’Europa capace di indicare una strategia moderna e sostenibile per uscire dalla crisi puntando su innovazione e coinvolgimento sinergico tra cittadini, istituzioni e economia – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni -. Il 24 aprile saremo a Bruxelles, insieme ai campioni italiani dell’economia circolare, proprio per sostenere un accordo ambizioso tra Parlamento e Consiglio e far sì che la riforma della politica europea dei rifiuti divenga al più presto realtà. Ma anche il nostro governo deve fare la sua parte. L’Italia, in sede di Consiglio, deve sostenere una riforma della politica comune dei rifiuti che faccia da volano per l’economia circolare europea, senza nascondersi dietro le posizioni di retroguardia di alcuni governi che si oppongono ad un accordo ambizioso con il Parlamento”.
Simona Bonafé, PD: approvazione del provvedimento segna una svolta per nuovo modello industriale sostenibile. Provvedimenti anche per la lotta allo spreco alimentare
L'eurodeputata del Partio Democratico, relatrice sulle quattro proposte ha ricevuto un largo sostegno al testo portato in plenaria, con quasi 600 voti a favore. “Un dossier che solo formalmente riguarda la modifica di quattro direttive sui rifiuti ma che in realtà pone un tema ben più ambizioso- sostiene Simona Bonafé- Il voto di oggi rappresenta un passo significativo per la transizione verso un'economia circolare.
Questo vuol dire- sostiene l’eurodeputata democratica- che finalmente si passa da un modello economico lineare, inefficace, costoso e insostenibile ad un modello che faccia della sostenibilità ambientale una leva per la crescita, lo sviluppo e la competitività industriale. Dobbiamo superare il modello “produci, consuma e getta” per passare ad un´economia dove i prodotti sono progettati per durare ed essere riparati, riusati e riciclati. Ogni anno- ribadisce la relatrice del provvedimento- in Europa gettiamo via 600 milioni di tonnellate di rifiuti, rifiuti che potrebbero essere reinvestiti nell´economia. Il Parlamento chiede un obiettivo di riciclaggio al 2030 del 70%. Per questo motivo chiediamo con forza che al 2030 i rifiuti che finiranno in discarica siano ridotti al massimo del 5% dei rifiuti urbani. Un obiettivo più ambizioso rispetto alla proposta della Commissione Europea che prevedeva un tetto del 10%”.
Inoltre- conclude Simona Bonafè- E’ fondamentale, con questo provvedimento intensificare il contrasto ai rifiuti marini e allo spreco alimentare. Pensate che ogni europeo butta ogni anno una scioccante quantità di cibo, 180 Kg. Dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 non è solo un obiettivo ambizioso ma anche un dovere etico”