Treno Verde a Bologna: 'città sotto la cappa dello smog, concentrazioni di pm10 non più tollerabili'
Situazione critica anche in regione: a Reggio Emilia e Modena già superato il bonus annuale di 35 giorni. Legambiente: “Non possiamo continuare a condannare i cittadini a vivere in città rumorose e inquinate per diversi mesi. La Regione approvi subito il Piano Aria ed a cascata i Comuni applichino controlli e sanzioni”
21 March, 2017
Le polveri sottili invadono sempre più la città di Bologna. Nei punti monitorati da Legambiente i picchi di smog raggiungono livelli critici un po’ ovunque. E non va meglio sul fronte dell’inquinamento acustico: i decibel raggiungono livelli ben al di sopra di quelli consentiti in tutti i punti analizzati. In tutta l’Emilia-Romagna la cappa dello smog si fa sentire, con Reggio Emilia e Modena che hanno già superato il bonus annuale dei 35 giorni consentiti. Numeri preoccupanti se si pensa anche ai rilevanti impatti sulla salute: ogni anno, stando alle ultime stime, l’inquinamento dell’aria causa oltre 467 mila morti solo in Europa e i costi sanitari associati quantificabili sono tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno sempre in Europa.
La denuncia arriva dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare – in sosta fino al 21 marzo a Bologna. Il bilancio della tappa e i risultati del monitoraggio sono stati presentati in conferenza stampa da Giulio Kerschbaumer, direttore Legambiente Emilia-Romagna; Davide Sabbadin, portavoce del Treno Verde e Claudio Dellucca, presidente Legambiente Bologna; alla presenza di Davide Diversi, direttore divisione trasporto regionale Trenitalia Emilia-Romagna.
Come ogni anno il Treno Verde segue un programma di monitoraggio della qualità dell’aria nelle città italiane per ribadire la necessità che questa diventi una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale. Le città sono, infatti, il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni.
“Non possiamo continuare a condannare i cittadini a vivere in città rumorose e inquinate per diversi mesi all’anno – afferma Davide Sabbadin, portavoce del Treno Verde -. Siamo usciti dai mesi dell’emergenza smog e questo è il momento per pianificare gli interventi e le misure per evitare di rientrarci al prossimo inverno. I contenuti previsti nelle misure antismog devono però essere pensati in maniera diversa e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano. La sfida non è impossibile, gli strumenti ci sono e qualcuno ha già iniziato a metterli in pratica a dimostrazione che la sfida oggi si può giocare e soprattutto vincere”.
Nella città di Bologna anche le centraline dell’Arpa hanno rilevato sforamenti dei limiti nei giorni scorsi: le tre stazioni cittadine (Giardini Margherita, Porta San felice e via Chiarini) hanno già raggiunto rispettivamente i 16, 24 e 21 superamenti dall’inizio dell’anno ad oggi. Già critica, invece, la situazione a Reggio Emilia (stazione Timavo) che ha raggiunto i 42 giorni di superamento rispetto ai 35 consenti dalla legge in un anno; e a Modena (stazione Giardini) con 38 giorni di superamento. Prossime a oltrepassare il limite anche alcune stazioni di Parma, Rimini e Piacenza con superamenti già superiori ai 30 giorni.
“L’inquinamento dell’aria – dichiara Giulio Kerschbaumer, direttore di Legambiente Emilia-Romagna – è uno dei principali problemi ambientali e sanitari della nostra regione. I primi mesi del 2017 sono stati disastrosi sotto questo punto di vista, con concentrazioni di polveri simili a quelle registrate a Pechino, e con due capoluoghi di provincia che hanno già superato il bonus di 35 giorni di superamento annuali consentiti. Il nostro timore è che, con l’arrivo della primavera, il tema dell’inquinamento dell’aria torni in soffitta. Per questo motivo chiediamo che la Regione proceda rapidamente all’approvazione del Piano Aria, il cui iter è iniziato nel lontano 2013, chiedendo ai Comuni di applicare sui territori gli indirizzi contenuti nel PAIR202 attraverso un efficace sistema di controlli e sanzioni, per evitare che le azioni del Piano restino solo buoni propositi sulla carta”.
Legambiente ha presentato anche il dossier Mal’aria scolastica (scaricabile a QUESTO LINK), illustrando i risultati delle misurazioni della qualità dell’aria (effettuate tra l’8 ed il 15 marzo 2017) davanti ad alcune scuole di diverso ordine e grado della città di Bologna a cavallo dell’ora di ingresso in classe, per scoprire l’esposizione degli studenti all’inquinamento da polveri sottili. In quattro casi su cinque i livelli di Pm10 (calcolati sulla base di una media di un’ora) hanno raggiunto livelli critici. La situazione peggiore è stata riscontrata nei pressi della Scuola primaria Carducci (in via Dante) dove la media nell’ora di misurazione di PM10 è stata di 87μg/m3; di poco inferiore quella registrata alla scuola secondaria di primo grado Zappa (in via Giulio Verne) con 83 μg/m3; mentre è di 72 μg/m3 la media registrata nei pressi del liceo Sabin di via Matteotti e di 61 μg/m3 quella alla scuola primaria Don Minzoni. Dati positivi solo al liceo Minghetti in via Nazario Sauro, dove il pm10 misurato è stato pari a 16 μg/m3, grazie alla posizione del plesso scolastico nelle vicinanze della zona ZTL.
“I monitoraggi effettuati in questi giorni nei pressi delle scuole dimostrano la necessità da parte del Comune di Bologna di attuare subito misure a tutela della salute dei cittadini e, in particolare, dei bambini e dei giovani di questa città – dichiara Claudio Dellucca, presidente Legambiente Bologna -. L’amministrazione deve farsi promotrice dell’estensione di buone pratiche, attuate in alcune realtà, come il pedibus, oltre che consolidare gli abbonamenti gratuiti del bus per gli studenti delle scuole dell'obbligo, migliorare la rete di piste ciclabili, razionalizzare i collegamenti dei mezzi pubblici tra le diverse aree della città. I mezzi privati a motore restano una delle principali fonti di immissione di inquinanti e, purtroppo, in questi ultimi mesi il Comune di Bologna ha lanciato segnali più che contraddittori sul tema della mobilità sostenibile. Preoccupano infatti i ritardi e le incertezze nella (quasi) pedonalizzazione di due piazze del centro, le idee di scalfire la chiusura al traffico della ZTL nei fine settimana e la pedonalizzazione di una parte di via Zamboni, o la già avvenuta riduzione delle corsie dedicate ai bus. Per non parlare – prosegue Dellucca - dei ritardi nel completamento del Sistema Ferroviario Metropolitano, una rete di superficie che sarebbe in grado di togliere tanto traffico nelle arterie urbane e di collegamento alla città”.
IL MONITORAGGIO SMART DEL TRENO VERDE
Il monitoraggio del Treno Verde - realizzato grazie alla collaborazione con VALORIZZA brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell’Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città.
Nelle giornate del 19 e 20 marzo sono stati monitorati dai tecnici di Legambiente quattro punti nella città di Bologna, con particolare attenzione ai livelli di polveri sottili e di rumore: Piazza Maggiore nel cuore della città (punto rilevato sia la domenica pomeriggio durante l’orario di pedonalizzazione dell’area che il lunedì mattina quando invece l’area è aperta al traffico); via Giacomo Matteotti ed infine via Populonia all’incrocio con via Felsina nei pressi di un plesso scolastico, a cavallo dell’orario di uscita degli studenti.
Pur non volendole comparare con le medie giornaliere elaborate dai dati ufficiali dell’Arpa, le misurazioni di un’ora eseguite in punti strategici della città, o quelle di 10 o 20 minuti rappresentative dei picchi di esposizione a cui sono sottoposti giornalmente i cittadini, mostrano valori sconcertanti anche se di breve durata.
Il monitoraggio nella zona di Piazza Maggiore di domenica pomeriggio ha mostrato valori di polveri sottili alti considerata la situazione di area pedonale. La media oraria nella zona della zona della fontana del Nettuno è stata di 47 μg/m3, mentre le vie nelle immediate vicinanze (Piazza di Porta Ravegnana, Piazza de Celestini e Via Indipendenza) hanno avuto una media analoga (rispettivamente 47,6 μg/m3 – 46,0 μg/m3 e 44,2 μg/m3) nei 10 minuti di registrazione effettuata, durata rappresentativi degli spostamenti che normalmente un cittadino percorre nel centro della città. La situazione a meno di 24 ore di distanza, il lunedì in tarda mattinata, ha visto nella stessa zona un incremento delle concentrazioni di polveri sottili negli stessi punti di circa il 50%: 67 μg/m3 in Piazza di Porta Ravegnana, 71,5 μg/m3 in Piazza dei Celestini e 63,5 μg/m3 su via Indipendenza. Ancor più critica la situazione all’incrocio di Viale Masini con via Matteotti, dove la media oraria ha raggiunto il lunedì mattina gli 83 μg/m3, con picchi nei punti monitorati per 10 minuti che hanno raggiunto una media di 137,9 μg/m3 in via Capo di Lucca; 127,3 μg/m3 in via Giovanni Amendola e 119,8 μg/m3 in Via de' Carracci, all’altezza ’dell'uscita della stazione AV. Alte anche le concentrazioni di polveri sottili nelle due registrazioni avvenute poco prima e poco dopo l’orario di uscita degli studenti dalla scuola in via Populonia, dove i valori di Pm10 sono stati 75,8 e 51,2 μg/m3.
Situazione critica anche per quanto riguarda l’inquinamento acustico che – è bene ricordarlo - ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Piazza Maggiore è risultata essere fuori dai limiti di legge, rispetto alla classificazione derivante dal piano di classificazione acustica della città, in entrambe le occasioni: la domenica pomeriggio, durante l’orario di pedonalizzazione del centro, dove il LAeq raggiunto (l’unità di misura dell’inquinamento acustico) è stato di 69,2 db (contro un limite di 65 db previsto per le aree a intensa attività umana); un dato comunque migliore rispetto alla rilevazione del giorno seguente, con le strade invase dal traffico, dove i decibel hanno addirittura raggiunto i 72,9 db. Oltre i limiti di legge anche il punto di via Giacomo Matteotti/incrocio Viale Masini, dove il LAeq è stato di 73,3 db.
Nell’ottica di sensibilizzare e coinvolgere i cittadini in un monitoraggio sull’inquinamento atmosferico, il tema ambientale che preoccupa maggiormente i cittadini europei, Legambiente sta portando avanti in vista della prossima estate il progetto Captor. Finanziato dal programma Horizon 2020, Captor vede la partecipazione di sette partner internazionali oltre alla Legambiente, unico partner per l’Italia. L’obiettivo del progetto è di favorire la collaborazione dal basso delle comunità locali, dei cittadini, delle associazioni e degli enti di ricerca, per sensibilizzare e trovare delle soluzioni concrete al problema dell’inquinamento atmosferico, con particolare attenzione all’inquinamento da ozono, un inquinante secondario troppo spesso dimenticato ma che causa in Italia oltre 3mila morti premature. Informazioni su www.captor-project.eu .
La mappa interattiva dei monitoraggi su www.trenoverde.it