Torino: sosta residenti in zona blu più cara in base all'ISEE. La sindaca: 'Provvedimento redistributivo'. Il commento di Giuseppe Piras
I nuovi "indirizzi per l’adeguamento di tributi locali, tariffe, rette e canoni" approvati dalla Giunta comunale prevedono di graduare in tre fasce ISEE il pagamento del permesso sosta residenti in zona blu
21 March, 2017
Rincari in base all'ISEE per la sosta residenti in zona blu a Torino. È quanto prevedono gli indirizzi per l’adeguamento di tributi locali, tariffe, rette e canoni approvati dalla Giunta comunale. “I documenti, che verranno esaminati dal Consiglio Comunale, sono preliminari all’approvazione, in una delle prossime sedute della Giunta, del bilancio preventivo” si legge in una nota. In specifico sul tema sosta, la Giunta prevede di graduare il pagamento in base all’indicatore ISEE. “Tre le fasce in cui sarà graduata la tariffa della sosta per i residenti in base alla dichiarazione ISEE: da zero a 20mila euro si pagheranno 45 euro annui (ridotti a 10 euro per coloro che dispongono di una vettura con una potenza inferiore ai 100 kw e una dichiarazione ISEE che certifichi un reddito al di sotto dei 12 mila euro); 90 euro per la fascia intermedia (fino a 50 mila euro) e 180 euro per i redditi superiori. Rimangono invariate le tariffe di sosta oraria in zona blu e in struttura”.
L’argomento sta suscitando molto dibattito in città ed è intervenuta anche la sindaca Chiara Appendino che in un post rivendica il carattere “redistributivo” del provvedimento: “Modulare le tariffe in base alla capacità contributiva - scrive Chiara Appendino - significa maggiore equità. È molto semplice: non trovo giusto che chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese paghi la stessa tariffa di chi invece ha un ISEE superiore ai 50mila euro. Poi i rincari ci sono, è vero. Chi ha un ISEE più alto pagherà di più ma le fasce deboli continueranno ad essere tutelate. Vorrei anche sottolineare che il provvedimento NON riguarda le aree più in difficoltà della città”.
Sul tema, Eco dalle Città ha raccolto il commento di Giuseppe Piras, esperto di mobilità sostenibile: “Le cose interessanti del provvedimento sono due. La prima è la progressività del tributo. Al di là che le fasce possano essere perfezionate perché ancora schiacciate verso il basso - ha spiegato PIras - legare il reddito al tributo è un dato interessante in quanto inserisce una questione di classe sociale, a differenza di prima, quando la tariffa era tutta equiparata verso il basso”.
“La seconda questione - ha continuato Piras - è che si inizia a fare un ragionamento sull’utilizzo dello spazio pubblico da parte delle auto. È un tema che non è stato realmente toccato in questi anni. Sul trasporto pubblico, invece, è stata fatta una discussione più ampia in relazione agli aumenti e alla riduzione del servizio attuate. È sempre passata l’idea che si aumentasse il costo dell’abbonamento annuale. Ma rispetto alle quote pagate dai residenti per l’occupazione di suolo con l’auto siamo rimasti di fronte a due modi opposti di pensare: da un lato un servizio di trasporto pubblico ritenuto non fondamentale fatto pagare ad un prezzo di mercato, dall’altro un’occupazione di suolo scontata tantissimo perché pensata come se fosse un diritto”.
“Uno dei temi che è uscito molto sui social è proprio il dibattito intorno all’auto come 'diritto'. Occorre iniziare a ragionare su questo. C’è chi afferma che l’auto sia un 'diritto' e che può usarla quando e come vuole e che può parcheggiarla sotto casa perché è residente. Siamo di fronte a una presa di posizione impressionante. Non c’è scritto da nessuna parte, in nessuna legge o dichiarazione, che questo è un diritto. Il fatto che l’auto privata debba essere garantito a tutti è molto discutibile e adesso si sta iniziando a dibatterne”.
Foto: da Facebook @chiaraappendinosindaca e da chiarappendino.itLeggi anche:
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